Si chiede di annullare il primo processo svolto a Pinerolo per lo «scandalo Flogna »
Si chiede di annullare il primo processo svolto a Pinerolo per lo «scandalo Flogna » In Appello le vicende del grossista di carburanti Si chiede di annullare il primo processo svolto a Pinerolo per lo «scandalo Flogna » La tesi sostenuta da un difemore e un patrono di parte civile - Una perizia grafica prima concessa e poi revocata - Oggi la Corte deciderà se proseguire il dibattimento La causa d'appello per la complessa vicenda, legata al fallimento del grossista di carburanti, Pietro Flogna di Pinerolo, si è iniziata ieri con un dibattito su alcune eccezioni procedurali. Oggi la Corte dovrà decidere se proseguire il processo o rinviarlo per una perizia grafica, oppure addirittura accettare la richiesta di dichiarare nullo tutto il lungo e complesso procedimento svoltosi dinanzi ai primi giudici. Le vicende del Flogna, ora trentaduenne, cominciarono quando egli, ex contadino, volle diventare titolare di un distributore di benzina. Ottenne un « fidò » bancario fino a due milioni. Quando si trattò di ìestituire la 1111 IIIIIIIIIIIIMIIIIinilllllllllllllllllllllllllll somma, diede inizio a un giro via via più vorticoso di assegni. 11 Flogna apri un conto corrente all'agenzia di T'orino dell'Istituto Bancario Piemontese, di cui era funzionario il rag. Sergio Masi, e un altro al Credito Italiano di Pinerolo. Il primo era a nome di Michelina Bella, sua moglie; ma il Flogna faceva credere che gli assegni fossero a firma di un inesistente grossista di carburanti, Michelino Bella. Con la complicità del Masi, giocando sui due conti in banche e in città diverse, potè disporre di notevoli somme. Allargò sempre più il giro di affari, spesso senza utili o addirittura in perdita, per la sola mania di apparire un lllllMIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIII gtfcrnfitusclcGesrLbm grande commerciante. A un certo punto non fu in grado di far fronte agli impegni: le compiacenti amicizie nel settore bancario (amicizie compensate con doni di televisori, frigoriferi e perfino auto) non bastarono più. Pietro Flogna dovette ricorrere agli usurai e, infine, pur di procurarsi del denaro, alla vendita sottocosto di ingenti partite di gasolio e di benzina. Acquirenti principali furono i fratelli Aurelio e Giorgio Tanzi, di Parma, che erano venuti in contatto col grossista pinerolcse, tramite il generale dei carabinieri Domenico Lucchetti, cx-presidente del Tri bunale Militare di Torino, e l'ex maggiore Roberto Navale. Il primo processo si concluse con sette condanne: 4 anni al Flogna (bancarotta fraudolenta, falso e truffa, con il riconoscimento della semi-infermità men tale); 2 anni e 5 mesi a Sergio Masi (falso e truffa); 1 anno e sei mesi ai fratelli Tanzi ed al maggiore Navale (ricettazione fai limentare); 9 mesi coi benefici di legge al generale Lucchetti (uguale reato ma col riconoscimento della minima partecipazione al fatto); sei mesi coi benefici di legge a Giuseppe Annaratone, funzionario del Credito di Pinerolo (uso di assegni falsi). Altri tre imputati furono assolti. Contro la sentenza ricorsero i sette condannati e anche il P. G.: soltanto nei confronti di Navale e Lucchetti l'accusa non impugnò la decisione dei primi giudici. All'udienza di ieri erano presenti gli imputati (tutti a piedeA D IERI libero, dopo la scarcerazione del Flogna grazie al condono) ed un numeroso collegio di difesa composto dagli avvocati Albaslo, Avonto, Gallo, Giglio, Giulio, Gino Obert, Quaglia, Romagnoli e Zaccone di Torino, Bona, CottaMorandinl, Grosso e Serafini di Pinerolo, De Marsico e Pittaluga di Roma. • L'udienza si è aperta con la relazione del consigliere dott. Bajetto. II difensore del Masi, avv. Avonto, ha richiesto una perizia grafica riguardante due ef tetti su cui il Masi stesso, secondo l'accusa, avrebbe contraffatto una « girata ». L'avv Avonto ha ricordato che la perizia era già stata concessa in un primo tempo dal Tribunale di Pinerolo: ma poi, per vizi di forma, era stata revocata. Queste circostanze, egli ha sostenuto, lesero allora gravemente i diritti della difesa, tanto che l'intero processo di Pinerolo deve essere considerato nullo. Sostanzialmente analoga la tesi svolta dall'aw. Fiasconaro, parte civile per il curatore del fallimento Flogna dott. Bosio. Il patrono di P C. dell'Istituto Bancario Piemontese, avv. Deigrosso, si è invece rimesso alla decisione della Corte. Il P. G. dott. Nicosia si è espresso a favore della perizia grafica, ma contro la dichiarazione di nullità del dibattimento di primo grado. La Corte, presieduta dal dott. Prato, deciderà sulle richieste nell'udienza di oggi. cpeCidccvBsssvcdgsetDbsdNtssflIMIIIIIllllllllllllll IIIItIMMIIIlMIIIIItMIIlI L'udienza di ieri in Appello: a destra il gen. Lucchetti e, con gli occhiali, Pietro Flogna
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