E' morto il cardinale Stepinac nel villaggio dove era confinato di Enzo Bettiza

E' morto il cardinale Stepinac nel villaggio dove era confinato Mei 2946 era stato condannato dal regime di Tito E' morto il cardinale Stepinac nel villaggio dove era confinato Si è spento a 61 anno, di polmonite, nella sua casa natale - Ricevette la porpora nel 1952 e non potè mai venire a Roma per l'imposizione del galero - Le tremende vicende della Croazia dal '41 al '45 e la parte avuta dal presule: spesse volte si levò contro gli eccidi degli ustascia - Non si piegò al comunismo Belgrado, 10 febbraio. Il cardinale arcivescovo di Zagabria è primate cattolico di Jugoslavia, Aloysius Stepinac, è morto oggi alle 14,30 in seguito a polmonite nella sua casa natale di Krasic dove era confinato da anni. Avrebbe compiuto 62 anni in maggio. il medico personale del porporato, dottor Bogicevic, era stato chiamato a Krasic con ula telefonata, da Zagabria, dove vive. Egli era accorso aranio in automobile, accom- pagnato da alcuni ematologi e cardiologi ma al suo arrivo il cardinale era già spirato. La notizia del decesso è stata comunicata ai medici dall'agente di polizia che è regolarmente di servizio dinanzi alla casa del porporato. Il dottor Bogicevic ha precisato che la morte del porporato è stata provocata da bronco-polmonite e da una miocardite acuta. Il cardinale era a letto da domenica, quando, dopo la Messa, era stato colpito da una febbre leggera. L'alterazione era scomparsa più tardi e non si era più ripresentata per tutta la giornata di lunedì. Ieri si era sparsa la voce che il cardinale Stepinac era sofferente per una grave infreddatura. TI porporato versava in cat- rive condizioni di salute fin dall'epoca del suo rilascio dal carcere nel 1951. Nel giugno 1953 si apprese che egli soffriva di disturbi circolatori ed il- mese successivo alcuni specialisti diagnosticarono una rara malattia del sangue do vuta ad un eccesso di globuli rossi, da mettere in rapporto con un attacco di trombosi, subito nel precedente mese di dicembre. L'agenzia ufficiale jugoslava Tanjug ha diffuso la notizia solo nel tardo pomeriggio, nei seguenti termini: c Oggi Krasic, non lontano da Zagabria, è morto il dottor Aloysius Stepinac Come è noto egli soffriva da molto tempo di policitemia >. A Krasic il cardinale Stepinac era sottoposto ad un re girne piuttosto rigido. Poteva celebrare la Messa ma non ricevere conoscenti o amici. Lo stato giuridico in cui si trovava il cardinale era quello di un detenuto al quale viene applicato un regime carcerario di eccezione. La pena di sedici anni" di carcere non era mai stata condonata ed il cardinale avrebbe finito di scontarla nel 1962. Negli ambienti cattolici s'apprende che, con il decesso del cardinale, l'arcivescovo cattolico di Belgrado, mons. Ujicic, diviene capo dell'Episcopato jugoslavo. L'organizzazione dei funerali del cardinale è stata affidata all'arcivescovo di Zagabria. Alla cerimonia funebre potranno intervenire i vescovi o i rappresentanti delle diocesi cattoliche che in Jugoslavia sono ventisei. I funerali si svolgeranno a Krasic. La figura del porporato (Dal ìiostro corrispondente) Viennu, 10 febbraio. La biografia del card. Aloysius Stepinac, capo spirituale di sette milioni di cattolici croati, si può dividere in tre fasi, l'ascesa da un umile ambiante contadino alla nomina ad Arcivescovo, avvenuta nel 1937 a Zagabria; il difficile quinquennio della seconda guerra mondiale, in cui egli si trovò a rappresentare la Chiesa Cattolica in un regno fantoccio, la cosiddetta c Nazione Croata » di Ante Pavelic, che con irresponsabile arbitrio politico si voleva richiamare al cattolicesimo come ad una religione di Stato da contrapporre al credo ortodosso della nutrita minoranza serba racchiusa, entro i confini della nuova piccola nazione creata e puntellata dalle forze occupanti dell'Asse; la tenace resistenza, infine, al regime di Tito, mantenuta con un rigore e un vigore di carattere eccezionali dal 1946, nel cui ottobre venne condannato a sedici anni di carcere, fino all'odierno giorno della morte. Per capire, prima che la figura dell'alto prelato, la per¬ isonalità dell'uomo, bisogna ri 'farsi all'ambiente in cui Stepl ìnac è nato e al particolare cli- sAn l o d a i o , i a a i s i a i o e o i i a ma religioso in cui egli si è formato. Il cattolicesimo croato rappresentò sempre, nel mondo complesso degli slavi meridionali, una fede di frontiera, un argine di difesa e di offesa insieme contro l'ortodossia serba, che premeva da oriente, e l'Islam, che avanzava dal sud: di qui, la fede della Croazia cattolica acquistò un timbro di intransigenza militaresca, il cattolicissimo eroico degli antichi regni