Libri che sembrano fatti e stampati per togliere il gusto della lettura di Paolo Monelli

Libri che sembrano fatti e stampati per togliere il gusto della lettura DEPRECABILE USANZA DELLE STRENNE DI GRAN LUSSO Libri che sembrano fatti e stampati per togliere il gusto della lettura Sono volumi sontuosi^ costosi, illuslr Glissimi, nei quali il testo scompare - Fanno bella figura nel salotto tra statuette e vasi di cristallo - A volte sono opere dotte, rare, difficili, per specialisti: una scorsa, e via... - Se è vero che gli italiani sono pigri a leggere, la loro pigrizia è, da questo nuovo costume, favorita e rafforzata - Nei paesi dove la letteratura è necessario nutrimento dello spirito non c'è esempio di tanto fastoso spreco (Nostro servizio particolare) Roma, 2 gennaio. Lo scarso amore del libro è nostro difetto persistente. Varie cause se ne adducono; il dolce clima, la prepotenza della radio dei cinema e della televisione, le motorette e le utilitarie per cui si consuma quasi tutto il tempo del riposo dal lavoro in rapide scorribande, i troppi premi letterari, una critica spesso miope o pregiudicata, e via indagando. Dolendoci di questa nostra mancanza e de¬ nunciandola senza indulgenza, cerchiamo, pochi di noi, giornalisti, editori, educatori, quali possano essere l rimedi, e scrutiamo i segni che possano indurci a meglio sperare per l'avvenire (e cosi un più vivo desiderio di letture serie e istruttive, se non presso la nostra inguaribilmente vacua borghesia, presso operai scelti, artieri, e gente che esercita professioni stimolanti la curiosità e l'osservazione, come meccanici, elettricisti, sottufficiali, llltlllllllllllllIllllltlltllllllllllllllllIIIIIIIIIIIIB camerieri di bordo, e di ristoranti e grandi alberghi, tir pografi, etc.). Ma forse ci siamo mossi troppo tardi, che da noi si legga poco cominciano ad accorgersene anche gli stranieri; Dominique Fernandez recensendo nel num. 441 dell'Express di Parigi la traduzione francese del Gattopardo comincia con l'osservare che « è. cosa fuor dell'ordinario che di questo libro si siano venduti in Italia, où on ne lit pas,-, circa centocinquantamila esemplari nel corso di un anno >. E allora siamo fritti per l'eternità, si sa che quando gli stranieri ci appiccicano una qualità o un difetto questo rimane assioma per essi: potremmo anche diventare uno dei popoli più ansiosi di legger libri e conservarli in preziosi scaffali di legno di cedro, quel giudizio non lo muteranno più, come fanno 'di tanti altri luoghi comuni; che non ci laviamo (ma ci laviamo almeno quanto i tedeschi, forse un po' di p'ì dei francesi e degli inglesi), che siamo ladruncoli e tagliaborse (ma pickpocket è parola e fenomeno inglese), che ammazziamo per gelosia (ma non per vizio o perversione sessuale, come altrove). Gli italiani dunque leggono poco; anche se abbiano qualche scusante, che per esempio il prezzo dei libri è troppo elevato rispetto agli scarsi guadagni della gente. Ora da qualche anno si assiste ad un fenomeno sempre più manifesto, per cui si direbbe che i nostri editori, lungi dall'incoraggiare a legger* di più, si prefiggano di spegnere ogni desiderio di reale istruzione. Parlo della moda deprecabilissima delle strenne di fin d'anno; edizioni di grande lusso, con carta pesante, illustrazioni che fanno scomparire il testo, sontuosa rilegatura, costosissime ; delle quali il contenuto spesso è da poco, e quasi un riempitivo; o se il testo è di pregio, si tratta il più delle volte di opere dotte o- rare che presuppongono lettori difficili o specializzati; e sarà appena scorso dai compratori del volume, che l'acquistano solo per farne oggetto di un regalo raffinato, o perché faccia bella figura nel salotto. E così avviene che impiegati, modesti professionisti, gente che rimandano spese di questo genere al dicembre per via della tredicesima, quei quattro soldi che abbiano messo in bilancio per libri li sciupano in due o tre strenne; e ti saluto, acquisto di opere di piacevole e istruttiva lettura per tutto il resto dell'anno. Purtroppo questo è fenomeno dei paesi di più scarsa cultura, ed ove conta più il comparire che l'essere. Sono certo che in quelle abitazioni di benestanti o ricchi borghesi in cui fino a qualche anno fa non si vedeva un libro che fosse uno, salvo quelli scolastici, oggi si espongono all'ammirazione dei visitatori gli in-folio gremiti di immagini colorate, che aggiunti a pochi dello stesso genere degli anni passati avranno poi indisturbato riposo negli scaffali che gli arredatori moderni destinano ad aocogliere promiscuamente rilegature e album e statuette e vasi e bottiglie di cristallo; ma questo non è nemmeno il principio di una reale bibliotechina familiare. Né so quanto amore ai libri acquisteranno per la vita i barn-, bini che