Come vivono le trentamila ragazze italiane che si trovano in Inghilterra a lavorare o studiare

Come vivono le trentamila ragazze italiane che si trovano in Inghilterra a lavorare o studiare Costituiscono il più vasto contingente femminile straniero in Gran Bretagna Come vivono le trentamila ragazze italiane che si trovano in Inghilterra a lavorare o studiare Per la maggior parte sono di umili condizioni, e fanno le cameriere o le operaie - Difficoltà d'inserirsi nella vita più evoluta del paese - Il problema delle studentesse-domestiche * In genere stanno abbastanza bene - Secondo un giornale di Bonn, le 27 mila tedesche sarebbero invece mal retribuite ed esposte a pericoli: molte costrette a cercare «illecite» fonti di guadagno per vivere? (Nostro servizio particolare) Londra, 15 febbraio. Il settimanale di Bonn, Bild am Sontag, ha voluto scrutare la vita, il lavorò, i problemi delle fi7 mila ragazze tedesche che, come studentesse, domestiche o infermiere, si troiano in Inghilterra per imparare la lingua. Il testo completo dell'indagine non è ancora giunto a Londra ma, a giudicare dai brani riftriH dalla stampa britannica, il suo tono sembra fosco, quasi drammatico. Una su tre delle giovanissime Fratilein (secondo quanto citano i fogli inglesi) è infelice ed esposta ad « orribili pericoli»; le ragazze mangiano male, sono mal retribuite e i loro studi fanno scarsi progressi: preoccupata e indignata, l'Ambasciata di Londra avrebbe inviato un rapporto al ministro degli Esteri Von Brentano. Tale sarebbe la serietà della situazione, che Bild am Sontag si rivolge ai genitori tedeschi, e dice loro: « Vi abbiamo avvisati affinché impediate che molte altre fanciulle siano vendute ». Il problema è di particolare interesse per noi italiani. Le nostre ragazze costituiscono il più vasto contingente femminile straniero in Inghilterra ed alcune osservazioni del periodico germanico valgono anche per le nostra connazionali. La struttura della giovanile comunità italiana è però assai diversa dalla tedesca: mentre nella nostra prevalgono le donne in cerca di paga e di lavoro, nella germanica (come in quella scandinava, svizzera e francese) prevalgono le studentesse. Statistiche precise non ne esistono. Fra cameriere, operaie e infermiere vi sono in Inghilterra più di SO mila italiane: il numero delle ragazze che, in uno forma 0 nell'altra, vengono per studio e soggiornano solo per pochi mesi è invece sconosciuto, ma indubbiamente elevatissimo. Comunque, prima di preoccuparci delle nostre signorine e dei loro problemi, scorriamo le critiche della rivisto germanica. La maggioranza delle tedesche verrebbe in Inghilterra au pair: la ragazza lavora, retribuita, per la famiglia di cui è ospite, ma ha (o dovrebbe avere) ampio tempo libero per i suoi studi. Secondo Bild am Sontag, il compenso (2500-3000 lire la settimana) dato a queste fanciullo 6 troppo basso e alcune di loro, fra cui parecchie minorenni, cercherebbero altre fonti di guadagno. La rivista cita il caso di ragazze che hanno abbandonato i lari domestici per lo spogliarello. *E' allarmante — sostiene l'autore dell'inchiesta — quante domestiche tedesche in Inghilterra finiscano male ». Vengono citati episodi drammatici: quello di una fanciulla di 15 anni, rispedita in Germania, dopo essere stata trovata con un indiano cinquantenne e quello di una diciottenne intelaia, in Inghilterra, agli stupefacenti. Nel '59 — afferma il periodico citando dati ufficiali — sessantun minorenni tedesche diventarono madri in Gran Bretagna e l§37 furono rimpiatriate dal consolato perché prossime a diventarlo e prive di mezzi. Si tratta ovviamente di eccezioni ma, secondo Bild am Sontag, anche le studentesse più fortunate ed assennate non .sono, in linea di massima, felici. Si lamentano di non aver tempo sufficiente per gli studi: sostengono che i giovanotti inglesi non sono gentlemen: hanno l'impressione di non essere ben viste a causa della loro nazionalità. Se l'inchiesta rispecchi fedelmente la situazione delle tedesche non siamo ih grado di dire, ma sbaglierebbero i genitori italiani che ne traessero motivo di allarme per le loro figliole a Londra. Le italiane, quale che sia il loro ceto sociale, sono accolte ovunque con cordiale simpatia e, se contrasti vi sono, essi derivano da motivi ' puramente personali e non nazionali. Bisogna distinguere tra le studentesse (anche se au pairj dalle lavoratrici vere e proprie, operaie e domestiche. Que sfultima categoria dà maggiori preoccupazioni alle assistenti sociali. Molte lavoratrici (cameriere, cuoche, sguattere) sono di umilissime condizioni, hanno dietro di sé secoli di miseria e di ignoranza, sono facili vittime di ogni tentazione. Esistono cifre, divulgate dall'ottimo « Consiglio nazionale per l'assistenza alle ma dri nubili ». Nel 'S8, 57 italia ne, tutte di umili origini, si rivolsero al Consiglio perché nei guai: lo scorso anno, il numero sarebbe stato ancora più al to. « Molte donne che vengono in Inghilterra — ha detto il Consiglio in un suo rapporto sono giovanissime, senza esperienza del mondo, sovente analfabete. Queste ingenue primitive fanciulle si mettono facilmente nei pasticci e quan do si accorgono di essere incinte vogliono partorire qui per non far sapere nulla alla loro famiglia. Vi è inoltre il lato « professionale ». Queste donne, soprattutto le meridionali, non hanno mai visto un aspirapolvere, una lavatrice, l'acqua corrente e, prima o do po, la loro « primitività » irrita i padroni. Le nostre assistenti sociali hanno fatto presente, più volte, a Roma, la necessità di una « selezione » e soprattutto di vietare l'espatrio alle analfabete, per il bene stesso delle fanciulle; ma senza successo. Le studentesse s'inseriscono più facilmente nella vita bri¬ tapeapvaaspeviesunblSeautupirirecanoinlaprebtrmcoceimCilgstchchqmFtoime stqnFrecsfiancqnlovtMcmvcvdiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiii tannica e, se anche qualcuna perde la testa (quasi sempre appartengono ai ceti più elevati), in linea di massima sono assennate, serie e prudenti. E' però opportuno un avviso. Chi viene au pair non si aspetti di essere la coccolata ospite di una famiglia, con il solo obbligo di qualche spi tveratina. Secondo gli inglesi, te ragazze au pair, anche se il loro status è diverxo, devono lavorare più o meno come una cameriera, hanno solo una maggiore libertà. Questo malinteso ha causato infinite lacrime e le nostre autorità sconsigliano infatti il sistema. Chi non se la sente di alzarsi alle e, preparare i toasts, scopare, lavare, fare i letti, badare ai bambini, e tutto questo per due o tre sterline la settimana, è meglio venga in Inghilterra come semplice studentessa o cerchi qualche altra forma di impiego. Mario Cìrìello

Persone citate: Mario Cìrìello, Sontag, Von Brentano