La Francia continua le prove nucleari Fra due mesi scoppierà la seconda "atomica" di Sandro Volta

La Francia continua le prove nucleari Fra due mesi scoppierà la seconda "atomica" Delusione a Parigi per le negative reazioni di Washington La Francia continua le prove nucleari Fra due mesi scoppierà la seconda "atomica" Più piccola della precedente, sarà trasportabile - Già iniziati i lavori per la bomba H; in programma la costruzione di 50 aerei per il trasporto dell'ordigno - Per colmare il distacco sarà necessario un gigantesco sforzo finanziario - "Le Monde,, teme conseguenze sul piano mondiale (Dal nostro corrispondente) Parigi, 15 febbraio. / giornali francesi continuano a commentare l'esplosione atomica di Reggane, e benché sia ancora vivo il compiacimento per il successo scientifico ottenuto dai tecnici militari che hanno costruito l'ordigno, si nota già una certa delusione per la mancanza di quei risultati diplomatici che molti si aspettavano. Le violente reazioni dei paesi afroasiatici non sembrano infatti tali da facilitare l'azione del general? De Gaulle per una soluzione pacifica del problema algerino, tanto più che, come ha dichiarato il presidente Nasser, quei paesi considerano il territorio del Sahara, dove è avvenuta l'esplosione, parte integrante dell'Algeria. Ma ciò che ha disorientato soprattutto gli ambienti responsabili francesi è l'atteggiamento di Washington, sul quale potevano essersi create delle illusioni a Parigi, mentre pare che ormai non possano esserci più dubbi: gli Stati Uniti non sembrano affatto disposti a considerare l'ordigno esploso a Reggane come quel « progresso consistente » nel campo nucleare che la legge americana prescrive per autorizzare la comunicazione dei segreti atomici agli alleati. In queste condizioni, la Francia viene a trovarsi nell'angosciosa necessità di fare la scelta: o rinunciare all'ammissione nel « club ato¬ mico », o continuare gli esperimenti, sacrificando altre centinaia di miliardi prima di arrivare a risultati concreti. Dalle dichiarazioni del ministro delle Forze Armate, Pierre Mes~sTnè~r, s~èmoferéb~be" 9M\ il governo abbia già scelto la seconda via. Il ministro ha affermato infatti che altre esplosioni avverranno prossimamente a Reggane e che i lavori preparatori per la costruzione di una bomba H sono già incominciati. A Reggane, la seconda bomba A francese potrà forse esplodere entro due mesi. Sarà molto più piccola dell'ordigno di sabato scorso e, perciò, diventando trasportabile in aeroplano, acquisterà il valore di un'arma tattica. Sarà anche meno potente della precedente perché, a quanto pare, avrà press'a poco gli stessi effetti di quella che fu s<ya?tciata su Hiroshima. In questo caso, la Francia verrà a trovarsi nelle stesse condizioni in cui gli Stati Uniti erano quindici anni fa. Ma in questi quindici anni enormi progressi sono stati compiuti dai paesi che fanno parte del club atomico: Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna, e la Francia dovrebbe ancora compiere enormi sforzi per portarsi al loro livello. L'anno scorso, parlando agli allievi della Scuola militare, il generale De Gaulle aveva assegnato alla « forza d'urto nucleare» il compito di intervenire «ovunque sulla terra» perché la Francia può venire distrutta « eventualmente a partire da qualsiasi punto del mondo». " Per" -arrivare -a-questi • risultati, non basta però che l'ordigno di Reggane diventi una vera bomba, e cioè di proporzioni aereo-trasportabili, bisogna anche disporre degli aerei per il trasporto e per il lancio. La Francia aveva previsto, per questo compito, la costruzione del bombardiere <Mirage IV», che però ha subito diverse modificazioni, nel corso degli esperimenti, fino all'adozione di un nuovo modello che potrà trasportare la bomba A a una distanza di circa duemila chilometri. L'inizio della costruzione in serie di cinquanta apparecchi di questo modello è prevista per la fine del 196S. Costeranno, ognuno, circa tre miliardi di franchi, oltre una quarantina di miliardi per le spese di impianto delle catene di produzione. Potrebbero entrare in servizio un anno più tardi, ossia verso la fine del 1964. I cinquanta apparecchi con duemila chilometri di autonomia sarebbero, in ogni modo, ben lontani' dall'assicurare alla Francia la forza d'urto in grado di intervenire « ovunque sulla ferra», voluta dal generale De Gaulle. Per questo compito sono necessari missili a media e lunga, portata, e l'impiego della bomba H. Ciò richiede mezzi tecnici e finanziari enormi, se gli Stati Uniti continueranno a rifiutare agli alleati ti controllo diretto delle spolette nucleari. L'esplosione di sabato scorso segna dunque appena la premessa di un programma di armamento nucleare, che, ^qualora il governo francese volesse veramente impegnarvisi, porterebbe il paese in una pericolosa avventura, tanto più pericolosa in quanto, abbinandosi alla dispendiosissima guerra di Algeria, finirebbe per assorbire gran parte delle risorse nazionali e non permetterebbe alla Francia di gareggiare con gli altri paesi sulla via del progresso civile. Continuare gli esperimenti nucleari, quando Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna li hanno cessati, potrebbe d'altronde avere disastrose conseguenze anche nel campo internazionale. Per ora, i favori dei tre grandi di Ginevra, continuano come se l'esplosione di Reggane non fosse avvenuta, ma, osserva stasera Le Monde, « la continuazione da parte della Francia del suo sforzo di armamento atomioo sarebbe evidentemente di natura tale da porre seri problemi alla conferenza di Ginevra». Gli sforzi compiuti finora per arrivare alla proibizione delle armi atomiche saranno stati dunque Inutili? L'Unione Sovietica, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna riprenderanno i loro esperimenti, pericolosissimi per tutto il genere umano? Altri paesi di potenza media, da una parte e dall'altra della cortina di ferro, vorranno avere anche loro un armamento atomico proprio? Sono domande che, dopo la euforia del successo tecnico, la opinione pubblica incomincia a porsi con manifesta angoscia, attenuata soltanto dalla speranza che l'evidenza del pericolo comune faccia affrettare l'accordo per eliminare la minaccia sospesa su tutto il mondo. « L'esplosione di una bomba A. •.— scriveva stamane Raymond Aron sul Figaro —.non porta la Francia all'epoca sorpassata in cui ogni paese poteva darsi da solo gli strumenti della propria difesa, al contrario: essa l'obbliga a superare il provincialismo della « sola Francia ». Sandro Volta

Persone citate: De Gaulle, Nasser, Raymond Aron