Corridori, atleti e tutta una folla dolente sfilano piangendo davanti la salma di Coppi

Corridori, atleti e tutta una folla dolente sfilano piangendo davanti la salma di Coppi Corridori, atleti e tutta una folla dolente sfilano piangendo davanti la salma di Coppi Magni, Girardengo, Maspes e Albani sono stati fra i primi ad accorrere - Fiori rossi di Gino Bartali indisposto Ricordo d'un presagio di morte durante il viaggio in Africa - L'ultima sua intervista piena di speranze iDai nostro inviato speciale) Tortona, 2 gennaio. Un gran mazzo di fiori rossi spicca sui paramenti a lutto che ornano la camera mortuaria dove riposa Fausto Coppi. I fiori sono legati da un nastro con la scritta: «Gino Bartali ». Li hanno portati stamane due giovani. Il grande campione scomparso era stato appena composto nella camera ardente, la notizia della tragedia ancora non si era, diffusa in città. La stanzetta è rimasta deserta per almeno un'ora, accanto alla salma di Fausto c'erano soltanto i fiori rossi di Gino. Bartali avrebbe voluto venire subito a salutare per una volta ancora l'irriducibile avversario di tante gare ciclistiche, ma un lieve, improvviso attacco influenzale lo ha costretto a rimandare a domani, \forse addirittura a dopodoma "*> viaggio a Tortona. In \sua vece, nascosti nella fiu .. ; ,, , . , . ' 'mano di folla che ininterrottamente è sfilata per rendere i commosso omaggio al più 1 arancle t asso , d"ej ciclismo in-1 ternazionale, si sono dati oggi\convegno decine e decine di \ corridori, uomini dal nome famoso Insieme a ragazzi scono- sciuti, abituati a vedere in Fausto l'impareggiabile maestro. I primi a comparire sono stati i ciclisti di Tortona e delle zone vicine, i ciclisti che Coppi' sempre riusciva ogni anno a piazzare in qualche squadra con la garanzia di un sicuro stipendio. Erano i suoi amici pfiì fedeli, i migliori gregari, pronti sempre a ogni sacrificio per aiutare il « capitano ». Con loro giungeva Costante Girardengo, il « campionissimo », dal quale Fausto aveva ereditato il soprannome, simbolo di chiara supremazia atletica. Il vecchio « Gira » non riusciva a frenare le lacrime, con una carezza appena accennata volle sfiorare il volto composto e sereno di Coppi. Poi entrò un campione del mondo, Antonio Maspes, maglia iridata della velocità professionisti. Lo sprinter milanese, scosso da un tremito convulso, cercava vanamente di nascondere l'emozione. In tutti, tardava a farsi strada la convinzione della realtà, molti risi erano attoniti prima anco ra di venir segnati dal pianto, Giunse Aguggini, direttore sportivo della « Bianchi », insieme con i fratelli Àndreola, proprietari di un albergo dove Fausto scendeva abitualmente nelle sue soste a Milano. Raccontano che, all'annuncio del¬ parpla morte, lunghe file di operaiìtin bicicletta rallentassero l'an-\rSatura accanto alle vetrate ! ddeU'hótel. Per anni* si erano \ fermatl ad occhieggiare attraverso la fitta cortina delle tende per scorgere il « campionissimo »; oggi si fermavano ancora, ancora lanciavano uno sguardo timido e furtivo, quasi volessero convincersi che la notizia non era vera, che la notizia era un incubo, un brutto incubo collettivo. Verso mezzogiorno arriud «Pinella.» De Grandi, il meccanico preferito da Coppi, perché « Pinella », quando Fausto in gara bucava una gomma, era il più abile nel cambiargli la ruota a tempo di primato. De Grandi recentemente è stato molto ammalato, il giorno che lo trasportarono in ospedale, Fausto lo andò a trovare. De Grandi gli disse: « Sai, ho un po' paura di morire ». Coppi gli rispose ridendo: « E' una paura sprecata. Non sai che morire è difficilet ». La folla aumentò nel pomeriggio. Nella camera ardente s'incontrarono Mina, l'urlatrice alla moda, Claudio Villa, Fiorenzo Magni e Giorgio Albani. La loro sosta fu lunga. Magni scoppiò in disperati singhiozzi senza decidersi ad allontanarsi dalla bara di Coppi. Fiorenzo tirò fuori di tasca una cartolina: <Me l'ha mandata lui, dall'Africa*. In un attimo comparvero altre cartoline uguali, Fausto aveva voluto ricordare tutti gli amici in quella che chiamava !'« avventura africana*. L'aveva preparata con gioia, scalando impaziente i giorni e le ore che lo dividevano dalla partenza. Prima di prendere il volo per l'Africa dall'aeroporto'\ n«TcaMO*^ una telefonata dalla città dove si sarebbe svolto il circuito, Ougadougou. E la telefonata arrivò puntuale, una domenica di dicembre, verso l'una e mezzo del pomeriggio. La voce di Fausto si udiva debole e incerta, spesso spariva interrotta dalle scariche. Ma il tono era lieto e spensierato, Coppi ■ti godeva la sua « facansra pacata ». <Ha vinto Anquetil, ma io sono secondo. Abbiamo gareggiato in ventitré, sei ciclisti bianchi e diciassette neri. Ed il pubblico faceva un tifo eccezionale. Erano ventimila, gli spettatori, tutti neri come l'inchiostro ». La <vacanza pagata* era durata poco. Tre o quattro giorni dopo, Fausto ci aveva chiamato ancora al telefono. Da Parigi, questa volta. « Torno a casa. Mi hanno detto che alla Malpensa c'è la nebbia, l'aereo forse atterrerà a Caselle. Mi puoi venire a prendere in macchina? ». La nebbia era scom- parsa a tempo, l'apparecchio aveva preso regolarmente terra all'aeroporto lombardo. Coppi si era scusato, appena rientrato a Novi, con quella delir.atezza che rappresentava una dote del suo carattere. ■ ci aveva raccontato, in com- penso, le sue emozioni africane. « Siamo- andati in un paese povero, dove però ci hanno accolti con un entusiasmo difficile da descrivere. Sì, è un paese povero. Hanno biciclette pesantissime e pedalano a velocità spaventose. Sulle biciclette ap plicano sette od otto catari' frangenti, due parafanghi che pesano quattro chili, un paio di specchietti e le frecce di segnalazione. Eppure compiono acrobazie da saltimbanchi, senza andare quasi mai a finire per terra. Ho scoperto anche un negro che ci sa fare. Verrà in Europa, lo ospiterò a Novi. Voglio allenarlo come si deve ». Il discorso durava parecchio, piacevole e divertente. Solo il destino sapeva che era l'ultima intervista che avremmo fatto a Fausto Coppi. Gigi Boccacini . ! Giulia Occhini, svenuta davanti alla salma di Fausto Coppi, viene trasportata fuor) dalla camera mortuaria

Luoghi citati: Africa, Europa, Milano, Parigi, Tortona