Per la guarigione della tubercolosi polmonare di Angelo Viziano

Per la guarigione della tubercolosi polmonare 11 convegno piemontese di tisiologia Per la guarigione della tubercolosi polmonare Stretta interdipendenza tra bisturi e antibiotici Quando, circa sette anni fa, entrò nel campo dell'antlbioticoterapla antitubercolare l'idrazide dell'acido isonicotinico, per le sbalorditive referenze con cui il nuovo farmaco era stato lanciato d'Oltre Oceano, vi fu un'euforia che sul momento a noi parve eccessiva. Tutt'altro che sottovalutando le veramente meravigliose resultanze delle prime vistose applicazioni americane, ci parve opportuno sollevare qualche dubbio sulla ventilata possibilità della chiusura dei sanatori a breve scadenza, e sull'ipotetica rinuncia alla cooperazione del bisturi. Streptomicina e Pas, In precedenza assurti per i primi a inestimabile valore terapeutico antitubercolare, già avevano dimostrato di non potere raggiungere In ogni meandro polmonare i diversi focolai tubercolari, sì da renderli perlomeno inattivi, se non emendabili successivamente, con le risorsa stesse della natura. Streptomicina e Pas, Impiegati singolarmente o associati, si erano, tuttavia, qualificati come ottimi presidi contro le forme acute iniziali della tubercolosi e come indispensabili farmaci preparatori agli interventi chirurgici sul polmone, allorché la tisi già ne avesse escavate qua e là caverne, rinserranti materiale infetto e sempre insidioso. Orbene — pur sperando che il nuovo farmaco superasse in attività i suoi antenati e pur stimando di enorme valore pratico la nuova scoperta anche al fine di agevolare le cure, combinate con più farmaci, che riducono al minimo il rischio dell' assuefazione dei germi al singolo medicamento, già in allora affacciatosi per Streptomicina e Pas — scrivemmo che non ci sembrava ancora giunto 11 momento di dare l'ostracismo ai vari tipi di collassoterapia (cioè all'accasciamento forzato del polmone malato) e alle diverse resezioni polmonari, rese attuabili proprio dagli antibiotici antitubercolari. Queste sono realizzate sia con la asportazione totale del polmone, sia di un suo solo lobo, sia soltanto di suol segmenti più piccoli, a seconda delle proporzioni assunte dall'attività diBtruggitrice della malattia. A distanza di anni, possiamo confermare che, mentre altri antibiotici antitubercolari (come la cicloserina, ad esempio) sono entrati degnamente in campo, l'idrazide dell'acido l8onicotinico non ha tradito le speranze in essa riposte e mantiene un ruolo di primo rango; ma non ha declassata la chirurgia toraco-polmonare antitubercolare. Questa mantiene precise indicazioni di fronte a zone di polmone già escavate e ulcerate. D'altra parte la curva della spedalità non ha subito una diminuzione, nonostante che un numero maggiore di malati si curi al proprio domicilio. Gli è che l'antibioticoterapia antitubercolare e i contemporanei progressi delle speciali cure chirurgiche hanno ridotto in maniera soddisfacente l'indice di mortalità (dal 77,47 per centomila abitanti in Italia nel 1946 al 22,07 nel 1958) ; ma, per un complesso di ragioni, molti sono i malati con recidive in atto che ricorrono ai .sanatori, non sempre ancora nelle condizioni per l'intervento più idoneo a una guarigione definitiva. Donde la cronicizzazione di moltissimi malati acuti. La questione, dì tanto interesse clinico e sociale, è stata ampiamente trattata ieri, in occasione del Convegno piemontese di tisiologia dal prof. Luigi Biancalar" direttore dell'Istituto u .-sitarlo torinese dì patologia chirurgica e consulente dell'Ospedale San Luigi, sulla base di una ampia casistica di interventi (602) praticati a tutto il 1958. Evidentemente, non in tutti i casi gli antibiotici bastano da soli a guarire la tubercolosi polmonare. Truppo varie e con diversa prospettiva di evoluzione sono le leBlóni tubercor lari, anche se non sempre riescono differenziabili clinicamente; per cui anche le terapie mediche moderne hanno variabile effetto a seconda del casi. E' necessario, quindi, non sperare eccessivamente nel prolungamento della loro applicazione in molte circostanze, e vagliare l'opportunità dell'intervento operatorio prima che questo si sia reso inattuabile o più rischioso, se il soggetto si è nel frattempo fatto insensibile agli antibio tici antitubercolari. Poiché, come si è detto, questi giocano una parte indispensabile per evitare complicazioni postope ratorie della stessa natura tubercolare. Saputo ciò, si com prende perché in Olanda l'uso comune della streptomicina è vietato, essendo riservato alle eventualità chirurgiche. La precocità degli interven ti chirurgici riduce, d'altron de, il danno funzionale respiratorio provocato dalla prò gressione delle stesse lesioni polmonari tubercolari; mentre richiede una minore amputa zione dell'organo interessato. Visti i buoni risultati delle < exeresi >, cioè delle asporta zloni di parti del polmone, su cui hanno anche riferito al cendspiomaanlsdvgeSPsmtlI convegno 1 professori Mariani e Sommo, il Biancalana ritiene che la chirurgia del genere deve essere impiegata più estesamente che nel passato e più precocemente, anche seguendo indicazioni precipuamente di ordine profilattico, laddove la moderna chemioterapia riesce a prolungare la vita, ma non a garantire la guarigione definitiva della malattia. Angelo Viziano

Persone citate: Biancalana, Luigi Biancalar, Mariani, Sommo, Truppo

Luoghi citati: Italia, Olanda