Il difensore chiedi l'assoluzione della Sagoleo per uno dei delitti

Il difensore chiedi l'assoluzione della Sagoleo per uno dei delitti Il difensore chiedi l'assoluzione della Sagoleo per uno dei delitti Non ci sarebbero prove che lei abbia avvelenato con il gas l'amante settantenne - L'uccisione della mite Giuseppina Molinas è, secondo l'avvocato, la conseguenza di una lite improvvisa - Stasera forse si avrà la sentenza I^a Corte di Assise di Torino pronuncerà la sentenza per il processo Sagoleo questa sera: così almeno è il programma di lavoro. Questa mattina parlerà, l'ultimo difensore, l'avv. Dagasso. Ieri ylà. hanno parlato l'avv. Geo Dal Fiume, al mattino, per Luigi Brancaleone, e nel pomeriggio l'avv. Mario Dal Fiume primo difensore della Sagoleo. Per Luigi Brancaleone il p.m. dott. Kibet aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione dichiarandolo colpevole di favoreggiamento: secondo l'accusa egli aveva aiutato l'assassina, la sera del 27 luglio 1957, a nascondere i guanti ed il martello con il quale aveva colpito sessanta volte Giuseppina Molinas. Aveva avvolto guanti e martello in un foglio di giornale e dal parco Miche lotti aveva frettato il pacco verso il fiume: nella traietto ria il giornale si era aperto e il martello, più pesante, aveva raggiunto l'acqua del fiume, mentre i guanti, più leggeri, si erano fermati sulla riva. Lui gi Brancaleone sempre negò, in isruttoria e in udienza Ieri il suo difensore ha voluto dimostrare la sua completa innocenza. « E' un pregiudicato, è vero, e quindi si è portati a accusarlo con maggiore facilità. Ma i giudici debbono guardarsi da questa pericolosa tentazione >. Alcune circostan ze sono emerse a favore dell'imputato nel corso del processo. Il delitto Molinas non sarebbe stato compiuto.tra le 20,30 e le 20,40, come si peri sava, ma un quarto d'ora pri ma, per cui l'assassina in que sto quarto d'ora aveva la possibilità di scendere dal suo al loggio andare nel retro della casa, che volge al fiume, e gettare l'involto con guanti e mar tello. Infine il Brancaleone non aveva nessun interesse di aiu tare la Sagoleo ad uccidere la Molinas: egli, Brancaleone, avrebbe voluto aver solo per sé i favori della Sagoleo e si può pensare — si è chiesto il difensore — che l'abbia aiutata ad uccidere la moglie dell'Angolotti, suo rivale, perché questi potesse essere più libe ro? c Da questo processo, — ha concluso l'avv. Geo Dal Fiu me, — il Brancaleone deve uscire assolto con formula piena >. Il presidente Carron Ceva ha chiesto all'imputato che spiegasse il significato di due lettere scritte dal carcere. In esse egli aveva parole dure contro la figlia della Sagoleo. «E perché mai? Perché quella giovane riconoscendo i guanti come quelli di sua madre, ha rovinato lei, ma ha anche rovinato voi?» «No, signor Presidente, — è stata la risposta — alla figlia rimproveravo e rimprovero il fatto che non è mai andata a trovare sua ma¬ dre in carcere. La signora Sagoleo sarà quella che sarà, però è sempre sua madre e io so come e quanto ha aiutato sua figlia a togliersi da certi pasticci ». Nel pomeriggio l'avv. Mario Dal Fiume ha parlato lungamente e pacatamente per convincere la Corte che l'ergastolo sarebbe pena ingiusta per Caterina Sagoleo. « Presto l'ergastolo sarà abolito: la tendenza prevalente dei giuristi è contro questa pena, crudele inumana Crudele perché toglie all'uomo anche la speranza. Inumana perché non serve a nessuna redenzione: l'ergastolo è un reclusorio, vorrei dire una gabbia dove si attende che arrivi troppo lentamente la morte ». Caterina Sagoleo è accusata di due delitti: di aver avvele nato Evasio De Martini nella sua abitazione dì corso Casale il 10 aprile 1957 e poi di aver ucciso a martellate Giuseppina Molinas. Per il primo delitto, ha sostenuto il difensore, non ci sono prove. Si è detto che non può essere suicidio, e do po che non può essere disgrazia; se ne è dedotto che deve essere delitto e infine che l'as sassina non può essere che la Sagoleo. < Nessuna prova; l'ac cusa poggia esclusivamente su un ragionamento di logica. Ma signori miei, è qui l'errore: la condotta umana, gli eventi nostri non sono concatenati da un filo logico. Guai se si se guisse il criterio della logica. La vita è il regno del caso, dell'evento imprevisto. Contro Caterina Sagoleo esistono delle possibilità, non delle certezze che sia essa l'assassina del De Martini ». « 11 p.m. dott Ribet ha det to che in questo delitto ò sì condanna o si assolve con formula piena. Io vi dico che per condannare ci vogliono prove probanti, tranquillanti, non ba sta una interpretazione dei fatti a rigor di logica. Vorrei aggiungere: quale logica? Quindi assolvete ». Per il delitto Molinas esiste la prova che colpevole è la Sa goleo, ed il difensore ha svol to la sua arringa per dimo strare che l'omicidio non fu premeditato e non esiste l'ag gravante della crudeltà. La Sa goleo aveva invitato per quella sera, 27 luglio 1957, un imbian chino alle 20,30: possibile che lo abbia invitato proprio per l'ora del delitto? E poi non si uccide una persona con sessanta colpi di martellate se si è predisposto tutto. Tanti colpi sono manifestazione di un raptus: in quel momento la Sa goleo era una bestia, non una donna, e ha colpito sino a quando non si è scaricata tut ta la sua furia. Lo stesso perito ha detto che l'imputata è una impulsiva per temperamento: quindi anche nel suo carattere si trova la spiegazione che il delitto ebbe una occasione momentanea, che sor3e all'improvviso. Che poi lei odiasse la Molinas, che anche in cuor suo abbia pensato di eliminarla questo non significa premeditazione. Sul punto crudeltà il difensore si è rifatto a quanto detto per i sessanta colpi: dieci o cento si sono susseguiti uno dopo l'altro per un'azione incontrollata della assassina, non c'era l'intenzione di infierire, di far più male a quella disgraziata Lo sforzo del difensore è di poter limitare la condanna entro ì 30 anni. Per la Sagoleo, che ha 48 anni, vorrebbe pur sempre dire terminare la vita in carcere, però nel suo animo rimarrebbe la luce di una speranza, g. tr.

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