Vittorie dell'italiano Martin nella corsa ciclistica di Nizza

Vittorie dell'italiano Martin nella corsa ciclistica di Nizza Vittorie dell'italiano Martin nella corsa ciclistica di Nizza 11 torinese ha battuto in volata i suoi due compagni di juga - Nenciìii al quinto posto completa il successo dei bianconeri della bicicletta (Dal nostro inviato speciale) Nizza Maritt., 18 febbraio. A metter d'accordo i famelici e allenatissimi « regionali > della Costa Azzurra e della Provenza e gli Assi scesi in gara con minore preparazione ma col bagaglio della oro classe e della loro maggiore esperienza, è stato un giovane corridore estraneo sia all'una che all'altra congrega a vincere la prima gara internazionale su strada dell'anno: l'italiano Walter Martin, della Carpano. Egli è nato ad Ostia nel '36, ma è di famiglia piemontese. Da dilettante ha gareggiato per la squadra torinese dell'Ucat, cogliendo diciotto successi in tre anni di attività. Come professionista è passato poi alla San Pellegrino e nella scorsa stagione ai « bianconeri >. Ha' al suo attivo tre secondi posti, uno nella tappa di Roma del Giro d'Italia del '58 e gli altri nel Giro dei due mari. Martin, oggi, nella volata finale a tre, dopo una lotta assai vivace e condotta a una media superiore ai quaranta all'ora, ha tagliato il traguardo con precchie lunghezze di vantaggio sui suoi compagni di fuga: il francese del nord Le- clercq e il nizzardo Bonifassl. Il primo classificato dei campioni d'una certa rinomanza, è Nencini, arrivato quinto a poco più di un minuto dal vincitore, mentre più indietro, e con maggiori distacchi, seguivano quasi in gruppo, Anquetil, Rivière, Anglade, Defllippis e gli altri. La. corsa, conclusasi col successo d'un appartenente alla « nouvelle vague » del ciclismo dalla quale si attendono non solo il ringiovanimento dei quadri ma anche l'instaurarsi di un sistema di gara nervoso e combattivo, senza riguardi per i « senatori » della strada, è stata contrassegnata da un altro episodio — anch'esso piacevole a riferire, perché ha un altro nostro corridore come protagonista: Nencini. Al toscano, infatti, si deve l'iniziativa della « battaglia » dalla quale è poi scaturita la fase risolutiva della corsa. Sulla salita che porta a Grasse (75 chilometri dal via) Nencini parte all'attacco. In un primo tempo soltanto il belga Derycke potè rispondergli. Avevano già un centinaio di metri di vantaggio sul grosso, allorché da questo, scendendo dalle alture di Vence verso il litorale, venne fuori il trio italo-franco-olandese Brugnami, Salvador e De Roo — che li raggiunse. Ma neanche questi cinque, al cui comando si prodigava sempre Nencini, rimasero a lungo soli, che condotti quasi esclusivamente dal « vecchio > Louison Bobet, altri sette corridori vi si aggiunsero — ed erano Brandolini, Graczyck, Elliot, Prìvat, Roncoe, Selix e Bonifassi. Al ponte sul Varo di La Mande, al 120" chilometro di corsa, il ritardo del grosso dalla pattuglia di fuga era di quaranta secondi, salito a un minuto giusto all'ingresso di Nizza — da dove si doveva, con la digressione per Monaco, Montecarlo e La Turbie, percorrere gli ultimi quaranta chilometri della gara. Attraversando Nizza fra una enorme confusione di automobili, qualcuno ben riuscì a svignarsela dal grosso, e dai e dai a riprendere contatto col plotoncino in fuga: e tra essi c'eraro i due italiani Martin e Manzoni. In diciotto, ora, filavano sempre a quaranta all'ora, aprendo la corsa in direzione di Monaco, mentre Nencini, poco prima, aveva rintuzzato un tentativo di Brugnami — riportandogli addosso la compagnia. La decisione della corsa, e la brusca selezione dell'a\ \nguardia doveva verificarsi sulla salita che porta alla Turbie. Nel primo tratto, d'un centinaio di metri appena il giovane torinese allungò l'andatura in modo cosi energico che immediatamente il gruppo si disintegrò. Uno dei primi a cedere fu Bobet, poi lo imitarono Graczyck e Derycke. Dopo due chilometri, anche Nencini fu costretto a cedere, e similmente Manzoni, assieme ad altri. A metà salita, soltanto tre uomini erano rimasti attaccati alla ruota di Martin: i francesi Bonifassi e Leclercq e l'italiano Brugnami. Quest'ultimo però perdeva contatto più tardi. Sarà lo sprint finale a tre fra Martin, Bonifassi e Leclercq che attribuirà la vittoria. Il pubblico si aspetta che Bonifassi rinnovi la sua vittoriosa volata di domen scorsa a Monaco, ma il torinese con poche pedalate quando mancano centocinquanta metri al tra¬ guardo, ne rintuzza l'attacco e, proseguendo nello sforzo, vince con facilità, con più di tre lunghezze di vantaggio, rialzato, a braccia larghe. Vittorio Varale Ordii.i- d'arrivo: 1) Walter Martin di Torino, che copre i 175 chilometri del percorso in 4 ore e 20' (media 40 chilometri e 40 metri orari»; 2) Leclercq u tre lunghezze; 3) Bonifassi; 4) Jeanjacques a 10"; 5) Nencini a 1*12"; 6) Bourles; 7) Fliffel; 8) Colette; 9) Salvador; 10) Brugnami; 11) De Roo; 12) Le Disse/, col tenipo di Nencini; 13) Fournicr a 2'45": 14) Galeaz; 15) Bobet: 1G) Zamboni. Seguono distaccati Anquetil, Rivière, Anglade. Deftllppis, Venture".!, Vannitsen, Keteeler, Conterno ed altri. De Bruyne, Fa vero e Panibianco si sono ritirati. Martin dopo l'arrivo a Nizza, tra il C. T. Binda (a sinistra) e Ettore Milano (Tel.