Illustrato alla tv il vasto programma della Mostra internazionale del lavoro

Illustrato alla tv il vasto programma della Mostra internazionale del lavoro Ai centro delle celebrazioni centenarie del 1961 Illustrato alla tv il vasto programma della Mostra internazionale del lavoro Il presidente del comitato dott. Agnelli espone scopi e ordinamento della manifestazione - Sarà sistemata nell'ardito e grandioso palazzo progettato dall'ing. Nervi - L'architetto Ponti darà forma spettacolare alla rassegna Quattordici mesi soltanto ci dividono dall'attuazione di uno dei più audaci impegni che si sia assunto Torino in questi ultimi decenni: quello, come tutti sanno, dì dare — per spirituale mandato dell'Italia intera — il maggior contributc alle celebrazioni centenarie dell'Unità nazionale. Ed è un impegno, se si considera la complessità dei temi scelti (l'uomo al lavoro attraverso cento anni di progresso tecnico e sociale, la grande mostra delle energie regionali sviluppatesi in un secolo, la imponente rassegna storica che dovrà rappresentare il progressivo moto e la piena realizzazione degli ideali del Risorgimento), e la brevità del tempo ancor disponibile per condurre a termine la difficilissima impresa, ed infine la somma di lavoro e l'impiego di denaro che essa comporta, è un impegno, diciamo, dti far veramente tremare quanti si son posti a capo d'una simile iniziativa. Tuttavia il rapido progresso, in questi ultimi mesi, della grandiosa macchina organizzatrice, può fortunatamente dio sìpare le inquietudini che i pessimisti ancor nutrivano l'anno scorso e lasciavano trapelare anche troppo apertamente, Ogni timore è stato sgombrato ieri nella conferenza-stampa trasmessa televisivamente, che è stata davvero — per la qualificazione degli intervenuti, la concisione e l'ordine dei chiarimenti, il pronto e rapido rispondere a domande intelligenti — un modello del genere. Sotto 11 fuoco dei riflettori, di fronte a un pubblico attentissimo che gremiva la sala delle feste di Palazzo Madama (e commoventemente significativa era anche la sede, che fu quella del primo Senato Subalpino), il sindaco avv. Peyron, il dott. Giovanni Agnelli presidente della Mostra del Lavoro, l'ing. Pier Luigi Nervi progettista del geniale, immenso e arditissimo edificio che l'ospiterà, l'arch. Gio Ponti, coordinatore architettonico e artistico per l'ambientazione della Mostra medesima, guidati, per dir così, nella successione dei loro brevi discorsi, dal cronista della tv Di Giacomo, hanno esposto al rappresentanti dei maggiori giornali d'Italia e d'Europa gli scopi e il disegno delle grandi manifestazioni torinesi. E numerosi sono stati poi gli interventi dei giornalisti di varie nazioni, cui di volta in volta hanno anche partecipato il dott. Giovanni Enriques e il prof. Mario Motta che con l'architetto Ludovico Quaroni compongono il comitato per la Mostra del Lavoro, di cui il dott. Chiusano è segretario generale, e il vice-presidente ing. Guai a. Infatti la conferenza-stampa tendeva essenzialmente all'illustrazione della Mostra del Lavoro e del suo edificio. Prese quindi, dopo il sindaco, la parola il dott. Agnelli per pre cisare che « il vero protagoni sta di questa Mostra sarà l'Uomo, il quale del progresso tecnico e sociale dell'umanità è l'artefice ed è talora anche la vittima. Sarà perciò l'Uomo a guidare gli organizzatori della rassegna, e di conseguenza il visitatore, come un filo ideale grazie al quale le grandi scoperte scientifiche, le rivoluzioni tecnologiche e i fenomeni sociali di quest'ultimo secolo dovranno farsi più vicini a noi come aspetti di una nostra esperienza ». All'Italia, nel centro del Palazzo, è stato affidato il compito di sintetizzare le conquiste del lavoro umano negli scorsi cent'anni. Alle nazioni estere, tutt'intorno a questo centro (e la partecipazione assicurata è già d'una ventina di Paesi), quello di trattare, ciascuna, un argomento specìfico che risponda alle loro più significative esperienze. «A questo modo è esclusa ogni tentazione competitiva, e 1 vari contributi si fonderanno in un'armoniosa visione ». S'intende che, per l'originalità della sua concezione e l'ardimento della sua iniziata attuazione, il progetto del Palazzo — di cui già parlò in termini entusiastici il più battagliero storico e critico italiano dell'architettura, Bruno Zevi — ha attirato il maggior interesse di tutti gli intervenuti; ai qmirafilscrutltptttmdrsulcttdafnilbsc■iiiiiiiiiiiiii i immillimi iimim quali esso è stato compiutamente illustrato sia dal suo ideatore, ing. Nervi, costruttore di fama internazionale per aver saputo trasformare o0.ii fatto tecnico del suo mestiere in un fatto artìstico d'altìssimo livello (il salone di Torino Esposizloni informi), sia dall'architetto Ponti, l'immensa esperienza del quale troverà qui un'altra conferma. Sopra un'area di 60 ettari situata al margine di corso Polonia sulla riva sinistra del Po trasformata in un incantevole parco, sorgerà dunque il gìgan. tesco edificio di cemento, metallo e cristallo di 500 mila metri cubi, alto 25 metri, di 160 metri di lato, composto di sedici elementi strutturali separati, ciascuno dei quali corrisponde a una colonna reggente una piattaforma metallica stellare di m. 40 per 40, che poeticamente il Ponti ha paragonato alle formidabili colonne del tempio di Karnàk, sottolineando così il legame di una forma architettonica eterna con la fantasiosa novità della modernissima concezione. « La più difficile impresa che io abbia mai affrontato: sia per l'impegno morale, sia per la brevità del tempo concessomi, sia per le esigenze economiche» , ha nettamente, laconica¬ mqfimhrgeslattesmclspfsMdinrstaldsppdpmimimmimmiiiimii luminimi mente dichiarato il Nervi. E questa sua freddezza di artefice consapevole del suo tremendamente arduo compito, ha impressionato gli ascoltatori più di qualsiasi particcjnreggiata descrizione: che del resto era sostituita dai plastici esposti e mostrati sul video a milioni di telespettatori, i quali adesso sanno che la singolarità del Palazzo consiste appunto nella sua composizione di elementi indipendenti, che possono essere l'un dopo l'altro montati, perfezionati ed In un certo senso « abitati », mentre la costruzione dell'edificio proseguirà fino al suo ultimo completamento. Non è dunque azzardato affermare fin d'ora che l'effetto spettacolare del Palazzo della Mostra del Lavoro sarà senza, dubbio assicurato da una delle i irchltetture più ardite che fi- [nora siano state pensate in Eu, ropa. Una certezza ch'era giusto fosse da Torino partecipata a tutta l'Italia e comunicata ai Paesi che hanno riposto la loro fiducia nella nuova prova di volontà, d'entusiasmo, di disciplina e di lavoro che s'appresta a dare la città che fu la prima capitale di un'Italia che da Torino, per < farsi »ì aveva preso le mosse. mar. ber. ni mmimuiimmmìiimiimiimmimim

Luoghi citati: Europa, Italia, Torino