Il pianista R. Firkusny per la Musica da camera

Il pianista R. Firkusny per la Musica da camera Il pianista R. Firkusny per la Musica da camera La nominanza di Rudolf Firkusny s'innalza da un anno all'altro, e l'annuale suo ritorno in Europa vale ad accrescere la stima ed il prestigio. Alle notizie della sua educazione, prima autodidattica, poi vagante, e tardamente disciplinata, sono da aggiungere poche precisioni, che, da lui stesso comunicate a pubblicazioni americane, utilmente segnano le fasi e i caratteri della fortuna. A Leos Janacek, che non lo accolse nella Scuola d'organo da lui fondata e diretta a Brno, ma gli die privatamente 'lezioni di elementi musicali, quando ebbe certezza dell'inf alitile vocazione, il Firkusny là devotamente grato dell'inco- • raggiamento e dell'avviamento aUa severa preparazione, ne cessarla ad evitare il danno di I troppo solleciti trionfi.. Tute- lato Percl° et consigliato dal ! maestro, g i stette accanto fino lal quattordicesimo cimo, e appunto nel 1916 si iscrisse nel Conservatorio di Praga, e con la guida di Rudolf Karel cominciò a praticare decisamente il pianoforte. L'inclinazione, , già nella puerizia . dimostrata icon l'eccezionale prontezza alh-impròvvìsà lettura, era ormai I lampante. Un concerto a Vien. _ * . -,n«r. ina ne"° stesso 1916 provava non più una prodigiosa incon¬ sapevolezza, ma quasi la maturità. Ed un altro connazionale intervenne a favorire il progresso: Tommaso Masaryk, 11 primo Presidente della nuova Ce- coslovacchia. che gli impedi di tentare con avventatezza la carriera, e nell'estate del '33 gli ottenne dall'eccellente Artur Schnabel un corso di perfezionamento. L'inizio concertistico non gli procurò sùbiti allori. Occorsero cinque anni di randage e casuali esibizioni. Richiamato in patria, per la guerra, riuscì a scampare dall'invasione germanica; passando per la Francia e il Porto gallo, tornò negli Stati Uniti nel '41, e vi prese cittadinanza; e tuttora ha casa a New York. Cultore dei maggiori tedeschi de] Sette e Ottocento, non tralascia i migliori cechi, e volentièri riesegue opere di Dussek, di Tomaschek, e, s'intende, di Dvorak e Janacek, di Smetana e Martinu. Questi due ora citati erano inclusi nel programma, iersera, -a la distinzione delle Danze, folcloristiche, colorite, del simpatico ottocentista, dalla Fantasia e toccata, laborioso e vivido ,ed alquanto virtuosi: stico componin.ier.lo del Martinu, spentosi ''miiio scorso, resultò evidente nello spirito, quanto nella tecnica. Una Toccata di Bach, la Sonata v. K. joO di Mozart, (quanta tenerezza e soavità nel < Cantabile >), e le Scene infantili di Schu mann, diedero agio al concer- jtista di mostrare ancora una volta la studiosa sua vicinanza alle massime e diverse persone dell'arte, e quella sobrietà, delicatezza e vigoria, quella nitidezza e perenne freschezza, che furono tra le singolarità dell'esemplare e, sembra- esemplato Schnabel. Per dir tutto, più d'un passo nelle opere di Bach e di Martinu risultò pesante, greve e sonoramente confuso. Molti e calorosi gli applausi. a_ d> c>

Luoghi citati: Europa, Francia, New York, Praga, Stati Uniti