Crisi nella giunta di Acqui per la progettata casa da gioco

Crisi nella giunta di Acqui per la progettata casa da gioco Crisi nella giunta di Acqui per la progettata casa da gioco La domanda per la concessione era stata inoltrata da due assessori - Il sindaco d.c, sen. Piola, dichiara che l'amministrazione comunale è estranea all'iniziativa (Dal nostro corrispondente) Acqui, 20 febbraio. La questione di una casa da gioco ad Acqui rischia di creare complicazioni non facilmen. te superabili in seno alla giunta comunale formata da cinque democristiani, un liberale e un socialdemocratico. Negli scorsi giorni, come' abbiamo riferito, l'Azienda autonoma di cura, presieduta dal dott. Piero Galliano, assessore comunale dei psdi, e di cui fa parte anche l'assessore liberale avv. Giorgio Righini, aveva presentato alla presidenza del Consi. glio una domanda tendente ad ottenere la concessione per Acqui di una casa da gioco: i motivi della domanda erano evidenti, si voleva, in vieta di una possibile, anche se non immediata, azione parlamentare per la concessione di alcune nuove case da gioco in Italia, mettere Acqui nelle condizioni di poter far valere i propri diritti quale città termale-turistica. L'iniziativa era stata in generale favorevolmente commentata ad Acqui poiché tutti sperano di trarre vantaggi economici dall'apertura di un casinò. A complicare le cose è giunta, attraverso le colonne del locale settimanale diocesano, una energica dichiarazione del sindaco, il sen. Piola, sottosegretario alle Finanze: il sen. Piola, infatti, in un telegramma alla direzione del settimanale, sottolinea come l'amministrazione comunale sia estranea alla iniziativa dell'Azienda autonoma e aggiunge che personalmente è contrario « per albe ragioni di moralità », oltreché per considerazioni economiche sull'au¬ mento del costo della vita che andrebbe a discapito della popolazìome meno abbiente, all'apertura in Acqui di una casa da gioco. I commenti seguiti a tale presa di posizione sono stati vivacissimi. Inoltre, poiché la domanda presentata dall'Azienda autonoma per essere valida dev'essere completata da analoga domanda da parte del Comune, è ovvio che della questione si discuterà in seno alla giunta, e proprio in que sto caso verranno a galla le complicazioni. Evidentemente gli assessori socialdemocratico e liberale, membri dell'Azien da autonoma, non potranno che essere contrari alla tesi dei sindaco e inoltre sembra che anche due assessori democristiani — su uno almeno si può essere certi — siano per la casa da gioco; poiché la posizione del sindaco, dal tono del telegramma, appare ìrre movibile, che cosa accadrà se in giunta verrà messo i.i minoranza? Vi è di più: anche se i de mocristiani per spirito di par tito solidarizzassero con il sin. daco sacrificando il proprio punto di vista, questo sacrificio non potrà certo essere ri oAiesto ai due assessori, r.be mie e socialdemocratico, promotori dell'iniziativa per ottenere il casinò, il cud singolo voto in seno alla maggioranza consiliare di Acqui (14 democristiani, un liberale e un socialdemocratico contro 10 comunisti e 4 socialisti nenniani) è determinante; a questo si aggiunga che sono in corso riunioni di alcune segreterie :ii partito per riesaminare l'intera situazione. f. m.

Persone citate: Consi, Giorgio Righini, Piero Galliano, Piola

Luoghi citati: Acqui, Italia