Mwambutsa sovrano dell'Urundi è imbattibile ballerino di cha-cha-cha di Giovanni Giovannini

Mwambutsa sovrano dell'Urundi è imbattibile ballerino di cha-cha-cha INTERVISTA NEL "NIGHT-CLUB,, CON UN RE NEGRO Mwambutsa sovrano dell'Urundi è imbattibile ballerino di cha-cha-cha Da quando fu la prima volta a Bruxelles, per restituire la visita a Baldovino del Belgio, non c'è locale notturno d'Europa che abbia segreti per lui - Dopo aver eseguito Piove, Lunalù, Carina, si ferma con una giravolta perfetta, e saluta il giornalista italiano: «Ciau ciau bambina» - Ma non si deve da questo trarre qualche erroneo giudizio; Mwambutsa governa il suo reame con mano di ferro - La sua potenza di capo assoluto di clan gli permette di dichiararsi filo-europeo - « L'indipendenza va bene, egli dice, ma se i bianchi ci lasciano da un giorno all'altro, siamo fritti » (Dal nostro inviato speciale) Usumbura (Urimdi), febbraio Sono finalmente alla presenza di uno dei due mwaml o re del Ruanda-Urundi, p precisamente di Mwambutsa I sovrano dell'Urundl. Trovarlo non è stata cosa da poco, da Elizabethville ho volato verso nord per due ore quasi sempre sul lago Tanganika largo più di un centinaio di chilometri, lungo' come da Roma a Milano: due ore passate in fretta con i compagni di viaggio, che raccontano itone atroci degli enormi coccodrilli che o<,ni tanto guizzano a riva a mietere vittime — l'ultima, un bambino italiano che sulla spiaggia di Albertville giuocava insieme a due fratellini, addentato ad un piede, trascinato al largo, scomparso — storie curiose di ippopotami che ogni tanto compaiono graziosi e, dicono, innocui sulta strada ri¬ vierasca ad interrompere il traffico. E sono ad Usumbura, città piccola ma bella, sede dell'amministrazione belga sia per il Ruanda sia per l'Urundi, che insieme costituiscono un territorio affidato in mandato al Belgio fin dalla prima guarà mondiale dopo esser stato colonia tedesca. Se di indipendenza non si parlava in Congo fino a qualche anno addietro, qui non se ne è fatto parola alcuna fino a pochi mesi fa: ora anche il Ruanda e l'Urundi hanno bruciato le tappe, non vogliono più. attendere, vogliono subito la libertà. E qui più. che al Congo la situazione è difficile, perché le rivendicazioni nazionalistiche si intrecciano sullo sfondo di una struttura sociale antichissima di caste e di razze, arretrata di secoli, forse di un millennio. Assente il nuovo re del Ruanda Rigali V, vado alla ricerca di Mwambutsa nella sua capitale dell'Urundi, Kitega, persa in un mare di colline che si accavallano fino a più di 1000 metri, facendo ZZO chilometri di strada piuttosto duri, nonostante le prodezze di una < S100 » arrivata fresca fresca da Torino, e di un guidatore d'eccezione (uno dei Sella che insieme ai Prina di Vallemosso e ai Ferdinandi umbri e a tanti altri italiani, sono x^enuti in questo paese sperduto a crearsi una rispettabile fortuna). Sono migliaia di curve, senza un rettilineo di cento metri, salendo in un paesaggio simile a quello delle nostre prealpi, con neri che spuntano da ogni parte a gesticolare, levarsi il cappello, urlare. Con meno di un quarantesimo della- superficie del Congo, il Ruanda XJrundi ha una popolazione pari a più. di un terzo: quasi cinque milioni di abitanti contro meno di quattordici. E, come in Congo, più che nel Congo, U ritmo di accrescimento è favoloso, fra i più alti del mondo: forse il massimo problema per questi paesi, colonie o indipendenti che siano. A Kitega, poche migliaia di persone, un pugno di europei (e anche qui quasi tutti piemontesi, impresari che trasportano materiale con preziosi camion, fanno strade, tirano su case: impressionante, quantitativamente e qualitativamente, la nostra presenza sia in Congo che nel Ruanda Urundi). Gli edifici sono quasi tutti nuovi e graziosi, dominati da una grande elegantissima villa, la reggia del mwami: ma Mwambutsa non c'è, c'è solo un armigero in una splendente uniforme mezza europea e con un cane preoccupante. Dov'è il ret chissà, forse proprio da dove venia- me. ad Usumbura. Ed è ad Usumbura che finalmente siamo al cospetto di Sua Maestà: cinquantenne, di media statura, il volto sorridente, gli occhi mobilitimi, il sovrano è in qvesto momento alle prese con un chacha-cha perfetto. Per vedere il re di due milioni di Burundi, abbiam dovuto fargli la posta tutte le sere controllando diligentemente i due locali notturni di Usumbura per scovarlo finalmente a mezzanotte al Tanganjika, posto elegante dove gli europei si ritemprano alla brezza notturna del grande lago e dove pochi neri osano mettere piede. Come sovrano è difficile dire, come ballerino Mwambutsa I è sicuramente imbattibile. Da quando anni addietro è stato per la prima volta a Bruxelles a restituire la visita che Baldovino aveva fatta in Congo e in Ruanda Urundi, non c'è più locale notturno d'Europa che abbia segreti per lui, a cominciare da quelli che più gli sono