Piena confessione dello zingaro che partecipò all'uccisione dell'orefice

Piena confessione dello zingaro che partecipò all'uccisione dell'orefice Da ieri mattina si trova nette carceri di San Vittore Piena confessione dello zingaro che partecipò all'uccisione dell'orefice littorio Hemich cerca parò di limitare la sua responsabilità in ordine all'omicìdio - Dopo la tragica rapina peregrinò per l'Italia con caro vane di nomadi - Ha avuto contatti in questo periodo con l'Andreis '. e r ù e a a i r e a e Milano, lunedì mattina. Lo zingaro Vittorio Hemich, che il 3 agosto scorso partecipò alla rapina culminata nell'omicidio dell'orefice Lu'gi Sordi in via Padova, arrestato martedì scorso a Ghirulio (Ravenna) e condotto nella serata di sabato a Milano, è stato trasferito ieri mattina nelle carceri di San Vittore ove si trova ora a disposizione del giudice istruttore dott. Learco Secchi. Per tutta la notte tra sabato e domenica l'Hemich è stato interrogato al Palazzo di Giustizia dai carabinieri e dai funzionari della Squadra Mobile. Vittorio Hemich, che ha 19 anni, ha reso ampia confessione cercando di limitare la sua partecipazione alla tragica rapina. La confessione dello zingaro si riassume in questi punti: 1) Ammette di aver concorso ad ideare la rapina e di avervi partecipato, ma nega ogni responsabilità in ordine all'omicidio. Egli era rimasto ,|in macchina per tenersi pron i , e e a. , i e n e à. an asi to a fuggire quando i suoi complici, Vittorio Andreis e Bruno Mantegazza, avessero condotto a termine il colpo. Senti una detonazione e poco dopo vide correre verso di lui l'Andreis che esclamò: « Hr ammazzato l'orefice ». Mentre Bruno Mantegazza veniva fermato e l'Andreis • fuggiva su una « 1100 >, Vittorio Hemich corse via a piedi. Egli sostiene di non aver mai più visto l'Andreis. 2) Vittorio Hemich fu aiutato da Emilio Guarda, l'uomo che aveva fornito i proiettili e le armi serviti per la rapina. Questi lo ospitò per qualche giorno a Brugherio. Poi,' l'Hemich si allontanò e percorse l'Italia viaggiando con'eomitive di zingari. Sapendo di essere braccato, si spostò dalla Liguria alle coste dell'Adriatico, fino a Bari, sua tetra" nativa. Durante le sue peregrinazioni, < Mimi io zinche nonostante la gio- o Saro» e- vane ftà ha già avuto un li- da, "na . 3"a compagna ci P"»* d.e 1 °™,.c,rd'°' sP°f° *g! donne d diverse carovane, ci con „ rito BÌngare8Co: E ; 3) Martedì 3Corso mentre o- guidava un motocarro di una e-!tribu di zinpari veniva fern-imato ^ carabinieri di Ghi e ruiio. Egli forniva loro il non- me di Romano fnopech, un altro zingaro della sua tribù, Ima non riusciva ad ailontana- re i sospetti. In caserma i carabinieri hanno pensato che potesse trattarsi di uno degli assassini dell'orefice di Milano. E cosi è stato scoperto. Lo zingaro, come s'è detto, è stato tradotto a Milano sabato sera. E' giunto alle 21,06 sul quinto marciapiede della stazione Centrale. L Hemich dovrà rispondere di concorso in omicidio a scopo di rapina, sostituzione di persona, furto e falso in atto pubblico: queste ultime imputazioni sono relative ai documenti falsi dei quali egli si serviva per spacciarsi per lo Snopech. Dopo la cattura di « Mimi lo zingaro » uno solo dei giovani che parteciparono alla tragica rapina è ancora libero: si tratta dell'assassino materiale dell'orefice, il diciannovenne Vittorio Andreis. Per quanto le autorità di polizia non rivelino nulla in proposito, sembra probabile che, durante il periodo di latitanza, l'Hemich sia riuscito ad avere contatti con l'Andreis.

Persone citate: Bruno Mantegazza, Emilio Guarda, Learco Secchi, Mantegazza, Vittorio Andreis