I turisti non lasciano la Sardegna senza una visita al sacrario di Garibaldi

I turisti non lasciano la Sardegna senza una visita al sacrario di Garibaldi Nulla è mutato a Caprera dopo la morte della figlia del generale I turisti non lasciano la Sardegna senza una visita al sacrario di Garibaldi Italiani e stranieri si aggirano con venerazione e rispetto nelle sale del museo - Dal 1907 un picchetto d'onore veglia la tomba del leggendario eroe - Soltanto in casi eccezionali e per qualche ora la guardia è stata ritirata (Dal nostro inviato speciale) Caprera, 24 dicembre. Sono andato a visitare la tomba di Garibaldi, ed il museo in cui è stata trasformata la sua casa. C'ero già stato nel '42, e ci sono tornato oggi per constatare la attendibilità o meno di una voce che circola da qualche settimana e secondo cui tutto sarebbe in abbandono dopo la morte di donna 'Clelia. La notizia è senna fondamento: dopo diciassette anni nulla è mutato. Non manca che dònna Clelia. Sulla tomba che lei aveva fatto preparare lasciando mota l'indicazione del luo- ino e della data della morte, iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiii uno scalpellino ha aggiunto: « Caprera, 2 febbraio 1959 ». Vi tono .arrivato come un qualsiasi turista. Ho trovato, sia pure ridotta, la guardia d'onore, e al mio ingresso nel recinto dove si allineano le sette tombe della famiglia Garibaldi il marinaio di sentinella era regolarmente al suo posto e si è irrigidito sull'attenti. Non si sa come nascano certe notizie infondate. Ma esse circolano e si diffondo" o più rapidamente e solitamente delle vere; più sono inattendibili più trovano credito, suscitando amarezza e ribellione, come quella che concerne la tomba di Garibaldi. Mi accompagnava nella visita, come fa con ogni turista, il capo-nocchiere Filippo Impagliazzo. Per ventisei anni è stato comandante della guardia d'onore alla tomba di O-aribaldi. Nel settembre scorso è andato in pensione, ed ha voluto rimanere qui come custode del museo. Capo Impagliazzo sorride alla notizia infondata. « La prova più convincente della sua infondatezza — dice — l'ha avuta lei stesso arrivando qui senza preavviso, e constatando di persona che tutto à in regola». La regola risaie al 1901, quando il complesso della casa e della tomba di Garibaldi fu dichiarato monumento nazionale. In quella occasione fu istituito un servizio d'onore alla tomba dell'Eroe, mediante un picchetto armato di sette uomini comandati da un sottufficiale, che assicurava la guardia di una sentinella alla tomba dall'alba al tramonto, ! cioè, come è nell'u in ore di bandiera. Qualche mese dopo la guardia diurna divenne permanente, estesa quindi anche alle ore notturne. Si era sviluppata una bega in seno alla famiglia Garibaldi. Uno dei componenti minacciava lo spostamento di una tomba, gli altri si opposero, e nel timore che un'azione clandestina venisse compiuta di notte, donna Clelia ottenne che il picchetto fosse rinforzato ed il servizio di guardia continuato anche dal tramonto all'alba. Una consegna particolarmente severa fu impartita alla sentinella armata di fucile con cartuccia in canna: vietare l'accesso al recinto a chiunque non /osre accompagnato personalmente dal comandante della guardia. Questa consegna come quella della sentinella di Napoleone fatta mettere ad una panchina verniciata di fresco, rimase immutata anche dopo che cessarono le condizioni che l'avevano provocata. La sentinella notturna fu conservata per mezzo secolo a vigilare sulla intoccabilità delle tombe, anche se nessuno aveva intenzione di toccarle. Intanto il complesso era passato in custodia alla Marina e direttamente al comando della base militare marittima della Maddalena, da cui Caprera, territorio interamente militare, come tutte le altre isole dell'arcipelago, faceva parte. Ma la guardia d'onore era fornita, alternativamente, da reparti appartenenti a tutte le forze armate. Nell'ottobre del 1958 l'esercito, il cui picchetto veniva mandato espressamente da Sassari, fu dispensato dal suo compito e l'onore di fornire il picchetto venne assunto esclusivamente dalla Marina. Che