"Mi offrì di farmi liberare dal campo se avessi rinunciato ai miei milioni,,

"Mi offrì di farmi liberare dal campo se avessi rinunciato ai miei milioni,, Gravo affermazione iti un feste contro la Roleeooo "Mi offrì di farmi liberare dal campo se avessi rinunciato ai miei milioni,, Quando il tedesco Schatz cercò di riavere i capitali affidati alla affarista, fu da questa accusato di trafficare armi - Internato in un luogo di raccolta, vi rimase ben due anni - Il Tribunale ordina un'inchiesta per accertare i motivi del provvedimento - L'imputata ha una crisi di disperazione (Nostro servizio particolare) Genova, 12 febbraio. Giornata nerissima per la signora Roisecco, sotto l'implacabile testimonianza del tedesco Erwin Schatz, tenace, preciso e freddo accusatore. Quando ha Anito di parlare, verso le 6 del pomeriggio, Schatz si è inchinato compitamente verso ì giudici ed ha ringraziato il presidente per averlo fatto venire dalla Germania; quindi, come un soldato che ha vinto la sua batlaglia, si è allontanato con lo sguardo glaciale fisso nel vuoto. In quel momento la Roisecco è crollata: le lacrime hanno inondato il suo viso, devastato dalla stanchezza e dal risentimento, hanno sciolto il trucco, dandole un aspetto ben diverso da quello abituale. Non era più la signora dal piglio giovanile e svagato, quasi divertita dal processo, ma una donna avvilita, repentinamente invecchiata e sfiduciata. Il Tribunale si è concesso una pausa e la signora è uscita dall'aula in compagnia dei suoi avvocati, continuando a piangere nel cortile del Palazzo Ducale. Quando l'udienza è stata ripresa, sul banco degli imputati non c'era che un ufficiale giudiziario, intento a sciogliere cruciverba. Il tedesco, antico finanziatore della Roisecco, non ha rivelato novità sensazionali. Ma ha affrontato ogni dettaglio della vicenda con minuziosità caparbia; ha demolito le posi¬ a e e i l e n a e i è e r i i . zioni della Roisecco, mostrandone la falsità, senza cedere di un pollice, incalzando con cifre, date, nomi. Ad un certo punto l'imputata ha esclamato verso di lui: « Era un indesiderabile perché trafficante d'armi >. Schatz non si è scomposto: « Chi le disse questo? Faccia il nome e gli darò querela ». Il presidente ha insistito e la Roisecco ha. detto: «Me lo disse il dott. Villani, segretario del ministro Sceiba». Fra ie conseguenze del processo Roisecco avremo probabilmente anche la querela di un tedesco ex-apolide al segretario di un ex-capo del governo italiano. La storia dei traffici d'armi è cosi riaffiorata, senza minimamente turbare lo Schatz, il quale ha insistito perché il Tri. bunale richieda agli uffici romani di polizia il fascicolo che lo riguarda, sicuro dell'inesistenza di prove contro di lui. < Se io fossi un trafficante di armi non sarei venuto spontaneamente da Francoforte per deporre a questo" processo», egli ha detto al giudici. Se il fascicolo della polizia non porterà alcuna prova avremo scoperto un altro brutto aspetto della vicenda Roisecco: è dunque possibile nel nostro paese far passare un individuo per trafficante d'armi, senza prove, senza contestargli alcun reato, internandolo in un campo profughi per alcuni anni, per poi spedirlo fuori dei confini senza alcuna spiegazione? Ecco la storia di Erwin Schatz. Di origine ungherese, egli si era stabilito a Genova nell'immediato dopoguerra. Apolide, doveva richiedere ogni quattro o sei mesi un permesso di soggiorno alle autorità di polizia. Quando conobbe la Roisecco e la finanziò, la signora intervenne presso alcuni amici romani per prolungare i permessi. Tutto andò bene fino al crollo della signora, avvenuto nel marzo 1953. Il 25 marzo lo Schatz protestò gli assegni non pagati dalla Roisecco e fece azione di pignoramento dei suoi beni. Dopo poche settimane fu internato nel campo delle Fraschette, presso Alatri: ci restò Ano al 1955. Se egli era un vero trafficante d'armi perché non fu espulso prima? Schatz ha detto chiaramente di considerare l'internamento come una punizione per avere agito contro la Roisecco. Egh ha aggiunto che la signora, dopo il crack, dopo la sparizione e il mancato suicidio, andò a trovarlo ad Alatri, nell'agosto 1953, ponendogli il dilemma: « Se vuole essere liberato accetti una transazione, accontentandosi del dieci per cento del credito nei miei confronti. Se non accetta, resterà internato ». Schatz non accettò e dovette attendere la liberazione fino al 1955, sempre senza conoscere il motivo del gravissimo provvedimento di polizia preso a suo carico. Fu espulso dall'Italia ancora per motivi oscuri. Il presidente del Tribunale è rimasto attonito: «Nessuno le contestò mai qualcosa? j. « Mai >, ha risposto Schatz. Allora il presidente si è rivolto alla Roisecco, che prima s'era vantata