Comincia l'esecuzione degli ordini di Parigi di Sandro Volta

Comincia l'esecuzione degli ordini di Parigi Comincia l'esecuzione degli ordini di Parigi Il capo di stato maggiore di ritorno dall'Algeria riferisce a Debré - Continua il riserbo ufficiale sul « viaggio lampo» del Capo dello Stato nel Nord Africa (Dal nostro corrispondente) Parigi, 30 gennaio. Le notizie che arrivano stasera dall'Algeria sembrano indicare che l'energica presa di posizione del generale De Gaulle ha avuto una grande ripercussione ' sull'esercito, i cui capi militari hanno già iniziato l'esecuzione degli ordini impartiti loro dal Presidente della Repubblica. Le parole di De Gaulle non sono state invece ascoltate dagli insorti, e non poteva essere altrimenti perché il loro moto non è rivolto tanto a impedire la politica algerina della Francia, quanto a rovesciare il podere legale per istituire un regime fascista. A Parigi, il discorso di De Gaulle ha prodotto un'enorme impressione in ogni ambiente della popolazione e ha ricevuto consensi unanimi. Persino Roger Duchét, segretario generale del partito di Antoine Pinay, il Centro degli indipendenti ed agrari, che nei giorni scorsi aveva assunto un ambiguo atteggiamento in sostegno agli insorti d'Algeri, ha rotto improvvisamente la solidarietà che aveva con gli esponenti dell'estrema destra e sì è dimesso dal Rassemblement pour l'Algerie franqaise, il gruppo presieduto da Georges Bidault per la difesa degli Interessi colonialisti. Fra i molti incontri che ha avuto oggi Michel Debré, particolare significato può avere quello col generale Salan, ora governatore militare di Parigi, che assunse la presidenza del Comitato di salute pubblica d'Algeri dopo la sedizione del 13 maggio 1958. Anche il generale Massu è stato a trovare il Primo Ministro: l'excomandante del corpo d'armata d'Algeri, che ha tenuto nel corso degli avvenimenti un contegno di irreprensibile disciplina, ha aderito ad un indirizzo di fedeltà che i Compagnons de la libération, ossia i più intimi collaboratori di De Gaulle durante la Resistenza, hanno inviato ai Presidente della Repubblica. Gaston Monnerville, presidente del Senato, è stato ricevuto dal Capo dello Stato stamane un po' prima di mezzogiorno. Dalla visita che gli aveva fatto ieri il Primo Ministro alle sedici, subito dopo la registrazione dei nastri per la trasmissione alla radio e alla televisione del 3UO discorso, Monnerville è stato la prima persona che De Gaulle ha ricevuto all'Eliseo. Nessuna comunicazione ufficiale è stata fatta sull'impiego del tempo del Presidente della Repubblica in quelle venti ore. Nel pomeriggio di ieri si riunirono due Consigli di Gabinetto, ossia due Consigli dei ministri, senza la presenza del Presidente della Repubblica, che certamente non avrebbe mancato di intervenirvi, data l'estrema gravità dell'ora, se non fosse stato impegnato in un compito più urgente. Poco prima di mezzanotte, infine, Olivier Guichard, consigliere tecnico del Gabinetto del Presidente della Repubblica, ebbe un incontro di tre quarti d'ora col Primo Ministro. Oggi, verso le 19,30, il generale Ely, capo di Stato Maggiore generale, che ieri mattina era partito con un apparecchio a reazione per la base aerea di Reghaia, dove il generale Challe e Paul Delouvrier avevano trasferito la sera precedente il loro quartier generale, è andato a riferire a Michel Debré i risultati del suo viaggio. Se il generale De Gaulle non ne fosse già stato informato, è evidente che la sua prima visita sarebbe stata all'Eliseo. E' inutile in ogni modo insistere su un fatto per il quale è stato stabilito il black-out ufficiale: fra qualche giorno, appena superato il momento più drammatico della crisi, si potrà ricostruire la cronaca di queste giornate in tutti i suoi particolari. Più interessante per ora è seguire l'attività di De Gaulle che, anche oggi, è stata molto intensa. Dopo l'incontro di stamane col Presidente del Senato, il Capo dello Stato ha ricevuto ancora Monnerville nel pomeriggio, questa volta insieme a Jacques Chaban-Delmas, presidente dell'Assemblea Nazionale, e a Leon Noél, presidente del Consiglio Costituzionale. Poi, si è intrattenuto per un'ora e un quarto col Primo Ministro, che a sua volta ha ricevuto più tardi Monnerville e Chaban-Delmas. e e o n a i a , a e a a e l l n ri i a a a , a a o i l Sarebbe impossibile non mettere questi incontri in relazione con le voci che erano circolate nei giorni scorsi su un eventuale ricorso a quell'articolo della Costituzione che concede al Presidente della Repubblica di assumere poteri pressoché assoluti in casi di eccezionale gravità. Se ciò avvenisse, vorrebbe dire che il generale De Gaulle intende addossarsi personalmente la piena responsabilità di misure estreme, per stroncare definitivamente non soltanto l'insurrezione di Algeri, ma anche i complotti dei gruppi fascisti che agiscono clandestinamente nella metropoli. A questo proposito, è certo che alla fermezza di De Gaulle non corrisponde sempre altrettanta fermezza da parte di alcuni dei suoi collaboratori. Il Paese, che in questi giorni ha dimostrato di essere unito con De Gaulle, non sa rendersi conto delle ragioni per cui i suoi ordini non vengono qualche veni eseguiti integralmente ó i.ono travisati nelle trafile dall'esecuzione. «Una volontà così chiaramente espressa — scrive il direttore di Le Monde a commento del discorso di ieri — deve ora tradursi in atti. Apparirebbe presto derisoria e tutto sarebbe di nuovo compromesso se anche questa volta 1 delitti più gravi venissero assolti, se il campo Ubero fosse lasciato nell'esercito, dalle scuole di Stato maggiore ai Circoli di ufficiali in congedo, alle dottrine totalitarie, e se, militari o civili, coloro che prendono apertamente o ipocritamente il partito dell'insurrezione continueranno a detenere una parte del potere pubblico >. E' probabile però che i provvedimenti che il generale De Gaulle ha discusso oggi con i presidenti dei due rami del Parlamento e del Consiglio Costituzionale verranno presi soltanto se la situazione in Algeria dovesse ritardare troppo a normalizzarsi. Se ciò dovesse accadere, il consenso della Nazione non verrebbe certamente a mancargli, nemmeno nella classe lavoratrice, che è anzi la più risoluta a sostenere il Presidente della Repubblica nella sua lotta in difesa della libertà contro le iniziative fasciste. Le tre confederazioni sindacali, socialista, comunista e cattolica, hanno deciso infatti di sospendere per un'ora il lavoro in tutta la Francia, lunedì dalle 11 alle 12, per dar modo alla massa operaia di manifestare, disciplinatamente, all'interno degli stabilimenti, la sua solidarietà con la politica di Charles De Gaulle. Sandro Volta