oggi ricevono in dono doviziosi volumi ove le figurine sopraffanno il testo; non credo che ne avranno la soddisfazione che ebbi io fanciullo sui quattordici anni quando uno zio dotto e strambo mi regalò a Natale cento volumetti della biblioteca universale Bonzognò da £5 centesimi l'uno; spese in tutto S5 lire, dieci o dodicimila di oggi, il prezzo di una strenna corrente; e mi mantenne a letture strane e variate e avvincenti per un anno, Goethe, l'abate Galiani, Balzac, Foscolo, Orazio, De Musset, Voltaire, Daudet, Chamfort, Turghenief, Beccaria, D'Annunzio, Sterne, etc. etc, che era davvero universale quella < biblioteca » di volumetti di cento e più pagine fitte, ciascuno con un saggio introduttivo, e sulla copertina un'angiolona seminuda che sonava nella tromba della fama e poneva il piede su un piedestallo di volumi d'ogni scibile. Nei paesi dove la letteratura è necessario nutrimento dello spirito non c'è esempio di tanto fastoso spreco. Ho sott'occhio la pubblicità che gli editori inglesi hanno fatto su giornali e settimanali per le feste natalizie; la maggior parte dei libri segnalati costano più o meno come i nostri libri correnti da 800, 1000, 1500 lire; non c'è, 0 è rarissima, alcuna speciale offerta perché ci siano le feste, anzi gli editori più seri ripropongono libri da loro pubblicati nel corso dell'anno e che hanno avuto maggior successo; riepiloghi che assai pochi dei nostri editori fanno. Si che dalle nostre librerie scompaiono tali opere fra Natale e Capodanno, o stanno vergognose in un cantone, merce di secondo ordine; e UlllilMIIllIIIIIIIIIIIIIIIIIIIlllllllllIlllllllllllllllIt se il libraio ha esaurita la prima scorta, non se la fa rinnovare; ed il gennaio avanza, con la vacanza quasi totale di ogni attività editoriale, e la scomparsa quasi totale dei compratori dalle librerie. Finché, a primavera, salterà fuori il solito o i soliti romanzi stranieri, consacrati da 'una fama scandalosa o piccante, preceduti da .un'accorta propaganda; ed anche su questi si butteranno i compratori occasionali, per la vanità di avere nel salotto il libro di cui tutti parlano. Come succede da noi, che abbiamo il genio dell'imitazione, e se uno ha una'trovata cento si buttano a copiarla, e se arriva dagli Stati Uniti una pellicola che si chiama « A qualcuno piace caldo » ecco produttori nostri mettere in cantiere pellicole intitolate « A qualcuno piace calvo », « A qualcuno piace Fred », e « Il ponte sul fiume Kwai » ispira ad un altro « Il ponticello sul fiume dei guai », — cosi sono sorte nello scorcio del '59 alcune case editrici nuove, create soltanto per lanciare un particolare volume-strenna da cui si ripropongono guadagni per tutto l'anno. Ma avviene che strenne di questo genere servono spesso, a chi le riceve in regalo, per regalarle a sua volta ad amici o conoscenti: e talvolta basta uno solo di tali volumoni smaglianti a coprire tutto un giro di doni natalizi. Un Natale di molti anni fa, a Milano, ricevetti da un pescatore dell'Adriatico con cui andavo a vela l'estate una cassetta di anguille. Non ho per le anguille una particolare preferenza; quindi mutai l'indirizzo alla oassettina, aggiunsi un biglietto d'auguri, e la mandai in dono al carissimo collega Enrico Berretta. (Era uomo acuto e cordiale, autore di piacevoli eommedìole, buon giornalista, osservatore spiritoso e scettico dei fatti' umani; le lodi non lo scotevano, non si rallegrava della rinomanza che s'era fatta, chiamava { suoi articoli « Temi svolti »; da qualche anno è morto, e soltanto qualcuno che gli fu amico lo ricorda ogni tanto con malinconia). Questo avveniva il 22 dicembre. Il 27 dicembre mi vidi recapitare per conto del mio ottimo amico Guido Treves,ancora comproprietario della illustre Casa editrice, un bel pacco avvolto in carta d'oro e d'argento. Lo accolsi con venerazione e svolgendo la carta messa a triplice faglio mi chiedevo ansioso, saran librif saran bottiglie? sarà un servizio per la pipat Era, naturalmente, la mia cassetta delle anguille. Che Berretta aveva mandata con tanti auguri al commediografo Chiarelli, e questi a Raffaele Calzini, e questi a Dario Niccodemi, e questi a Givinini, e questi a chissachì, finché traverso altri chissachì arrivò a Guido Treves che pensò, bontà sua, a me. Orbene, la stessa trafila si ha spesso oggi con i bei tomi che certe ditte o enti 0 società inviano come strenna e. personaggi cospicui o a clienti affezionati, pesantissimi, tirati a lucido come scrigni; si presentano bene, hanno l'aria di costare quindioi ventimila lire, quale migliore occasione di fare un dono ad un amico f Stiano attenti gli editori di strenne; che finora gli va bine, un giorno o l'altro la piotorà non si risolva a loro danno. Paolo Monelli

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