II P. M. ha chiesto tre anni di carcere per Melone che avrebbe sfrattato almeno una delle sue amiche di Guido Guidi

II P. M. ha chiesto tre anni di carcere per Melone che avrebbe sfrattato almeno una delle sue amiche Secondo il pubblico accusatore la polizia svolte le indagini senxa preconcetti II P. M. ha chiesto tre anni di carcere per Melone che avrebbe sfrattato almeno una delle sue amiche Avrebbe anche agevolato l'attività di un'altra ragazza - Insufficienza di prove per i reati riguardanti una cameriera e tre giovani donne • Le altre richieste: due anni e dieci mesi per il Lavinia, sette, mesi per la Zonta e assoluzione per la Benedetti (Dal nostro inviato speciale) Prosinone, 24 febbraio Tre anni e un mese di reclusione, S mesi di arresto, 183 mila lire di multa e la permanenza in una casa di lavoro per un periodo non inferiore a un anno, costituiscono, secondo l'opinione del P. M. dr. Alacri, la condanna che Ignazio Melone dovrebbe scontare per aver sfruttato la sua « exfidanzata » Maria Porretta, per !aver agevolato l'attività, ài Bertitla Zonta, che egli condu-. ceva di tanto in tanto a Fro-\sinone alla ricerca di « clien-1 ti », per essersi appropriato ] indebitamente di un orologio d'oro che apparteneva all'ai- tore di romanzi e fumetti Li- ]no Fassino, ed infine per averiaiutato la sua amica BertillalZonta a violare la diffida che\imponeva alla ragazza di non tornare a Roma. Ignazio Melone, nell'ascóltare le conclusioni alle quali era giunto il suo accusatore, non ha battuto ciglio. Ed egualmente indifferente è rimasto accanto a lui Luigi Lavinia, ìsuo compagno in questa av- i j'••«»«««».■■"eliaìi™nde™ ?hte' [secondo il Pubblico Ministe "■ n tribunale avrebbe dovu-\1 to condannarlo per favoreg-igiamento nei confronti di al-\Cune ragazze, a 2 anni e 10,mesi di reclusione, a 180 milalire di multa e alla permanen- >za in una casa di lavoro per almeno un anno al termine dellà.pena, .. , jIl doti.'■■ Giuseppe Macri si è preoccupato stamani, tiella sua requisitoria durata- tre ore, di affrontare subito il problema che costituisce il sotto- fondò di questa vicenda. lgna-zio Melone può essere consi-derato una vittima della poli-\IlMIIIIllllllllllllllItllllllIIIIIIIIIIIIItlItlllMIIIIIIMI zia? La polizia ha architettato contro il vigile urbano una vendetta' in seguito all'incidente avvenuto la sera del SS luglio 1959, sulla via Cristoforo Colombo, dove al questore di Roma, dott. Carmelo Marzanoj venne contestata un'infrazione alle norme della circolazione stradale f « Sono interrogativi questi — ha sottolineato il P. M. — ai quali può essere data sol- tanto una risposta negativa . La conferma che Ignazio Me\lone non è stato controllato 1 dalla polizia la si ha da un ] particolare: fino al 1' novem- bre 19S9, fino a quando cioè un confidente non avverti la ] squadra mobile di Prosinone i che era stato veduto arrivare lda Roma Ignazio> Melone in\ sieme - a una ragazza di dub- bla moralità, nessuno, aveva mai saputo che il vigile vivesse una doppia vita. Eppure Ignazio Melone frequentava da tempo compagnie non raccomandabili. Nessun sospetto sulle indagini può quindi essere considerato fondato. D'ai tro canto, cosa si può rimpro verare alla polizia? forse il i suo zelo t non è davvero un \rimprovero valido. Sarebbe i grave veramente se fosse ri\sultato che qualche funziona, rio non ha fatto il proprio do] vere! ». > Dopo aver . superato così j l'aspetto polemico della situa \ zione, il P. M. è passato ad esajminare da vicino la situazione ; in cui si è cacciato Ignazio Me¬ Ione. Il dott. Macri ha voluto sgombrare il terreno da alcuni ostacoli ed ha eliminato subito tutti i reati che, contestati \in istruttoria, non possono, a \suo avviso, essere attribuiti al \vigile dopo l'indagine dibatti- IIIIIitllIIIIIIIIIIIIIIIIIIIlUIIUIIIIIIlllllllIllllllIIII e i n , mentale. Per esempio: quello di aver cercato di indurre Guglielmina Picei (che oggi si è precipitata