Alcune storielle moscovite sul tenore di vita dei russi

Alcune storielle moscovite sul tenore di vita dei russi Mentre continuano le ipotesi suU'«arma incredibile » Alcune storielle moscovite sul tenore di vita dei russi La vicenda dei missili e dei supermissili, dei volontari della morte e delle valigie mancanti - Un dialogo tra due autisti sovietici che ha fatto molto ridere Eisenhower Nostro servizio particolare Roma, lunedì mattina. Decine di ipotesi ai fanno, nei Paesi dell'Occidente, sulla nuova « arma incredibile » sovietica. Si è parlato e si conti mia a parlare, anche qui a,Roma, di « bomba satellite », di un mezzo psico-chimico, di ttn missile con un grappolo di bombe con testata atomica, di un ordigno globulare. Ogni ipotesi, come si è già osservato, si presta a farneticazioni del tipo fantascienza. Così, la bomba psico-chimica sarebbe un ordigno contenente gas allo stato liquido o in polvere, capace di paralizzare la volontà degli uomini, o di modificare, sconvolgendoli, i riflessi nervosi. L'ipotesi del missile gigantesco, attorno al quale lavorerebbero gli scienziati sovietici, capace di colpire con grappoli di bombe atomiche un obiettivo nemico, ha riportato sul piano dell'attualità una storiella sovietica che fa perno sul non alto tenore di vita della popolazione russa. La storiella ha avuto grande successo nei corridoi di Montecitorio che si sono ripopolati per la ripresa dei lavo ri parlamentàri. Essa ha per protagonisti due attivisti del partito comunista dell'Unione Sovietica (il P.c.u.s.): si tratta di Michail e di Ivan, i quali discutono animatamente del prossimo incontro alla sommità. Il primo, Michail, dice che gli occidentali, e soprattutto gli americani, devono venire a patti; il secondo, Ivan, concorda. A un certo punto, Ivan aggrotta le ciglia e dice: <Se l'intesa non fosse raggiunta, se il compagno Kruscev fosse umiliato, potremmo distruggere gli Stati Uniti d'America. Come? Basterebbe che mandassimo sugli Stati Uniti d'America un mìssile gigantesco, contenente dieci grosse- vali- ge. In ciascuna di queste vallge metteremmo un missile più piccolo, con testata atomica, e un uomo disposto a morire, lanciandoli ciascuno su uno dei dieci punti nevralgici del Paese : New York, Detroit, Chicago, Snn Francisco, ecc.... ». Col volto accigliato, Michail risponde: «E* difficile, difficilissimo, fTse impossibile». Preoccupato, Ivan chiede: « E perché mal? ». < Perché — risponde Michail — i missili grandi e piccoli li abbiamo, gli uomini disposti a morire anche; ma le valige no ». Altrettanto gustosa è la storiella, arrivata fresca fresca dall'URSS, che ha per protagonisti due conducenti di tassi di Mosca. Questi, mentre attendono i clienti in un angolo della Piazza Rossa, si scambiano le loro opinioni sui rapporti tra i vari Paesi dell'Occidente e l'Unione Sovietica. Parlano molto di » spirito di Ginevra » e di « atmosfera di Camp David». «La nostra produzione — dice, poi, il tassista numero uno — aumenta sempre. Produciamo ora quasi la metà dei beni di consumo che produce l'America... ». «Nel giro di pochi anni — replica il secondo conducente di tassi — potremo raggiungere la produzione americana e anche sorpassarla. Se diminuiremo le spese militari, come vuole il compagno Kruscev, sarà un gioco da bambini... ». Il primo conduttore di tassi si fa pensieroso e poi dice: «Raggiungere gli Stati Uniti d'America, sì; ma non superarli ». «E perché mai?» chiede poco convinto il conduttore n. 2. «Perché altrimenti ci vedrebbero le pezze al sedere», risponde ammiccando il numero uno. Questa storiella ha molto divertito Eisenhower. Durante la sua recente sosta a Roma, tappa base del viaggio che compì in tre continenti, la raccontarono al colonnello Walter, l'atletico interprete del Presidente degli Stati Uniti, e Walter, a un ricevimento, non esitò a raccontarla ad Eisenhower che ne rise a lungo. Per finire, diremo che alle tante lingue che l'interprete di Eisenhower conosce perfettamente (e cioè l'inglese, il francese, l'italiano, lo spagnolo, il portoghese e l'arabo) aggiungerà anche 11 russo. Lo ha dichiarato egli stesso: «Voglio essere io l'interprete al summit a Mosca. Ma soprattutto voglio parlare con i conducenti di tassi! ». Vittorio Staterà Anita Ekberg colta dall'obbiettivo^in un night-club romano In compagnia di Franco Silva. L'attrice pòrt» un ctottwBW ™pr"*"" alla spagnola (Telefoto)