croati, che si dissanguarono nelle lotte contro gli infedeli, accomunava naturalmente alla croce la spada. Stepinac, nato non nella cosmopolita Zagabria, ma nel cuore della Croazia, in un villaggio popolato di contadini e di pastori, assorbì e concentrò nel proprio carattere, sin dall'infanzia, questa religiosità intransigente e che, nei racconti leggendari degli anziani del villaggio, coloriti dalla fantasia slava, acquistava un accento epico da crociata. E' su tale fondo nazionalereligioso, primitivo nella sua autenticità, che 11 regime di Pavelic speculò, nel tentativo di sfruttarlo a vantaggio di una polìtica sinistra. Non si può dire che Stepinac avesse dato il suo appoggio a quella politica, come sostengono gli accusatori; anzi, negli ultimi tempi del regime ustascia, si adoperò indubbiamente, alcune volte, a frenarne gli eccessi sanguinari. Quel che però si deve dire è che, in quel delicato periodo, egli mantenne un atteggiamento forse per troppo lungo tempo neutro e. passivo di fronte alle terribili notizie che a Zagabria giungevano dall'interno. Molto più netto diventa Invece, dopo la guerra, il suo atteggiamento verso il comunismo, da lui rifiutato con una energia fredda ed implacabile. Tito, sostengono opinioni autorevoli, subito dopo il 1945, tentò di guadagnare al regime la notevole influenza del porporato tra le masse croate, e gli fece delle proposte di collaborazione; Stepinac rifiutò. Un anno dopo venne intentato contro di lui il famoso processo. Condannato, per collaborazionismo con i tedeschi e gli ustascia, a sedici anni, ne trascorse una prima parte In carcere. E' con la rottura di Tito con il Cominform, e il conseguente isolamento politico della Jugoslavia, che le autorità di Belgrado accennano ad ammorbidire la loro rigidezza. Nel 1950 il Governo si dichiara disposto a rimetterlo in libertà, a condizione che egli lasci definitivamente la Jugoslavia, ma Stepinac, ancora una volta, rifiuta. Nel '51, in un momento in cui Belgrado timidamente tenta di riprendere contatto con il Vaticano, l'Arcivescovo viene liberato dal carcere e confinato, a domicilio coatto, nella località di Krasic, suo villaggio natale. Nel '52 viene designato cardinale, ma il regime, indispettito per la nomina, non glie la riconosce ufficialmente, gli nega la facoltà pratica di esercitare le funzioni competenti alla massima gerarchia ecclesiastica, e continua a considerarlo, polemicamente, come « il parroco di Krasic >. Nel '53, il neo-cardinale rifiuta un'altra volta di recarsi a Roma, per il Concistoro di quell'anno, nel timore che le autorità poi gli vietino il ritorno in patria La vita che egli conduce a Krasic è, praticamente, quella di un confinato di rigore. A questo nucleo di poche casu pole, gravitanti sulla canonica, in cui il Cardinale vive, assistito da un segretario, nessuno può accedere: un milite di guardia sulla strada maestra uccnttramltttsmgtfltdcSTrvpvcpundkn□ t M111 11 II 1.11L111 ! 11 {111111111J11111111 ! ì 1 ! 11111111111EI sbarra il passo ai visitatori ! Alcuni giornalisti inglesi, negligultimi anni, riescono ad avvi cinarlo, ma solo per pochi secondi durante i quali il Cardinale riesce, per l'ennesima volta, a manifestare la sua intransigenza al regime. Il primo uomo a cui le autorità jugoslave consentono di avvicinare il Cardinale e di rimanere assolutamente solo con lui, in colloquio, per circa quattro ore di fila, è il famo.:n scultore croato Ivan Mestrovic, ritornato nell'estate dell'anno scorso in Jugoslavia, per la pri. ma volta dopo la guerra, dagli Stati Uniti. Mestrovic, naturalizzato americano e influente negli ambienti, soprattutto cattolici, americani, ha due colloqui importanti: uno, corno si è detto, a Krasic con Stepinac, e l'altro a Brioni con Tito. Era il tempo, si ricorderà, in cui Tito progettava una visita ufficiale in America, e pare che, al riguardo, Mestrovic gli avesse spiegato la necessità di preparare l'opinione pubblica degli Stati Uniti con un gesto psicologico: infatti, nell'ottobre del 1959, il capo della Repubblica croata, Bakaric, annuncia che il Cardinale, scontata la pena nel confino di Krasic, avrebbe potuto riprendere in piena libertà tutte le sue funzioni religiose. Ma è tardi ormai. La malattia del sangue, che mina Stepinac, si aggrava. Interviene una trombosi ed egli viene operato, nella canonica di Krasic, in maniera assai rudimentale per la mancanza di una attrezzatura sanitaria sul posto Dopo l'operazione la sua salute rapidamente declina. Ora, con la scomparsa del cardinale Stepinac, non resta più, in Jugoslavia, che un ultimo e tenace avversario di Tito: l'excomunìsta Mìloyan Gilas. Enzo Bettiza atui iiiiiiiiiiiiiiiM iiiiiiMiiiiiiHMiiMi II cardinale Stepinac