Referendum tra gli operai per il carnevale di Ivrea

Referendum tra gli operai per il carnevale di Ivrea Referendum tra gli operai per il carnevale di Ivrea Quelli della Olivetti non vogliono rinunciare al lavoro - Il presidente delle manifestazioni si è dimesso (Dal nostro inviato speciale) Ivrea, 8 gennaio. Per la prima volta quest'anno, gli operai della « Olivetti », interrogati con referendum interno se volevano far vacanza oppure no in occasione dello « storico » carnevale cittadino, hanno risposto negativamente. La prima a stupirsene è stata la direzione dell'azienda che, su di ciò, non era mai riuscita a spuntarla. La spiegazione è forse da ricercare nell'accresciuto numero delle maestranze non del paese e indifferenti, quindi, a una manifestazione che viceversa fa parte integrale del volto d'Ivrea, ed è tra le più care al suo cuore. Qualcuno ha detto che, venendo a mancare in tal modo il grosso della folla che avrebbe fatto da cornice alla sfilata tradizionale della mugnaia, dei carri allegorici, del brillante stato maggiore, dei graziosi abbà e tutto il resto, il carnevale non aveva ragione di esistere. Nel contempo, sì dimette il presidente del Comitato esecutivo, signor Renato Borio, immediatamente seguito dalle dimissioni del comitato intero. Il carnevale è rimasto così senza testa. Di questa grave mutilazione, la colpa è stata data al referendum degli operai, ma ingiustamente. I vecchi eporediesi, e cioè quelli più vicini all'anima della città, non si preoccupano di questo particolare. Essi non dubitano affatto, come ci ha detto l'avv. Anselmo, che gli operai della « Olivetti » non appena sentiranno il suono dei pifferi, usciranno all'aperto. E, d'altronde, il presidente Renato Borio si è dimesso soltanto per un Ivi to recente di famiglia. Egli ha perduto sua sorella, la signora Emma, alla quale era teneramente affezionato, e trova che il suo dolore stonerebbe con l'allegria generale.. Ora, il suo compito, espletato per anni e anni con soddisfazione generale, è irto di pene, di grattacapi, di responsabilità. Nessuno quindi vuole sostituirlo. Respingendo le sue dimissioni, gli hanno fatto os servare che « una fatica simile non contrasta con uno stato d'animo a lutto, anzi lo sottolinea per il sacrificio che ri chiede ». Egli ha insistito, promettendo come massimo di « dare una mano » al suo successore, ossìa di spianargli il terreno con i vantaggi delle sue esperienze ». Egli, lo scorso anno, < mise al mondo » un carnevale, il quale con un pre ventivo di dodici milioni dì spese, e sussidi assicurati in partenza di cinque milioni e mezzo, chiuse con un milione e mezzo di attivo. Se, pur con questa facilitazione, 11 vecchio comitato non si sentisse la forza di tirare avanti, il carnevale d'Ivrea si farebbe lo stesso, perché lo vogliono tutti. Primi ad offrirsi come paracadute sono stati i commercianti, i quali con il loro < Natale Eporedia» hanno registrato un grande successo; e se loro, per una questione o per l'altra, non gliela facessero, il sindaco rivolgerebbe un appello alla cittadinanza per creare una specie di < comitato di salute pubblica». Tutti gli altri carnevali, da Chivasso a Castellamonte, da Borgofranco d'Ivrea a Verres passando da Pont Saint Martin, godono buona salute. Sembra invece che non si farà quello di Biella. «La €*•

Persone citate: Natale Eporedia, Renato Borio

Luoghi citati: Biella, Castellamonte, Chivasso, Ivrea, Pont Saint Martin, Verres