Il Genoa (1-0 alla Roma) può ora sperare di salvarsi

Il Genoa (1-0 alla Roma) può ora sperare di salvarsi L« squadra ligure* si è portata ad un sala p punk a di distacco dall'Alessandria Il Genoa (1-0 alla Roma) può ora sperare di salvarsi Troppo prudente la tattica dei romanisti Un goal di Leoni nella ripresa conclude l'offensiva rossoblu Buffon biocca in due tempi un difficile tiro di Manfredini - Entusiasmo dei tifosi pnsvesi DAL NOSTRO INVIA TO Genova, lunedì mattina. Per tutto il primo tempo la Roma ha giocato chiusa e prudente con Losi libero. Mirava al pareggio e quella le sembrava la tattica buona. Era una squadra tenuta continuamente sotto il freno. Ogni tanto scattava al contrattacco, ma erano semplici azioni dimostrative. Per tutto il primo tempo non abbiamo visto una sola azione da rete, nemmeno un tiro che minacciasse seriamente Buffon. Poi, è avvenuto quello che non di rado avviene in queste situazioni: il Genoa, batti e ribatti, ha segnato. Si era al 12' della ripresa. Trovatasi di fronte alla sconfitta, la Roma ha cercato di ricuperare, ma è difficile per una squadra mutare di colpo di gioco. Da compagine dominata è passa- ta a dominatrice: un gioco farragginoso, preoccupato di accelerare i tempi, sempre sotto l'affanno della fretta. Un solo tiro di Manfredini avrebbe meritato l'onore del goal, ma Buffon bloccò in due tem pi il pallone insidioso con un difficile tuffo e l'unica occasione per la Roma di segnare è sfumata. La Roma ha giocato per non perdere ed ha subito una sconfitta che impiegando meglio i suoi effettivi avrebbe potuto evitare. Il peso della classe era a suo favore, basta confrontare i due schieramenti per capire dove il meccanismo di gioco era più forte. La squadra giallorossa ha sciupato tutti i fattori tecnici che militavano a suo favore, ha inventato un gioco che non poteva essere il suo, Tabbia- tuo vista a volte ammucchiarsi nel suo campo come se avesse dovuto affrontare chissà che spauracchio, ha temuto il Genoa come potrebbe temere la Juventus ed ha incassato una sconfitta, giusta e regolare, ma che in fondo è una beffa organizzata da un piano tattico, a dir poco, inopportuno. Ed ecco il Genoa- salito agli onori del trionfo. Caro, vecchio Genoa! Ha lottato p.cprio col cuore in gola, ed il pubblico con lui. Da parecchi mesi a Marassi si soffre, il dramma della squadra è questo: non segna. La sua situazione pericolante è la conseguenza di questa insistente sterilità dell'attacco che rende vano il valore dei difensori e lascia la squadra sempre in bilico fra l'impennata e il crollo. Carver ha le sue idee e bisogna lasciarlo stare. Uomini per accrescere il coefficiente di classe della squadra non ne mancano. Barison ha giocato ieri nelle riserve, dicono che non sia pronto, ma così come noi l'abbiamo visto, potrebbe già bastare. E' l'unico uomo che sappia andare a rete. Il mediano Letari, che si dice in gran fama, non gioca per una misera questione amministrativa. Ieri mancava Abbadie ma Calvanese che l'ha sostituito non l'ha fatto rimpiangere ed oltre ad essere stato il migliore dell'attacco è stato suo il passaggio che ha dato modo a Leoni di segnare il goal della vittoria. Tutti sono concordi nel dire che la potenza di gioco del Genoa potrebbe essere accresciuta perché la squadra attuale ormai ha i suoi limiti che non può superare. Il patrimonio più prezioso della compagine è la sua volontà, il suo cuore. Il pubblico la stringe come in un abbraccio affettuoso, non l'abbandona, ha fiducia che si salverà ed è imponente il coro che l'accompagna quando essa attacca. E' un pubblico che possiede il temperamento delle grandi folle provinciali di un tempo, per esso il Genoa è un emblema, il calcio ligure vi si specchia dentro da più di mezzo secolo. E' stata la Roma, come abbiamo detto ad aiutare i rossoblu a vincere. Nel primo tempn questi ultimi hn»t?io attaccato quasi ininterrottamente e il conto dei calci d'angolo 8 a 2), provocati in gran parte da Losi, conferma l'insistenza della loro offensiva. Grandi sgroppate ma nessuna azione da rete: chiusa la Roma, impetuoso ma sconnesso il Genoa. Gli ospiti avevano in porta Cudicini, imbattibile nei palloni alti. Vien da pensare che gli avanti genovesi cercassero allora di tirare rasoterra per provarlo nei tuffi, ma niente affato: palloni spioventi, centri parabolici, tutto il repertorio che poteva giovare al lungo portiere. Ironia della sorte, era proprio da un pallone alto che Cudicini nel s~.ondo tempo doveva essere battuio. L'episodio si verificava al 12' della ripresa, dopo che la Roma aveva già corso un serio pericolo al e' su azione Frignani-Calvanese e centro del primo a due spanne da terra quasi sulla linea di fondo sulla destra: Bresolin, a due passi dalla porta si vedeva passare davanti il pallone come una saetta senza riuscire ad intervenire. Sarebbe bastato un piccolo tocco. La Roma rispondeva con un tiro di Manfredini (il primo decisamente a rete) facilmente bloccato da Buffon. Partiva allora il contrattacco rossoblu. Al limite dell'area di rigore Calvanese serviva al centro un pallonetto che era sembrato dover essere facile preda per Cudicini. E' stata, a nostro avviso, la certezza di bloccarlo che indusse in errore Cudicini. Egli usciva dai pali nello stesso momento in cui Leoni spiccando il salto colpiva di testa la palla. Fuori porta, le braccia lunghissime del portiere non riuscivano più a raggiungere la palla che concludeva poi la sua parabola nell'angolo alto della porta. Della reazione della Roma abbiamo già parlato, affannosa e inconcludente. Un secondo grosso pericolo la porta degli ospiti lo correva al SO' su un centro di Bresolin dalla destra, raccolto da Frignoni all'estrema opposta con un tiro che mandava la palla a correre lungo tutta la tinca del goal. Un brivido nella schiena per i tifosi, ma il destino della partita era già deciso. Ettore Berrà L'attaccante Leoni

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