Conviene iniziare dagli adulti una lucida educazione sessuale

Conviene iniziare dagli adulti una lucida educazione sessuale — M PROBLEMA CHE DEVE ESSERE RISOITII MZITOTTO XELLE FAMIGLIE — Conviene iniziare dagli adulti una lucida educazione sessuale Conoscere i « fatti » non significa aver vinto le emozioni, le ansie, i motivi di crisi suscitati dai fenomeni sessaali - Perciò molti genitori sono imbarazzati ed incerti nel dare ai ragazzi i necessari insegnamenti A più riprese, e con una franca obiettività che le ha procurato molte lodi, La Stampa si è occupata dell'educazione sessuale dei bambini e dei giovanissimi. Basterà ricordare — oltre alle varie lettere pubblicate nella rubrica « Specchio dei tempi » — un mio articolo uscito il 23 aprile dell'anno scorso, e quello di Giovanni Trovati apparso il 24 dicembre' ultimo. Tra i periodici a grande tiratura, un settimanale ha pubblicato recentemente in proposito vari interventi, lettere e discussioni, a cura di Giancarlo Vigorelli. Da tutto questo materiale, si ricavano alcune conclusioni concordi, e si rilevano pochi disaccordi particolari. L'accordo sostanziale è quello di riconoscere che la menzogna, o anche la semplice reticenza, nei riguardi delle domande dei fanciulli relative alle funzioni e ai rapporti sessuali, siano da disapprovarsi e da proscriversi Accettata quindi in linea di massima l'opportunità di una educazione sessuale, si tratta di vedere da chi, e in qual modo, essa debba essere impartita. In maggioranza, le risposte a questo interrogativo sono state nel senso che ciò spetti in primo luogo ai genitori, e che la scuola possa o debba intervenire In un secondo tempo, coltivando un terreno già in parte preparato. Solo eccezionalmente sono state proposte altre soluzioni: per esempio, che tale compito spetti al medico di famiglia, o al confessore. Isolata è rimasta l'idea — in verità alquanto sorprendente — secondo cui la vera e sola autorità competente sarebbe il neuropsichiatra... Date queste premesse abbastanza soddisfacenti, qualcuno potrebbe ingenuamente ritenere che in molti paesi, e particolarmente in Italia, la soluzione del problema sia alle porte. Se le autorità religiose, i medici, gli psicologi, i peda gogistj, e i genitori intelligenti sono tutti d'accordo, che cosa manca? In pochi mesi, diven terà normale che 1 genitori de scrivano in succinto ai loro bambini i « fatti della vita », il Ministero della Pubblica Istruzione farà approvare una legge in base alla quale si istituiranno corsi di educazione sessuale a partire da un certo anno dell'istruzione media, e tutto andrà a posto. Chi pensa in questo modo parte, senza volerlo, da un presupposto completamente sbagliato, e cioè dall'idea che il <r. problema sessuale » sia denso d'interrogativi e carico di emozioni soltanto per i bambini! La verità, purtroppo, è che tale .problema si pone in primo luogo nei riguardi di moltissimi adulti: non già, si intende, nel senso che si debbano insegnare agli adulti i « fatti della vita », ma nel senso che in una quantità notevolissima di persone adulte si può rilevare una grave impreparazione emozionale, relativamente alle questioni sessuali — impreparazione che costituisce, ci sembra, il vero e più grave ostacolo all'educazione sessuale dèi fanciulli. Rileggiamo alcuni dati statistici riportati da Giovanni Trovati. In un paese come gli Stati Uniti d'America, dove i problemi della sessualità sono dibattuti in libri, congressi e « simposii » universitari, e dove la rivista Sexology ha una tiratura di 300 mila copie, troviamo che < su cento ragazzi, è risultato che uno solo riceve una educazione (sessuale) buona dalla madre, 10 la ricevono mediocre, 29 scarsa e 60 non hanno mai udito una parola materna sull'argomento... ». 1 padri fanno una figura anche peggiore. A Torino, gli studenti della IV D del Liceo scientifico si sono lamentati, in una lettera a Specchio dei tempi, dei genitori che c non sanno o non osano». Più d'una volta, quale psicoanalista, chi scrive si è sentito dire da un padre o da una madre che mentre « in teoria » essi ammettevano la necessità di rispondere sinceramente e apertamente a certe domande del loro bambi¬ ni, in pratica era loro impossibile farlo, perché si sentivano imbarazzati, se non addirittura angosciati... Si crede forse che gli insegnanti di scuola media, ai quali fosse richiesto o fatto obbligo di tenere lezioni di sessuologia ai loro scolari, si troverebbero, di regola, • in una situazione molto diversa? * * La verità è che in Italia più ancora che in altri paesi — una visione sana e serena delle questioni sessuali è l'eccezione, non già la regola. Il motivo dell'i amore amore amore» prorompe e dilaga in innumerevoli canzonette, novelle di rotocalchi, e filmetti sentimentali: ma la realtà è ben diversa. La realtà consiste nei veti, nelle repressioni, e nelle ancor vaste correnti di opinione più o meno autorevoli, secondo cui l'amore sarebbe una cosa bellissima, se non fosse — ahimè! — tanto sovente accompagnato dai trasporti sessuali, i quali sono, ben s'intende, una cosa < bruttissima»!... Si arriva cosi a un ben triste e paradossale risultato: quello per cui in molte persone gli ardenti impulsi e le fervide aspirazioni dell'amore si accompagnano inevitabilmente a idee di « male », di < proibito », di « sconveniente ». Queste persone — e non per loro colpa — non possono, letteralmente, parlare con serena gioia di esperienze amorose, e di ciò ch'esse smuovono, implicano o producono... Qualora ne parlino, è di rigore o la storiella «spinta», o il tono difensivamente ridanciano, o l'allarmato riserbo. L'amore attrae e fa paura, nello stesso tempo. Questo è ovviamente, a sua volta, il risultato di secoli di « diseducazione sessuale »: secoli nei quali lo storico può trovare, sol che lo voglia, gli esempi più estremi di distorsioni della morale e del costume, e di soffocamento di ogni tentativo o protesta, volti a un più sano equilibrio di vita e di atteggiamenti. Non è questa la sede per un excursus del genere: ma come non ricordare che i « riformatori » di un orientamento che si era ancora una volta consolidato nella seconda metà ' dell'Ottocento, durante l'epoca « Vittoriana » — uomini come Havelock Ellis, Sigmund Freud, Alfred Kinsey — sono, press'a poco, nostri contemporanei? Ecco perché, secondo noi, si seguita a parlare tanto, e a concludere tanto poco, in questa faccenda dell'educazione sessuale dei ragazzi. Genitori ben disposti ma imbarazzati, insegnanti favorevoli ma in cuor loro perplessi, autorità che consentono e incoraggiano, ma solo « in teoria»...: questa, purtroppo, è la piattaforma, in verità molto traballante, su cui si dovrebbero preparare i nostri Agli ad alcuni delicatissimi compiti vitali! Non sembra per caso necessario pensare, in primissimo luogo, ad una < rieducazione sessuale » degli adulti, su scala nazionale? Emilio Servadio Biuiiiiiiniuuiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Alfred Kinsey, Emilio Servadio, Giancarlo Vigorelli, Giovanni Trovati, Sigmund Freud

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti D'america, Torino