Le trattative per l'Algeria non sarebbero compromesse

Le trattative per l'Algeria non sarebbero compromesse Altri due discorsi di De GaullelfT Le trattative per l'Algeria non sarebbero compromesse II generale (che ieri ha compiuto 69 anni) riafferma di essere fiducioso in una prossima pacificazione Nostro servizio particolare Strasburgo, lunedì mattina, n presidente De GauUe ha rivolto un discorso aUa popolazione di Strasburgo, riunita nella principale piazza del capoluogo alsaziano, per celebrare il quindicesimo anniversario della liberazione della città. « Siamo — egli ha detto — all'inizio di un nuovo avvenire. La Francia, naturalmente vuole prima di tutto la pace in Algeria. Noi abbiamo tracciato la strada che conduce alla pace e non si vede che cosa trattenga i responsabili dei combattimenti dal porre termine alle sofferenze dell'Algeria, a meno che ciò non derivi dal loro desiderio di instaurare una inaccettabile dittatura. « La Francia sa che la pace o la guerra si decideranno In Europa. DaU'Atlantico agli ( Tirali, sono 1 popoli europei' (da qualunque parte della cortina essi siano situati) che decideranno la sorte del mondo. Dalla loro concordia dipende la pace generale». Il generale ha poi rilevato come la responsabilità dell'Europa sia più grande che mai e come sia necessario un equilibrio europeo. < Bisogna dunque — ha soggiunto — che l'Europa occidentale esista, che si tenga in piedi, che sia se stessa ». Il presidente della repubblica ha concluso parlando del riavvicinamento tra Francia e Germania: « Il Reno non deve più costituire un fosso, ma un legame tra le due grandi nazioni che ne abitano le rive. Noi procediamo verso una cooperazione sempre più stretta tra questi due popoli, i quali si sono tanto spesso lacerati e che oggi sono chiamati a puntare insieme verso uno stesso obiettivo umano ». Parlando successivamente a Saverne, il generale De Gallile ha affermato: «Noi prendiamo U cammino che conduce aUa pace in Algeria, anche se certuni 1 quaU dovevano unirsi a noi su questo cammino (dato che noi 11 Invitavamo a farlo) hanno l'aria di opporre un certo numero di sottigliezze e di bizzarre condizioni all'incontro che noi proponiamo. « Io sono, non di meno, persuaso che noi siamo suUa strada la quale conduce prima di tutto aUa cessazione del combattimenti e poi aUa pacificazione e aUa riconciliazione ». De Gaullo ha detto anche: « Noi vogliamo la pace in Algeria, da conseguire attraverso l'unica strada che noi abbiamo scelto per il mantenimento della Francia in Algeria, m<t evidentemente in condizioni diverse da quelle di un tempo: è una realtà che tutti comprendono ». II generale De Gaulle ha compiuto ieri 69 anni, ma per suo desiderio la ricorrenza non è stata solennizzata con cerimonie ufficiali. Gli ultimi avvenimenti diplomatici, ed in particolare il voto all'Onu sulla mozione afro-asiatica contro l'atomica francese, sono tuttora oggetto di animati commenti. Vie ne posta in rilievo stamane dagli osservatori politici la notizia secondo cui la Francia ha protestato presso gli Stati Uniti per la concessione di un visto d'entrata in ter ritorio americano a tre capi algerini ribelli. Si tratta del dottor Ahmed Francis, mini' stro delle Finanze nel governo provvisorio algerino, di Abdel Hamid Mehri, ministro per gli Affari nord-africani e di Ahmed Boumend, portavoce dei nazionalisti a Tunisi. Essi presumibilmente aspirano a far sentire la loro voce, sia pure indirettamente, all'Assemblea dell'Onu quando si discuterà la questione algerina. La protesta francese è stata formulata verbalmente a Parigi all'ambasciatore americano Amory Houghton dal primo ministro Michel Debré. Houghton ha replicato che i tre esponenti algerini erano in possesso di passaporti tunisini e che di conseguenza il governo americano si è trovato nell'impossibilità di opporre un motivo legale alla concessione dei visti. u. p.

Persone citate: Abdel Hamid Mehri, Ahmed Boumend, Ahmed Francis, Amory Houghton, De Gaulle, Houghton, Michel Debré