Pinay lascia il ministero delle Finanze

Pinay lascia il ministero delle Finanze Xominato al suo posto Baumgartner governatore delia Banca di Francia Pinay lascia il ministero delle Finanze Vivaci colloqui con De Gaulle e Debré - Uscendo dall'Eliseo aveva la faccia sconvolta: «Mi ritiro da ogni attività politica almeno per ora» - Un comunicato del governo afferma che la sua politica liberistica «sarà continuata» ; ma nel contrasto sono prevalsi i fautori di sistemi dirigisti (Nostro servizio particolare) Parigi, 13 gennaio. Un comunicato emesso stasera dall'Eliseo informa che il governatore della Banca di Francia, Wilfried Paumgartner, sostituisce Antoine Pinay al ministero delle Finanze e delle questioni economiche. Il bollettino aggiunge: «Tale decisione del Capo dello Stato, adottata su proposta del Primo Ministro, è motivata da ragioni relative al funzionamento interno del governo. Il generale De Gaulle ha espresso ad Antoine Pinay il totale apprezzamento dei risultati ottenuti nella politica di equilibrio finanziario, di liberalizzazione degli scambi e di stabilità monetaria, adottata nel 1958 per assicurare una base solida allo sviluppo economico e al progresso sociale e da allora applicata con successo dal governo mentre Pinay era ministro delle Finanze e degli affari economici. Tale politica sarà continuata». La decisione del generale De Gaulle è stata presa dopo due intense giornate di discussioni e di incontri, durante le quali alcuni conservavano un filo di speranza che un accordo potesse venire trovato. Wilfried Baumgartner, al quale era stato chiesto già parecchi giorni or sono se fosse stato eventualmente disposto a sostituire alle Finanze il ministro Antoine Pinay, della cui politica fece l'elogio nel luglio scorso nel rapporto della Ban ca di Francia, aveva risposto che, prima di tutto, bisognava fare il possibile per con servare Pinay al governo; inoltre, che egli voleva con lui un accordo personale, oltre ,a certe garanzie da parte del Presidente della Repubblica e del Primo Ministro circa le sue competenze, per evitare conflitti in avvenire. Perciò, il generale De Gaulle proponeva a Pinay di diventare ministro di Stato, incaricato di preparare i piani di politica economica a lunga scadenza, e Pinay chiedeva tempo per riflettere, nonché la possibilità di esaminare con- il Primo Ministro quale sarebbe stato esattamente il suo compito. Ma anche quest'ultimo tentativo di conciliazione falliva. Sembra, anzi, che l'incontro con Michel Debré sia stato molto meno calmo che quello con il generale De Gaulle. Alle ore 16, quando è ritornato al Palazzo dell'Eliseo, Pinay aveva già presa la sua decisione. Dopo un quarto d'ora di conversazione con il Capo dello Stato, usciva dalla Pre sidenza della Repubblica con la faccia sconvolta, e con voce rotta faceva ai giornalisti la seguente dichiarazione: «Le circostanze fanno sì che io mi debba ritirare dal governo. Rimango a disposizione del paese, desiderando concorrere al successo dell'azione che è stata compiuta finora II generale De Gaulle capisce benissimo le mie ragioni. Mi ritiro da qualsiasi attività politica, almeno per ora. Comunque, rimango deciso a favorire e a 1 facilitar» l'opera di risana¬ mento eh» è stata realizzata». Mezz'ora dopo arrivava all'Eliseo il governatore della Banca di Francia, mentre Pinay, dal canto suo, si recava a Palazzo Matignon, dove il Primo Ministro lo aspettava. Ne usciva poco prima delle 18, dichiarando: « Sono venuto a vedere il Primo Ministro soltanto per cortesia. Faccio osservare che non sono dimissionario. Aspetto che un decreto ponga termine alle mie funzioni ». Pinay ha rifiutato di dire se altri ministri del suo partito — detto degli « indipendenti » — si ritireranno dal governo. Subito dopo la partenza di Pinay, il Primo Ministro si recava a sua volta al Palazzo dell'Eliseo, dove aveva una conversazione con il Presidente della Repubblica e con Wil fried Baumgartner. Quest'ultimo, uscendo alle 18,30 circa, ha dichiarato ai giornalisti: < E* senza gioia, guidato soltanto dal dovere, che ho accettato la carica di ministro delle Finanze. Mi hanno fatto osservare che si tratta di salvaguardare e' ^Jcontinuare l'azione di restau-razione della nostra dignità e della nostra indipendenza finanziaria e monetaria intrapresa con successo da Antoine Pinay ed alla quale ho dato il mio concorso. Assicurazioni precise mi sono state date in proposito, specialmente per quanto riguarda le faccende attualmente in corso. Mi sforzerò dunque di assicurare la continuità della politica francese in tale campo e di lotta-, re contro le tendenze dema-|gogiche, da qualsiasi parte provengano ». Il nuovo ministro delle Finanze — che sarà nominato con decreto che comparirà domani sul Journal Officiel insieme con quello relativo all'allontanamento di Antoine Pinay — ha 58 anni e da dieci anni è governatore della Banca di Francia. La sua competenza dei problemi finanziari è considerata notevole. Fra l'altro, nel 1930, fu capo di gabinetto di Paul Reynaud quando questi era ministro delle Finanze nel governo Tardieu; poi occupò altre cariche nel ministero delle Finanze e fu presidente di varie banche. Arrestato dai tedeschi, che lo deportarono in Germania, venne liberato dalle forze alleate e dopo la guerra rappresentò la Francia in alcune conferenze economiche internazionali. Considerato favorevole alla I costruzione dell'Europa e alla -,,^,,J„_.„ii „„. r„ n solidarietà atlantica, il nuovo ministro delle Finanze rappre- |senta, scrive Paris-Presse « unsenta, scrive pam^resse, «unvalore sicuro ed incarna^ co- me Pinay. ortodossiaziarm, ma d, uno stile d verso, più flessibile, più dialettico». Li MÌ Loris MannUCCÌ I nuovo ministro, Baum gartner, lascia l'Eliseo (Tel.)

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