Il re di Svezia in una sfarzosa cerimonia consegna il «Nobel» a Quasimodo e a Segrè

Il re di Svezia in una sfarzosa cerimonia consegna il «Nobel» a Quasimodo e a Segrè Ver la prima ratta due italiani premiati netto stesso anno Il re di Svezia in una sfarzosa cerimonia consegna il «Nobel» a Quasimodo e a Segrè // nuovo Spoeta laureato» parla dei suoi concetti estetici, poi balla con le principesse reali - Lo scopritore dell'antiprotone, discepolo di Fermi e naturalizzato americano, recava all'occhiello la decorazione della Repubblica italiana (Dal nostro corrispondente) Stoccolma, 10 dicembre. La sfarzosa cerimonia della premiazione del Nobel che ogni anno il lo dicembre, ricorrenza della morte dell'illustre fondatore, si tiene al Konzerthus di Stoccolma, ha avuto quest'anno per la prima volta nella storia due italiani a protagonisti. Il prof. Emilio Segrè è noto per ragioni razziali: si trasferì negli Stati Uniti alla vigilia del conflitto mondiale, nel medesimo anno in cui il suo maestro ed amico Enrico Eermi riceveva anche esso il premio per la fisir ca. Questo ha voluto ricordare e sottolineare il fisico svedese prof. Hulthen nel suo discorso di presentazione durante la cerimonia. Nonostante che Segrè sia oggi cittadino statunitense, egli appartiene, ha detto, per tradizione alla grande scuola italiana dalla quale uscì un altro genio che oggi è scomparso, e che in questa sala ventun anni fa riceveva l'insigne riconoscimento del Nobel. Oggi noi vediamo in lui, ha concluso il prof. Hulthen, il grande contintiatore di questa scuola, ed è con orgoglio che l'Accademia svedese asse¬ gna a lui e al prof. Chamberlai'n per la scoperta dell'antiprotone, il premio per la fisica 1950, Ecco perché non è retorica dire che stamane per la prima volta nella storia del Nobel e dopo 58 anni di attività si sono avvicendati sul podio due italiani diversi fra loro per natura e temperamento, ma ambedue di animo, spirito ed educazione italiani. Segrè e un personaggio singolare che sa stabilire subito un ponte di simpatia E' venuto a Stoccolma accompagnato da tutta la famiglia portando all'accademica cerimonia un tono umano, diremo quasi casalingo, in cui è apparsa la tradizionale unità, familiare. La signora Elfrida molto emozionata, con le figlie Amelia e Fausta e il figliolo Claudio sedevano in prima fila, poco distante dai reali di Svezia. Forse solo allora ed in questa cornice sfarzosa e spettacolare mentre le trombe echeggiavano nella sala, e il loro congiunto visibilmente emozionato e sorridente riceveva dalle mani di Stia Maestà Gustavo Adolfo VI il diploma e la medaglia d'oro, forse solo allora i familiari si sono resi conto della grandiosità e del prestigio di un Nobel che consacra un uomo ponendolo fra i benefattori dell'umanità, come appunto è nello spirito della Fondazione. Con orgoglio il prof. Emilio Segrè ha indossato per la prima volta sul frac la Stella della Repubblica Italiana, ov rificenza conferitagli dal mim Istro Medici e dèlia quale è molto orgoglioso. Il Nobel è un premio che può creare polemiche, inimicizie, critiche — come nel passato —; tutto si ferma quasi per incanto dopo la premiazione. La cerimonia ha il potere di sancire e di consacrare. TI resto è marginale, appartiene ad un passato remoto. Questo lo si è capito incontrando gli stessi premiati poco dopo: uomini combattivi e aggressivi come Quasimodo, erano trasformati in una docilità inconsueta, umili protagonisti di una cosa grandiosa e della quale, forse, valutavano solo alloca il peso. Quasimodo può essere un uomo che ispira simpatie e antipatie, ma oggi il € poeta laureato > è apparso il modesto impiegato del Genio Civile di Modica, il figlio del ferroviere, il traduttore dei classici greci, l'insegnante di Accademia, un personaggio umano che piace e che sa farsi perdonare molte sue reazioni a volte eccessive. La cerimonia è durata un'ora e mezzo circa. Come vuole la consuetudine, pubblico limitato: accademici, scienziati, ex-Nobel, il Corpn diplomatico accreditato al reame di Svezia, membri del governo, dame di Corte, parenti stretti del premiando. Per tutti e senza distinzioni (fotografi e cineoperatori compresi) è d'obbligo il frac. Chi le possiede è tenuto a portare tutte le decorazioni che fanno spicco sull'abito nero. Gli ufficiali indossano l'alta uniforme di gala dell'epoca gustaviana; le signore, in eleganti e variopinti abiti da sera, portano una nota dì grazia. Tutto questo contribuisce a creare una cornice di mondanità alla cerimonia che è suggestiva e maestosa. Sono presenti il re Gustavo Adolfo VI, la regina Luisa, la principessa Sibylla nuora del re, con le due figliole Margaretha e Désirée e il principe poeta Gu glielmo fratello del re, e noto umanista. Mancano le altre due giovani principesse svedesi Brigitte e Cristina nonché il piccolo erede al trono, il quattordicenne Carlo Gustavo. Il discorso d'introduzione è stato pronunciato dal presidente della Fondazione Nobel, Birger Ekeberg. Dopo aver reso omaggio alla memoria di Alfred Nobel egli Ha parlato a lungo sul premio per la Pace, assegnato quest'anno al deputato laburista Philip Noel-Baker, e ha dichiarato fra l'altro: < Istituendo il premio per la Pace, Nobel si è ispirato all'idea incarnata dalla Croce Rossa, la cui creazione molto deve alle esperienze vissute durante la sanguinosa battaglia di Solferino del 1859 ». E ha concluso: <Il testamento di Alfred Nobel fa ormai parte della storia della cultura ». Ed ora ecco la consegna dei premi. Si susseguono nell'ordine i due fisici prof. Segrè e Chamberlain, lo spagnolo naturalizzato americano Sereno Ochoa ed il prof. Kornberg per la medicina, e infine Salvatore Quasimodo. Il poeta scende dalla scaletta molto pallido e tremante e ad un certo momento si è temuto che svenisse. ■ A sera è stato offerto in municipio un banchetto a cui hanno partecipato 730 invitati. Quasimodo ha tenuto un breve discorso, alla presenza del re, sul suo concetto della poesia, poi ha ballato con le principesse reali e con le dame più in vista della società svedese. Gianfranco Busoli

Luoghi citati: Repubblica Italiana, Solferino, Stati Uniti, Stia, Stoccolma, Svezia