Dipinti di Alberto Rossi di Alberto Rossi
Dipinti di Alberto Rossi Dipinti di Alberto Rossi Un ricordo a quattro anni dalla scomparsa - D'intelligenza sottile e insoddisfatta, fu letterato, musicologo, pittore - I suoi quadri esposti ora sono lo specchio del suo gusto e della sua lunga malinconia i n . e o e e e i i e a i Alberto Rossi sparì silenziosamente la notte del 18 marzo 1956, nella solitudine della sua casa torinese abitata più che da lui, irrequieto e tormentato girovago, dai cari oggetti che riflettevano la sua spiritualità di artista: libri, dipinti, disegni, sculture, testimonianze sue e degli amici. E forse soltanto allora, quando sui giornali si lesse della sua rapida morte, le tante persone che l'avevano intelligentemente accostato davvero capirono che con la scomparsa el?1 quell'uomo schivo, assorto e|m sPecle di timidezza | umbratile che sembrava il se-1 ?n°_ d'una perpetua stanchez a e o - o za fisica e morale ed era invece quello d'una sensibilità quasi morbosi^ veniva a mancare una presenza attiva, benché estremamente discreta, della nostra cultura. La sua era stata infatti un'intelligenza sottile e sempre insoddisfatta malgrado l'acutezza indagatrice, pronta e lucida nel discernere e trasferire nell'interpretazione critica ogni valore poetico, anche il più celato, oscuro, e talora involuto. Si sarebbe detto, anzi, che proprio il velame del simbolo e le ambiguità dell'allusione maggiormente lo incuriosissero e affascinassero nei vari campi della sua vigile attenzione: letteratura, specialmente inglese e francese (ammirevole la sua traduzione dei Sonetti di Shakespeare accompagnata da un saggio magistrale), arti figurative, musica (che sapeva valutare da musicista provetto), teatro, cinema. E di questi vari interessi intellettuali, già limpidamente dichiarati nelle giovanili collaborazioni a importanti riviste, ben «anno i lettori de La Stampa. Ma queste erano le sue partecipazioni di scrittore, autorevoli e raffinate, alla vita culturale, ch'egli intendeva in una molteplicità vasta, complessa, punto provinciale perché la sua mente, dopo i primi studi a Milano (era nato presso Varese nel 1893), s'era educata a Losanna e a Parigi, prima e dopo il conseguimento della laurea in legge a Pavia. Erano l'aspetto « professionale » della sua versatile attività. Un'altra passione egli invece celava nell'animo, con una segretezza simile a una delicata pudicizia: ed era forse la sua più sentita vocazione; la pittura Pochi uomini amarono la pittura come Alberto Rossi: con verginità di spirito, con spregiudicata apertura verso tutte le sue forme, anche di una audace avanguardia. Ne fa fede ia sua oculrtezza di collezionista, che a poco a poco raccolse quel superbo insieme d'opere di De Pisis, Morandi. Tosi, Rosai, Casorati e d'altri pittori torinesi, da Chessa a Levi, da Menzio a Paulucci, da Spazzapan a Martina, che ora splende — per suo generoso lascito — nella Galleria d'arte moderna di Torino. Gli artisti, pur nel contrasto, talora, di certe accese discussioni, gli volevano bene, desideravano il suo giudizio perché lo sentivano « dei loro », uom" de' loro mestiere, quantunque appartato per naturale ritrosia. Questa, a quattr'anni dalla sua morte, è stata superata dall'affetto della sorella, del cognato, degli amici; e l'intimità più celata di Alberto Rosbì -- quella del « pittore » — ci è ora offerta dalla mostra allestita all'Unione Culturale. Una trentina di dipinti, molti disegni: lo specchio di quel suo ideale vagheggiato fin dalla prima adolescenza: e lo specchio fedele del suo gusto delle sue squisitissime cautele della sua lunga malinconia Molte nature morte, qualche paesaggio, un ritrattino amoroso della nipote bambina. Sembra tornare con queste immagini gentili, sempre circoscritte, si direbbe, da un alone di disincantata mestizia, un momento tipico della cultura torinese, quello dei « Sei pittori»; ma con reminiscenze tra Carrà, Morandi e Tosi, e con una esplicita simpatia per le esperienze tonali lombardopiemontesi. Comunque, un istinto pittorico che certe palesi incertezze non riuscivano a sminuire. E forse molti, visitando questa mostra commovente, proveranno una specie di rimorso d'aver taciuto ad Alberto Rossi quella lode della sua pittura che l'avrebbe consolato. mar> |,er.
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