però, accortasi finalmente del¬ militare l' : n , a l a o . e e i e a , è è a a , a u u e e e a a , ! e a a a a e di e d aa. e irce ola di d di e oa rie esa lla, e, la a, ti ze 58 ia o il uhe l¬ la inutilità di una sentinella notturna, la abolì, conservandola soltanto di giorno, dall'alba al tramonto. Ma In consegna è sempre quella, cartuccia in canna e obbligo che il visitatore sia accomagnato dal comandante della guardia. I visitatori sono parecchie bentinaia al giorno nelperiodo estivo. Arrivano a pullman interi da Sassari e da Cagliari e numerosissimi sono gli stranieri. Se Garibaldi è amato dagli italiani, e venerato è il luogo in cui visse i suoi ultimi anni e dove giace la sua tomba, anche dagli stranieri la sua leggendaria figura A considerata con ammirazione e simpatia. Non si viene in Sardegna senza includere nel viaggio una visita al sacrario garibaldino. La casa dove egli visse e soffrì, gli oggetti della sua vita quotidiana, i cimeli storici, il gigantesco pino che si apre ad ombrello %.el cortile, e che egli piantò il 16 febbraio 1867, alla nascita di Clelia, le stampelle e il carrozzino degli acciacchi che lo colpirono nella tarda età, il letto fatto trasportare dinanzi alla finestra per avere fino all'ultimo istante la vista del mare, sono immagini patetiche della sua indimenticabile esistenza e della sua figura di uomo e di nerale. Fra i più devoti visitatori vi sono i villeggianti stranieri del villaggio sorto nel '53 come Village magique, a trecento metri dalla casa bianca, e passato l'anno successivo al Club Mediterranée. Nelle sue capàn ne a forma di tukul accoglie ottocento turisti di ogni nazio nalità in prevalenza francesi, lin di quindici giorni. La ' Maddalena e Caprera sono di moda in campo internazionale ed i turisti vi rappresentano una fonte economica di primaria importanza. Fra le stanze del museo garibaldino i turisti italiani e stranieri si aggirano con sentimenti di venerazione e di tenerezza. E non è vero — ma come nascono certe vocit — che l'umidità appassisca i cimeli e la muffa li corroda. Finché visse, donna Clelia volle lasciare tutto « come era quando c'era mio padre ». Al punto che rifiutò di far mettere in quelle stanze l'impianto elettrico e quelli igienici. E tutto è rimasto inalrerato anche dopo la scomparsa della figlia, non c'è deperimento in questi cimeli, non c'è negligenza nella manutenzione del museo. Essa è affidata alla Marina e personalmente a capo Impagliazzo che ha votato la sua vita alla amorevole custodia del sacrario. La guardia d'onore continua dopo cinquantadue anni con la stessa fedeltà del primo giorno. Il che non impedisce però che talvolta, per improvvisa penuria di uomini dovuta a malattie, a licenze, o a quel periodo di transizione fra il congedo degli anziani e Varrivo delle reclute, la forza del picchetto si riduca al minimo indispensabile. E' accaduto anche che in tali contingenze deficitarie la guardia in giornate particolarmente rigide per vento e pioggia, sia stata sospesa per qualche ora. Capo Impagliazzo ne dà una spiegazione semplice e plausibile. <L'ho fatto per un sentimento umanitario — dice —, per non logorare troppo i ragazzi». Sarebbe bene comunque che la lacuna non si ripetesse. Se gleMv gli scopi sono comprensibili, le cause sono inaccettabili. E' evidente che il ministero'della Marina deve ovviare'all'inconveniente, fornendo il numero di uomini necessario ad assicurare la continuità e la nobiltà del servizio. Di recente il ministero della Marina ha chiesto a quello della Pubblica Istruzione di esaminare la possibilità che la tomba ed il museo di Garibaldi passino come manutenzione alla Sovrintendenza ai monumenti. Una visita esplorativa- del sovrintendente di Sassari'' è stata compiuta nei giorni scorsi a Caprera. Non sembra però che il ministero della PubblicaIstruzione sia favorevole adaccettare la proposta. Ma anche in caso favorevole, rimarrebbe inalterato il servizio d'onore prestato dalla Marina. Giuseppe Paraci

Persone citate: Filippo Impagliazzo, Garibaldi Italiani, Giuseppe Paraci, Impagliazzo

Luoghi citati: Cagliari, Sardegna, Sassari