Arrestati i banditi che rapinarono l'industriale dopo averlo imbavagliato e legato in una cantina

Arrestati i banditi che rapinarono l'industriale dopo averlo imbavagliato e legato in una cantina Il colpo era stato organizzato dal fratello della sua fidanzata Arrestati i banditi che rapinarono l'industriale dopo averlo imbavagliato e legato in una cantina Il futuro cognato della vittima era scappato di casa - Fermato a Rivoli mentre esce da un cinema, il giovane rivela i nomi dei complici tra i quali due incalliti rapinatori evasi da Macerata - Tutti catturati in una locanda di via Bellezia - Dopo l'aggressione fuggirono nelle Marche, poi tornarono a Torino - Nei viaggi hanno compiuto altre rapine, in totale 14 - Ora si preparavano per un colpo di 15 milioni Sono stati arrestati gli autori della rapina compiuta il 18 gennaio, in via Domodossola 27, ai danni dell'Industriale di Ozegna, Pier Luigi Piolatti Tre banditi sbucati dalla porta degli scantinati mentre egli scendeva dalla abitazione della fidanzata, alle due di notte, l'avevano aggredito, trascinato in cantina con una pistola alla schiena, legato, imbavagliato, privato del portacarte contenente 123 mila lire. 1 banditi erano poi fuggiti con la sua stessa auto Oltre ai tre aggressori è stato arrestato l'organizzatore del colpo, il fratello della fidanzata del Piolatti. Questo giovane, Francesco Patisso, di venti anni, era già sospettato perché fuggi di casa due giorni prima del colpo. Inoltre nella cantina dove 11 Piolatti venne legato, era stata trovata una scacciacani del giovane Delle indagini si occupavano il capo della Mobile dott. Maugeri, Il dott. Sgarra e il dott. Valerio. Poiché la famiglia Patisso si era trasferita recentemente da Rivoli ed era presumibile che il giovane si recasse In quella cittadina per frequentare amici, la Mobile inviava colà tre sottufficiali In borghese. I brigadieri Barberls, Aruta e Mare trascorrevano giorni e giorni in inutili ricerche. L'altra sera, finalmente, su indicazione della stessa famiglia Patisso, essi accorrevano verso mezzanotte all'uscita di un cinema. Il giovane ricercato era là e veniva fermato mentre si avvicinava ad una « Fiat 600 » targata Bologna. I sottufficiali lo accompagnavano in Questura, dove quello ammet- teva che la « 600 a l'aveva rubata lui stesso a Bologna. .Non negava nemmeno di avere organizzato la rapina ai danni del fidanzato della sorella. Come complici indicava tre giovani del quali conosceva soltanto i nomi: Michele, Mario e Alberico. Un esame agli elenchi degli alberghi permetteva di accertare che 1 tre erano in una locanda dì via Bellezia: Michele Quagliantini e Alberico Paglianelli entrambi trentenni da Macerata e Mario Alessio di 25 anni da Savigliano. Con un controllo in archivio si accertava anche che il Quagliantini e il Paglianelli erano ricercati dalla Questura di Macerata perché evasi il 7 gennaio scorso dal carcere di quella città dove erano rinchiusi per rapine e furti. Dopo avere aggredito un guardian avevano sfondato il soffitto, si erano calati nel corridoio dell'attigua Procura scrmparendo. Alli tre di notte min pattuglia partiva per la locanda. Per non mettere in allarme i tre, gli agenti ai>i vano il portone con un grimaldello, salivano, e poiché la stanza dei giovani era chiusa dall'interno, la sfondavano a spallate. I ricercati venivano arrestati e portati in Questura. Il Quagliantini e il Paglianelli raccontavano di essere giunti a Torino, da Macerata, servendosi di auto rubate e compiendo rapine. Qui avevano conosciuto l'Alessio e poi il Patisso. Quest'ultimo aveva suggerito il colpo cóntro il futuro cognato. Dopo questa rapina tutti erano fuggiti verso il Sud con l'auto del rapinato, ma questa s'era guastata ad Asti ed avevano proseguito In treno. A Macerata avevano rapinato un tabaccaio di quindicimila lire. Poi decidevano di rientrare a Torino. Durante il viaggio avevano compiuto un'altra serie di rapine. Tra quelle del Quagliantini e del Paglianelli e le ultime della banda al completo, sono 14 le aggressioni finora accertate. Ieri mattina I quattro dovevano ritrovarsi per ripartire, sulla «600» targata Bologna, alla volta di Macerata dove avevano in progetto di rapinare un notalo che essi sapevano avrebbe portato con sé una valigia contenente quindici milioni di lire. pabdl'r■iSc Da sinistra: Mario Alessio, Francesco Patisso, Michele Quagliantini e Alberico Paglianelli portati alle «Nuove»