di avere ottenuto permessi di soggiorno per l'apolide, e le ha detto: « Se questi fosse stato davvero un trafficante d'armi, lei vorrebbe raccontarci che le autorità italiane ne consentivano il soggiorno nel nostro paese per farle piacere? ». Schatz ha abbozzato un applauso verso il Tribunale, riprendendo subito la sua rigida compostezza; 11 pubblico ha riso; la Roisecco è rimasta senza parola ed il suo difensore, avv. Ciurlo, è insorto violentemente, protestando con parole infuocate. Non è stato che uno dei tanti scontri fra il teste e la disorientata signora, tanto scossa da chiamare ripetutamente il presidente « signor Roisecco ». Schatz sosteneva di averle dato 170 milioni, la signora protestava di averne avuti soltanto 73; dopo infiniti conteggi, che hanno occupato gran parte dell'udienza del mattino, Schatz ha fatto venire il notaio Grondona e l'aw. Pigolio come testimoni, ha precisato il numero degli assegni e i relativi importi. Le cifre sono sbalorditive: con i « premi », o interessi, Schatz era diventato In breve tempo creditore di quattrocento milioni. Abbandonati i guadagni, Schatz ebbe parziali rimborsi: oggi vanta ancora, un credito di novanta milioni. La Roisecco gli dava assegni con la sua firma e con quella del marito Stefano; ora essa sostiene di aver falsificato anche la firma del marito, allo scopo di dimostrarne la non partecipazione. Ma Schatz è stato implacabile contro il marito. Schatz — La Roisecco esibiva un assegno di S50 milioni con firma Vaselli, uno di 250 e uno di 450 con firma Guglielmonc, uno in bianco coti firma Goyiella. Roisecco — Non è vero, lei ha giurato, deve dire la verità. Schatz — Conosco l'importanza del giuramento che ho prestato. Del resto, ci sono persone che possono testimoniare. Presidente — Noi abbiamo trovato effettivamente l'assegno Vaselli fra le carte dell'avv. De Bernardi, a Milano. Erwin Schatz non ha dimenticato alcun dettaglio: ha ricordato le feste in casa Roisecco con partecipazione del sottosegretario alle Finanze Castelli, del colonnello della Polizia tributarla Petrella, del dFcpRnii lnnciStpupcètrssigvbsdfspsFpErrmSgspscvuaccfqctfbnpsEacdbdn<dst direttore' del Credito Italiano Fabiano (poi morto di crepacuore in seguito al crack). Ha parlato della amicizia della Roisecco col questore di Genova Solinas, ha ricordato gli inviti a Nervi per serate con i coniugi Gonella, vantati dalla signora. Infine, il medaglione d'oro con dedica della d.c; non ha dimenticato certi accenni fatti dalla Roisecco a importazioni di pesce dalla Spagna con l'appoggio del partito repubblicano: vanterie, precisa Schatz, il quale fece un'indagine presso amici repubblicani, non trovando alcuna conferma. La posizione della Roisecco è stata oggi molto scossa, tanto più dal punto di vista morale. Le sue affermazioni sono state nebulose, quanto precise sembravano quelle di Schatz, il quale ha aggiunto una aggravante: la Roisecco metteva in circolazione assegni bancari a firma di un inesistente Mario Rossi. Non è andata a favore della signora la faccenda del dilemma posto al suo creditore: o accetti una parte di quanto ti devo, o resti internato nel campo delle Fraschette. Era davvero cosi potente, anche dopo il crollo? E' possibile che qualche autorità si sia prestata a un tale ricatto? Quali furono 1 veri motivi dell'internamento di Schatz? Ecco una nuova indagine che si compierà, per dissipare una delle tante nubi del processo Roisecco. Ma c'è dell'altro per impensierire la Roisecco. Sembra che il suo antico alleato avvocato De Bernardi minacci una querela contro di lei per, aver detto nell'udienza di ieri che egli le suggerì di fabbricare un assegno falso. La Difesa gioca le ultime carte: questa sera l'aw. Ciurlo ha chiesto la citazione di nuovi testimoni che dovrebbero confermare come la Roisecco abbia svolto realmente, operazioni commerciali col favore di partiti politici, in buona fede, senza voler truffare alcuno. Ecco 1 nomi: Carlo Buriani, avv. Nicola Cupi, Alfredo Rocco, prof. Pietro Battara, tutti di Roma. L'aw. Cupi dovrebbe riferire sui traffici svolti dalla Roisecco in collaborazione col giornale democristiano < Libertà d'Italia », importando crusca e sacchi, speculando sui pacchi-Enal e sulle lamette da barba. Il prof. Battara dovrebbe spiegare come la Roisecco importò cinquemila tonnellate di olio minerale con appoggio politico, dividendo i guadagni col Psdl e col Psu. Se alla prossima udienza, fissata per martedì, 11 Tribunale accetterà queste richieste, decidendo anche sull'audizione di grossi personaggi come il ministro Gonella, il processa Ite! secco allargherà ancora le sue dimensioni. Mario Fazio La signora Ebe Roisecco, in lacrime e sconvolta, esce dall'aula dopo la drammatica udienza di ieri (Telefoto)