Solo il sorvegliante resta in carcere per lo scandalo al concorso dei notai

Solo il sorvegliante resta in carcere per lo scandalo al concorso dei notai Solo il sorvegliante resta in carcere per lo scandalo al concorso dei notai Avrebbe fatto pervenire dall'esterno, a tre concorrenti, il tema svolto da un loro fratello notaio - Tatti gli altri protagonisti dell'episodio sono stati messi in libertà provvisoria (Nostro servigio particolare) Roma, 1 gennaio. Uno solo degli otto protagonisti dello scandalo che ha costretto il ministero della Giustizia ad annullare, nel novembre scorso, il concorso per 200 posti di notalo, sembra destinato a rimanere in carcere in attesa del processo la cui celebrazione in tribunale non è tanto lontana. Giovanni Donati, infatti, il sorvegliante accusato di essersi lasciato corrompere per consentire ad alcuni candidati di ricevere lo svolgimento del tema di diritto civile, per il momento non riacquisterà la libertà. Le porte del carcere, invece, in concomitanza con il capodanno, si sono aperte per i quattro fratelli Cesare, Sergio, Franco e Ferdinando Marini — notaio il primo, candidati nel concorso gli altri. Ad essi, il giudice istruttore dott. Giuseppe Buongiorno, accogliendo la Istanza presentata dai loro difensori prof. Remo Pannain, on. Bruno Cassinelli ed avv. Carmelo Postorino, ha concesso la libertà provvisoria, In considerazione dell'ampia confessione da loro resa e delle gravi condizioni di salute in cui versa la madre. Poiché in precedenza era stato concesso l'identico beneficio all'ex segretaria del vice-sindaco di Roma, dott. Valeria Mengoni (fidanzata di uno dei concorrenti, Sergio Marini, la signorina avrebbe creato l'organizzazione per cui lo svolgimento del tema avrebbe dovu- to arrivare dal notaio Cesare Marini nell'interno del palazzo degli esami); e poiché gli altri due imputati — i carabinieri Sergi e Petito che secondo taluni avrebbero partecipato al traffico illecito, sono stati chiamati a rispondere dei reati loro attribuiti soltanto con mandato di comparizione, l'unico a rimanere per il momento in carcere è Giovanni Donato. Il provvedimento preso alla vigilia di Capodanno dal giudice istruttore dott. Buongiorno in favore dei fratelli Marini è stato praticamente l'ultimo atto di una minuziosa indagine che ha costretto il magistrato ad interrogare oltre duecento persone, tra le quali tutti gli addetti alla sorveglianza durante lo svolgimento del concorso, i carabinieri e molti dei 2500 concorrenti. Contemporaneamente, il giudice istruttore ha trasmesso gli atti al pubblico ministero dott. Caldora per la requisitoria scritta. Lo scandalo che ha portato all'annullamento del concorso, scoppiò, sembra, per un paio di telefonate anonime che avvertirono la polizia di quello che stava avvenendo al palazzo degli esami. Sabato 7 novembre scorso, alcuni agenti di polizia notarono una giovane donna, la Mengoni, uscire dal palazzo di vìa Induno, dove si svolgeva il concorso, la seguirono e videro che entrava nello studio del notaio Marini al centro di Roma da dove poi riusci un'ora dopo. Nel momento in cui gli agenti la fermarono la signorina cercò di disfarsi della borsetta nella quale vi era lo svolgimento del tema di diritto civile. Valeria Mengoni confessò subito di essersi accordata con un addetto alla sorveglianza che in cambio di un milione e mezzo di lire si era impegnato a far pervenire i temi del concorso già svolto a taluni concorrenti (i fratelli Sergio, Franco e Ferdinando) dal notaio Cesare Marini. Il magistrato spiccò sei mandati di cattura (Sergio e Cesare Marini, Valeria Mengoni e Giovanni' Donato vennero subito arrestati mentre Franco e Ferdinando Marini si costituirono qualche giorno dopo) per corruzione di pubblico ufficiale e violazione alla legge 19 aprile 1925 n. 475, e due mandati di comparizione per i carabinieri Petito e Sergi assistiti dall'avv. Aldo Pannain che non sono stati però riconosciuti nei numerosi-confronti subiti in fase istruttoria. Giovanni Donato, assistito dall'avv Frugis Cagianelli, ha sempre sostenuto e sostiene di essere assolutamente innocente. _ _

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