piaciuti, il Crazy Horse di Parigi e il Bataclan di Ginevra. Durante i suoi soggiorni, ogni tanto le autorità belghe ne perdevano le tracce, e dovevano scovarlo faticosamente nei posti più gradevoli del Continenie, tipo Costa Azzurra, dove Sua Maestà si era improvvisamente rifugiato, in generale non solo. Ed anche a casa sua, dove la seconda moglie è abituata a lunghe, interminabUi attese, i suoi Burundi visibilmente lo annoiano con la loro mania della politica, quando può corre ad Usumbura tra i bianchi, possibilmente tra le bianche: stasera, per esempio, lo vediamo presiedere una tavolata con sei maestrine belghe, un paio delle quali con i rispettivi mariti che cercano di stare al giuoco molto aperto e molto deciso del vitalissimo sovrano. I balli si succedono, e solo verso l'una, approfittando di un momento di stanchezza non di Mwambutsa I ma delle sei maestrine, che tutte insieme non riescono a tenere il passo di lui che non perde un ballo, riusciamo a presentare i nostri omaggi a Sua Maestà. < Giornalista italiano T Evviva! > e giù in perfetto francese una lista di locali notturni tale da far invidia ai più esperti viveurs nostrani. Politica? Il mwami si secca, dal volto gli scompare l'eterno sorriso giovanile: « Lasci stare, lasci stare, sono cose che sanno tutti, ne sanno tutti più di me, casomai ne parliamo domani, va bene a mezzogiorno? (non lo vedremo più), adesso balliamo >. Poi, come per dimostrarmi la sua benevolenza: < Italiano?, eh? un momento ». Chiama il direttore d'orchestra, gli borbotta qualche cosa, ed ecco re Mwambutsa esibirsi nell'ordine con tre differenti maestrine in Piove, Lunalù, Carina: si ferma con una giravolta perfetta davanti a me, grida: < Ciau ciau bambino > e torna al suo tavolo ad ingurgitare rapidamente birra, champagne e whisky prima di riprendere a ballare. Se da questi cenni, qualcuno fosse indotto a ridurre la figura di Micambutsa ad una macchietta, sbaglierebbe di grosso. Ballo, liquori e donne a parte, il mwami quand'è a Kitega governa il suo reame con mano di ferro: al primo accenno di mormorio, capi e sottocapi vengono destituiti e sostituiti d'urgenza con fedelissimi. Quando, nel novembre scorso, ci furono nel Ruanda disordini fra i dominatori batutsi e gli oppressi bahutu con centinaia o — secondo le versioni — migliaia di morti, Mwambutsa parlò subito e chiaro e nell'Urundi nessuno mosse un dito. La sua posizione di forza, non tanto come appartenente alla classe dominante quanto come capo assoluto di clan potente e sicuro, gli permette, caso ormai più unico che raro in tutta l'Africa, di dichiararsi apertamente filoeuropeo: « L'indipendenza va bene — ripete ai più agitati dei suoi sudditi, — ma se i bianchi ci lasciano da un giorno all'altro, siamo fritti*. Il paese è povero e per di più diviso fra gli aristocratici batutsi, il grosso bahutu e pochi batua pigmeidi: nell'Urundi, e ancor più nel Ruanda, si dà lo strano caso che è la piccola minoranza di padroni a xoler subito l'indipendenza totale per poter fare quello che vuole, mentre l'assoluta maggioranza ne ha una sacrosanta paura ed è favorevole ad un rinvio fino a quando non sia realizzato un qualche assestamento democratico, con relative garanzie per la maggioranza perseguitata dalla minoranza. Dove si vede come in Africa le misure per concedere l'indi pendenza meritino di essere valutate caso per caso. Quanto a noi, dichiarano i funzionari dell'amministrazione belga, spendiamo per questo paese qualcosa come dieci miliardi all'anno senza contropartita alcuna, perché è una terra povera: se proprio vogliono che ce ne andiamo, faranno un grosso regalo ai contribuenti del nostro paese, ma come faranno ad andare avanti non lo sappiamo: se questi soldi non glie li diamo noi, non glie li darà di sicuro nessuno al mondo. Re Mwambutsa queste cose le sa e tiene duro, tanto più che sembra perfettamente convinto della piacevole coincidenza fra l'interesse del suo popolo e il genere di vita che lui personalmente preferisce. Sa altrettanto bene che non tutti i suoi, compreso il figlio maggiore principe Rwhagasore, col quale il giorno dopo avemmo un colloquio di estremo interesse, la pensano come lui e che l'arco, le frecce, il veleno sono cose assai comuni nel c paese delle colline ». Per questo nella notte davanti al Tanganjika era ferma in permanenza col motore acceso una macchina nera con due o tre pezzi di marcantonio a bordo. Dentro, lui continuava a passare dalla birra al whisky, allo champagne, da un brindisi all'altro, da un cha-cha-cha ad un valzer, battendoci tutti sulla resistenza, le dame e soprattutto i loro mariti, i camerieri e gli orchestrali. Un gran re, non so; ma un gran ballerino di sicuro, una figura di altri tempi forse, ma certo un bel tipo questo re Mwambutsa I, mwami dell'Urundi. Giovanni Giovannini Mwambutsa cinquantenne sovrano dell'Urundi

Persone citate: Baldovino Del Belgio, Ciau, Mwambutsa I, Prina, Rigali V