Il Papa chiede ai giuristi cattolici limitazioni alla libertà di stampa di Filippo Pucci

Il Papa chiede ai giuristi cattolici limitazioni alla libertà di stampa tJn discorso netta saia del Concistoro Il Papa chiede ai giuristi cattolici limitazioni alla libertà di stampa ali diritto alla verità ed all'orientamento verso una norma morale oggettiva, fondata sulla perennità delle leggi divine, è anteriore e superiore ad ogni altro diritto ed esigenza» (Nostro servizio particolare) Città del Valicano, 8 die. A tratti ancora rauco, il Papa ha letto questa mattina nella sala del Concistoro, dinanzi ai trecento congressisti dell'Unione giuristi cattolici, guidati dal presidente dell'Unione stessa,' on. Segni, dai giudici costituzionali. Ambroslni e Jaeger,-dal presidente della Corte, di Cassazione Oggioni, un lungo discordo in tèma di liceità ed illiceità .della libertà di stampa, «uno dei punti veramente cruciali dell'odierna vita sociale >. In sostanza nel suo discorso Giovanni XXIII ha invitato i cattolici a boicottare con tutti i mezzi «la stampa perversa > ed ha chiesto alle autorità responsabili un intervento deciso che ponga un freno agli eccessi. In particolare il Papa ha dichiarato la sua sfiducia nel cosiddetto autocontrollo, sul quale pure in materia di libertà della stampa sembrava fare affidamento con recenti dichiarazioni l'on Gemella. L'esame attento della «dolorosa situazione > attuale — ha spiegato infatti il Pontefice — deve portare « autorità ed organi responsabili ad una conclusione logica e doverosa: che, cioè, nell'esercizio della libertà di stampa si impongono necessarie limitazioni. E queste — ha aggiunto — debbono essere rigorosamente determinate, in base alla legge e per mezzo di essa, affinché un campo cosi delicato, importante e decisivo, per l'avvenire di ogni nazione, non sia lasciato in balla dell'improvvisazione, del labile autocontrollo, di cui tanto si è parlato, o, peggio, della malafede e del lenocinlo >. Affermando di non poter restare indifferente «dinanzi al dilagare di una cronaca, di una pubblicità di riesumazioni storiche romanzate, che nulla hanno a che vedere con l'istruzione e l'onesta informazione», di soffrire «al pensiero del veleno che con disinvolta larghezza viene propinato a tanti innocenti», il Papa ha fatto appello a genitori, educatori, uomini di governo, legislatori, giuristi, produttori e industriali affinché abbiano una coscienza chiara, equilibrata, «non portata all'insensibilità o al lassismo». Poi ha enunciato un principio generale e fondamentale: «Il diritto alla verità ed alla orientazione verso una norma morale oggettiva, fondata sulla perennità delle leggi divine, è anteriore e superiore ad ogni altro diritto ed esigenza. Come.non è lecito al libero cittadino — per il fatto che si proclama libero — portare offesa violenta e- danno alla libertà, al beni, alla vita del suo prossimo, cosi non può essere lecito alla stampa — sotto il pretesto che essa deve essere libera — attentare quotidianamente e sistematicamente alla sanità religiosa è morale dell'umanità ». Perciò Giovanni XXIII ha parlato di «limitazioni doverose» che. «si impongono alla morbosità del dire e del tratteggiare, al solletico- del sensazionale e dell'illecito, si impongono alla lusinga del guadagno, alla sconsideratezza ed alla leggerezza che strappano violentemente l'innocenza del bimbo e dell'adolescente ». «Su questo argomento — ha poi aggiunto — è meglio essere espliciti, senza riguardi che vorrebbero dire rispetto umano, se non connivenza complice. Può essere lecito che di punto in- bianco si gettino alla cupidigia della curiosità particolari e descrizioni che dovrebbero essere riservate alla polizia scientifica ed alla magistratura? E' .mai lecito cho da ogni fatto criminoso, su cui meglio sarebbe gettare un velo pietoso, si tragga occasione per descrizioni e ricostruzioni che non sono altro che scuola di delitti e incentivo al vizio? «La stessa pubblicità, specialmente in determinati campi, e obbedendo a nefaste regole, ha assunto aspetti sconcertanti e paurosi che non si giustificano se non col deliberato proposito di colpire violentemente 1 sensi, penetrare a forza nelle menti, senza preoccuparsi della ferita lasciata nell'anima». Il Pontefice, a conclusione, ha detto di volere «posizioni nette e un programma positivo» da parte dei cattolici. Le «posizioni di fermezza> richieste a-questi debbono prendere l'avvio ó\?l «non avere paura di venire tacciati di "scrupolosi" o di esagerati nel tenere un comportamento di riprovazione verso certa stampa. Quindi non comperare, non accreditare, non favorire e addirittura non nominare la stampa perversa. Non temere di valersi di tutti > i mezzi per avviare questo set-. tore a disciplina umana e civile, prima ancora che cristiana ». Filippo Pucci utirilecsincddslscrctvsscfapclmdtstcnrsncnPtsnditpdtnecdVnts

Persone citate: Giovanni Xxiii, Jaeger

Luoghi citati: Città Del Valicano