Ronzon e Bruno Nicolè a Lugano sono stati i più bravi tra i cadetti

Ronzon e Bruno Nicolè a Lugano sono stati i più bravi tra i cadetti Ronzon e Bruno Nicolè a Lugano sono stati i più bravi tra i cadetti Il valore della rappresentativa B ed i propositi di Viani - La questione dei giovani (Dal nostro inviato speciale) Lugano, 4 i."."W. Viani si è portato a Napoli Nicolò e Ronzon, i llori più belli che egli ha colto nella nostra squadra dei cadetti nella partita tanto faticosamente vinta contro gli svizzeri per quanto il successo sia stato largamente meritato. Viani cercava in questa squadra più che altro degli uomini che rivelassero una potenza tecnica e agonistica e affermassero una maturità di stile. Che la squadra complessivamente se la cavasse più o meno bene aveva certo la sua importanza ma egli osservava gli uomini singoli, voleva dei «pezzi», dei valo ri individuali, da esaminare più col metro della classe as soluta che non con quello del saltuario rendimento. La squadra si può sempre mutare, la si può anche rifare da cima a fondo come è sta ta rifatta in questa occasione, le sue prove suscitano l'entu siasmo o la delusione di un momento, non si fanno sui cadetti né discussioni né polentine la formazione e la prepara- zione. Uomini occorrono, la Nazionale B non è che un banco di collaudo per alcuni elementi da lanciare nella formazione maggiore, il resto non conta. Questo, se abbiamo ben capito, il pensiero di Viani. Aggiungiamo che nel passato era sempre stato così. I cadetti ospitavano i giocatori ai quali si voleva cominciare col far respirare l'atmosfera dell'ambiente azzurro perché si « facessero le ossa > e vincessero la prima emozione. Viani si comporta esattamente come i responsabili tecnici d'un tempo, fa della Nazionale cadetti una riserva per la squadra azzurra, gli importa il risultato su richiesta airettanto è mente, aneli ma non ne fa lo scopo principale, quello fondamentale. Non è il caso di discutere se questa teoria sia giusta o sbagliata. Una volta era ritenuta giusta, ma più recentemente prevalsero altri concetti, si pensò al lancio dei giovani, alla necessità di rinfrescare 1 ranghi, di cercare nella nuova generazione gli elementi capaci di rialzare lo scosso prestigio del nostro gioco, ed ecco il limite dei 23 anni stabilito in accordo con altre nazioni allo scopo di dare a queste prove un significato tecnicamente più preciso, guardando non al presente ma all'avvenire. Per la partita con l'Ungheria questo principio è stato, come si ricorderà, trascurato 3u richiesta degli avversari e stato fatto per Lugano. Naturalanche su questo ritorno ai vecchi concetti i pareri sono divisi. Non è possibile, diciamo noi, sfornare continuamente elementi nuovi tra . scurendo poi di guidarli nella !loro ascesa. Ottimi elementi si 1 vedrebbero abbandonati non 'appena superato il limite d età I Mancherebbe quel ambientamento dei graduale migliori lcho prepara l'ammissione alla |squadra azzurra. Non tutti l sfondano al primo assalto, vi sono giocatori che hanno un rodaggio più lento, altri si riprendono dopo brevi periodi di ripiegamento, bisogna curare non solamente l'asso che fa la strada da sé ma anche l'atleta che non spicca e tira la carretta perché serve anche lui. Se il limite fosse stato rispettato a Lugano, non si sarebbe avuta, ad esempio, la rivelazione Ronzon che non era certamente uno degli uomini di primissimo piano della formazione. Ronzon è del '34, il suo ciclo pareva già compiuto perché non si passa dalla all'Atalanta per si vuol Ronzon l'asso nuovo, una parcosì bella crediamo che non l'abbia mai disputata ed è difficile che riesca ad eguagliarsi, ma la sorpresa del suo gioco e del suo valore non sarebbe stata possibile se an- Sampdoria lessere rilanciati. Non |dire con questo che sia jtita cora fosse rimasta in vigore la clausola dei 23 anni. Nicole e Corso sono invece al disotto del limite d'età, ma sono giocatori che non hanno più bisogno di essere scoperti. Per il prossimo incontro coi cadetti spagnoli a Palermo il limite dei 23 anni rientrerà in vigore. Ronzon non ci sarà più ma ci saranno Nicole e Corso se non avranno già fat- to il salto fra gli azzurri che per Nicole sarebbe semplicemente un ritorno. Il juventino non avrebbe mai dovuto lasciare la nazionale. Viani è entusiasta di Nicole che giudica la vera pepita d'oro della nuova generazione. Ma sarebbe necessario che anche questo caro ragazzo avesse flnalmen te un po' di fortuna. Ettore Berrà A Lugano il portiere elvetico Barile ed i mediani Fury (n. 5) e Walker (n. 6) osservano il buco della rete attraverso cui è passato il pallone toccato da Nicolò, suscitando l'impressione errata di un goal. L'incontro è stato vinto dall'Italia B

Persone citate: Bruno Nicolè, Viani

Luoghi citati: Italia, Lugano, Napoli, Palermo, Ungheria