Per il «triangolo rosso» polemica italo-svizzera

Per il «triangolo rosso» polemica italo-svizzera IL NUOVO CODICE DELLA STRADA Per il «triangolo rosso» polemica italo-svizzera Roma, 19 febbraio. La Tribune de Genève riportava, nei giorni scorsi, la notizia che la divisione federale dì polizia, sollecitata dal l'Automobil Club e dal Touring Club svizzero, ha recentemente presentato a Roma una protesta contro la misura adottata dalle autorità italiane che obbliga gli stranieri a munirsi del triangolo di sicurezza. La notizia afferma che l'Italia, cosi facendo, viola le convenzioni internazionali del 19 settembre 1949, che riconoscono agli automobilisti l'equipaggiamento prescritto nel paese d'origine e che era stato pertanto chiesto alle autorità italiane di dispensare gli stranieri da questa misura Nel darne l'annuncio la Tribune de Genève aggiungeva che « una sana misura di sicurezza sta conducendo verso un incredibile abuso. Difatti, il nuovo regolamento italiano non solo è contrario alle convenzioni internazionali, ma non riconosce come validi che 1 soli triangoli di sicurezza fabbricati in Italia ». In merito a tale articolo l'avv. Smedile, ispettore generale per la circolazione e il traffico del ministero dei Lavori Pubblici rileva che un automobilista italiano, su una strada, italiana, in cui vige la legge italiana che contempla l'uso per tutti gli autoveicoli, indistintamente, del triangolo presegnalatore, non può supporre che tale legge non viga per tutti e che possa sorgere, al di là di una curva o nel buio, un ostacolo improvviso che, solo per il fatto che si tratta d'una macchina straniera, possa non essere segnalato. Per quanto riguarda l'affermazione, secondo la quale l'Italia violerebbe le convenzioni di Ginevra, l'avv. Smedile ha notato come il nostro codice non sia affatto in contrasto con le convenzioni ginevrine in quanto ha avuto il riconoscimento da parte della commissione internazionale per la unificazione della regolamentazione sulla circolazione in Europa come aderente alla convenzione stessa. L'avv. Smedile ha aggiunto: « Se gli stranieri — e i cittadini elvetici in particolare, dato che altre nazioni hanno riconosciuto l'utilità del presegnale al punto di adottarlo loro stessi (è il caso dell'Olanda in cui il < triangolo rosso » verrà adottato dal primo marzo) — ritengono di dover essere esentati dall'obbligo di usare il presegnale, gli automobilisti italiani chiederanno di essere esentati da tutti gli altri adempimenti, finora obbligatori nat¬ ie loro visite ad altri Paesi », per esempio dall'obbligo dell'assicurazione. Per quanto riguarda i commenti che il giornale ginevrino fa seguire alla notizia, l'avv. Smedile afferma che nessun abuso c'è da parte dell'Italia, non essendo affatto vero che il triangolo presegnalatore ammesso sia solo quello fabbricato in Italia Qualsiasi segnale di tal genere che risponda ai requisiti prescritti dalla !egge italiana sia esso fabbricato in Italia o all'estero, può essere usato. «A questo proposito — ha concluso l'avv. Smedile — consiglierei anzi le associazioni turistiche dei paesi esteri di fornire " in prestito " ai propri automobilisti i " triangoli rossi " da consegnarsi e ritirarsi alla frontiera con l'Italia. Consiglio che è stato dato, sempre a favore degli automobilisti stranieri, anche alle nostre associazioni turistiche» quali il T. C. I. e l'Aci».

Persone citate: Smedile