dal Veneto a Frosinone per asststere alla requisitoria del P. M.i alla prostituzione. E per questo reato ha chiesto l'assoluzione per insufflcenza di prove. Il P. M ha chiesto poi il proscioglimento del vigile, sempre per insufficienza di prove, anche per altri due ■reati: il favoreggiamento nei confronti di Maria Porrétta e .di Regina Savo Sardaro, e lo sfruttamento di Bertilla Zonta v e della stessa Regina Savo Sardaro. € Si può essere certi — ha soggiunto il dott. Macri — che egli ha agevolato l'attività di Bertilla Zonta e che ha sfruttato la sua " ex fidanzata " Maria Porretta. Il primo reato risulto ' chiaramente da un esame sommario degli .atti. InfattiIgnazio"Mélonè ntirt si llihitò a svolgere le- normali mansioni di autista, ma sapeva per quale ragione Bertilla Zonta voleva essere condotta a, F.rosiìtonè, dove l'attendevano i "clienti". . < Per il secondo reato la reaH situazione si deduce da due dichiarazioni di Maria Porretta. Costei, originariamente, accusò Ignazio Melone di averla sfruttata facendosi dare da lei un milione e mezzo di lire. Poi ritrattò. Ma la sua ritrattazione venne preceduta da un lungo colloquio con un avvocato penalista. Comunque, non bisogna dimenticare che Maria Porretta, quando seppe di essere stata tradita da Ignazio Melone con la sua migliore amica Bertilla Zonta, minacciò il vigile: "Io lo faccio arrestare ". In ohe cosa consisteva questa minaccia se non nella certezza che vi era la possibilità di far incriminare Ignazio Melone per qualche cosa di concreto, come appunto il reato di sfruttamento f ». Il vigile — ha soggiunto il P. M. — deve essere ritenuto responsabile anche di appropriazione indebita dell'orologio che gli fu regalato da Bertilla Zonta e ohe egli provvide n svincolare da un Monte di Pegni, e di aver aiutato Bertilla Zonta a violare la diffida, per cui era proibito alla ragazza di tornare a Roma ». Meno complesso per il dott. Macri è stato il compito nell'esaminare la posizione di Luigi Lavinia, il bibitaro di Fresinone. « Tutti lo hanno accusato —. ha sottolineato il Pubblicò Ministero — questo personaggio insignificante che si era assunto quasi la direzione di tutti i movimenti delle ragazze dai costumi un po' liberi; non ha trovato un testimonio favorevole. Le stesse ragazze hanno confermato come esse si rivolgevano a lui per trovare dei clienti e come egli le portasse in giro per la città quasi ad offrirle e metterle in mostra. Deve essere condannato, a mio avviso, per favoreggiamento ; ma non per sfruttamento perché non risulta provato a sufficienza che egli abbia tratto un vantaggio da questa sua attività ». A conclusione della sua requisitoria il P. M. ha poi chiesto la condanna di Bertilla Zonta a 4 mesi di reclusione per appropriazione indebita e S mesi di arresto per la i:io!azione alla diffida e l'assoluzione di Annamaria Benedetti e della stessa Bertilla Zonta dall'accusa di atti osceni in luogo pubblico. La replica dei difensori non ha tardato molto. Ha cominciato, subito dopo il Pubblico Ministero, l'avv. Giorgio Berardi, il quale ha polemizzato con l'accusatore perché il tribunale prosciolga Annamaria Benedetti per non avere commesso il fatto. Più vivace è stata la critica alle argomentazioni del dott. Macri dell'avv. Costantino Scala, primo difensore di Luigi Lavinia. E con la critica al Pubblico Ministero é cominciata quella, vivace, all'operato della polizia, che si sarebbe servita del « bibitaro » di Prosinone per arrivare a Ignazio Melone, c La realtà è — ha detto l'avv. Scala — che la polizia ha creato artificiosamente tutti gli elementi di accusa». E la prima offensiva della Difesa si è conclusa con una richiesta di assoluzione per Luigi Lavinia, almeno per insufficienza di prove. Domani sarà il turno del primo difensore di Ignazio Melone, aw. Carmelo Tufarelli e del secondo difensore di Luigi Lavinia, on Renzo Silvestri. Guido Guidi

Luoghi citati: Frosinone, Roma, Veneto