La Roisecco querelata per calunnia dal suo antico legale di fiducia

La Roisecco querelata per calunnia dal suo antico legale di fiducia La Roisecco querelata per calunnia dal suo antico legale di fiducia L'avv. De Bernardi era stato accusato in aula dalla affarista di averla indotta a falsificare an assegno da 350 milioni • La nuova denuncia unita agli atti del processo (Nostro servizio particolare) Genova, 13 febbraio. Il processo Roisecco ha preso più vaste proporzioni quando sombrava prossimo alla fine. Non bastano cinque anni di istruttoria e tre mesi di dibattito, con decine di testimoni che hanno ripetuto per intere giornate la loro versione dell'intricata vicenda. Molto lavoro è da rifare, perché la situazione è mutata negli ultimi giorni, da quando la protagonista ha cambiato l'atteggiamento iniziale, rassegnato e riservato, passando a una offensiva che le ha procurato non pochi guai. Per due mesi la Roisecco aveva ripetuto: « Non ricordo, non so, non intendo far nomi >. Poi ha fatto i nomi, ha precisato fatti e circostanze, attirandosi smentite e querele. Ultimo guaio della fantasiosa signora è la denuncia presentata oggi contro di lei dal suo antico alleato, avv. Anchise De Bernardi, l'uomo che compare ad ogni passo del processo e che rimane trincerato in una clinica milanese. L'altro ieri la Roisecco raccontò ai giudici che il De Bernardi l'aveva indotta a fabbricare un assegno falso di 350 milioni, con la firma dell'industriale romano Romolo Vaselli. L'assegno doveva servire a calmare il suocero di De Bernardi, Giarmoleo, noto albergatore milanese, creditore di centinaia di milioni verso la Roisecco. La signora confermò il racconto anche quando il presidente l'ammonì sulla gravità di quanto diceva: l'avv. De Bernardi ha reagito, incaricando due legali genovesi, l'avv. Monteverde e l'avv. Paci, di querelare la Roisecco. Dalla Procura la denuncia è passata al Pubblico Ministero del processo Roisecco, dott. Cuomo: vedremo alia prossima udienza, fissata per martedì, se il nuovo procedimento verrà abbinato a quello in corso. In ogni caso, la situazione della signora si è ancora aggravata. De Bernardi smentisce anche i particolari raccontati dalla Roisecco. La signora disse che l'assegno non fu esibito al Giarmoleo perché suo genero seppe in tempo che egli era amico di Vaselli e suo vicino di casa a San Michele Pagana, presso Rapallo. Giarmoleo avrebbe potuto immediatamente constatare la falsità dell'assegno fabbricato da suo genero e dalla Roisecco Ma oggi De Bernardi fa sapere che Giarmoleo non era affatto amico di Vaselli, né suo vicino di casa. Non sarà diffìcile appurare anche questo: se sarà provata la falsità di quanto ha raccontato la Roisecco, la già scarsa fiducia nelle sue « rivelazioni » subirà un grave colpo, per non dire delle conseguenze penali. Si deve distinguere, a que¬ sto punto, la figura della Roisecco come esecutrice di illeciti affari all'ombra della politica, dalla figura di una signora fantasiosa e disordinata, manipolatrice di assegni falsi per miliardi di lire (ne fabbricò per l'importo di un miliardo e cinquanta milioni). La prima Roisecco esiste indubbiamente: non si possono negare i suoi legami politici con alti personaggi che la aiutarono o la protessero. Ma accanto a quella Roisecco che ha assunto importanza nazionale, è la donna che il processo sta rivelando in questi giorni, tanto più dopo l'implacabile deposizione del testimonio Erwin Schatz. Donna propensa a falsare documenti, a farsi dare denaro con artifici, a ingannare il prossimo con incredibile disinvoltura. Fra i tanti misteri resta questo: perché mai, essendo molto ricca, si ridusse a simili avventure. E perché mai quegli uomini politici si affidarono a una tale donna per i loro traffici (tutti i partiti, più o meno, hanno speculato per autofinanziarsi, ma ricorrendo ad agenti più discreti), perché, a parte i traffici, le diedero tanta fiducia e tanto prestigio. Erwin Schatz, l'ex-apolide divenuto tedesco, ha messo in luce che la Roisecco aveva realmente forti appoggi politici. Ha anche avanzato una ipotesi appoggiata da precise circostanze: la Roisecco sarebbe riuscita, per mezzo dei suoi protettori romani, a farlo internare in un campo profughi e poi a farlo espellere dall'Italia perché colpevole di aver intentato azione contro di lei, al fine di ricuperare i milioni che le aveva prestato. Se il fascicolo Schatz, esistente presso la polizia della Capitale, dimostrerà che l'apolide era veramente un trafficante d'armi, come ha detto la Roisecco, l'opinione pubblica si domanderà perché egli ebbe permessi di soggiorno per diversi anni nel nostro Paese, perché restò indisturbato finché la Roisecco era potente? Se dal fascicolo della polizia non risulterà alcuna prova e Schatz apparirà come un innocuo e onesto rappresentante di stoffe (quale egli ha detto di essere sfidando chiunque a dimostrare il contrario) l'opinione pubblica si domanderà perché Schatz fu internato nel campo delle Fraschette per due anni e quindi espulso dal nostro Paese. Il fatto che egli sia stato internato subito dopo essersi ribellato alla Roisecco lascia affiorare gravi interrogativi. Con questi fatti nuovi, il processo si è allargato. Si allargherà ancor più se il Tribunale chiamerà a testinoniare alcuni personaggi romani che la difesa indica come coinvolti negli affari politico-commerciali della aignora; gli af¬ fari andati bene con larghi guadagni dei finanziatori e dei partiti che diedero il loro appoggio, non quelli costruiti dalla fantasia della signora e finiti nell'accusa di truffa. Mario Fazio

Luoghi citati: Genova, Italia, Rapallo