L'Assemblea siciliana si riunirà martedì per eleggere il nuovo governo regionale di Enrico Altavilla

L'Assemblea siciliana si riunirà martedì per eleggere il nuovo governo regionale L'Assemblea siciliana si riunirà martedì per eleggere il nuovo governo regionale Il segretario regionale d.c. si è recato in volo a Roma - «Ogni tentativo di imporre una qualsiasi altra formula che parta dal milazzismo - ha dichiarato - è fuori dalla realtà politica siciliana» - L'on. Milazzo presiederà domani una seduta dei 46 deputati già della maggioranza - Quattro soluzioni possibili: centro-sinistra, centro, centro-destra, ritorno dei milazziani con i comunisti (Dal nostro inviato speciale) ' Palermo, 8 dicembre. ' La crisi siciliana non dovrebbe avere una lunga durata. La Assemblea regionale, con decreto dell'on. Stagno D'Alcontres, è stata convocata per le ore 17,&0 dl_ martedì prossimo per eleggere il presidente regionale,, gli otto assessori effettivi ed 1 quattro, supplenti. Tutto il fronte siciliano è in movimento. Hanno già avuto luogo — nonostante la giornata festiva — le prime riunioni e le prime prese di contatto per trovare una soluzione. La segreteria regionale de ha fatto conoscere il suo orientamento attraverso una nota ufficiosa d'agenzia. «H governo Milazzo — essa dice — era moralmente caduto prima del voto; questo.- non è' stato altro che il suggello formale di un fatto ormai scontato. Ne deria che ogni • tentativo di-ricomporre una qualsiasi altra formula che parta dalla teoria del milazzismo è fuori della realtà politica isolana». L'on. Milazzo ha preso parte ad una riunione degli esponenti cristiano-sociali e degli altri gruppi di maggioranza. E' stato deciso che i deputati dei partiti già al governo si riuniranno nel pomeriggio di giovedì per esaminare la situazione. Stasera l'on. Corrao, uno dei capi cristiano-sociali, ha tenuto una conferenza stampa Invitando la de a precisare il suo orientamento. « E' bene — ha dichiarato — che ì democristiani dicano chiaramente quello che vogliono perché non si crei una crisi senza prospettive, a meno che questa crisi non nasconda la volontà dì sciogliere l'Assemblea regionale ed annullare lo statuto. In queeto senso la crisi si presenta salutare ». I comunisti, dopo una riunione sotto la,presidenza dell'on. Li' Causi, hanno diramato un comunicato nel quale si riafferma la necessità d'un allargamento del fronte autonomista, comprendendovi in esso anche le forze democristiane. I socialisti, a loro volta, sottolineano — come ha dichiarato l'on. Corrao— «la necessità di ricercare con la massima urgenza una soluzione che garantisca la possibilità per la Sicilia di non arrestarsi nel cammino che aveva coraggiosamente Intrapreso ». I liberali mantengono il più assoluto silenzio mentre il socialdemocratico Bino Napoli ha effettuato qualche sondaggio per rilanciare la sua iniziativa di un governo di centro-sinistra (de, cristiano-sociali, socialisti e socialdemocratici) che fu già bocciata la scorsa estate. Per la nomina del presidente della regione si procede come nei Consigli comunali, senza, cioè, le consultazioni e le designazioni caratteristiche delle crisi politiche romane. L'Assemblea è sovrana, e le consultazioni saranno soltanto private. Ma esse non sì svolgeranno fette a Palermo, e già oggi è partito per Roma in aereo il segretario regionale della de, O'Angelo, assie me all'on. Lanza. L'aritmetica parlamentare consentirebbe quattro soluzioni. Una maggioranza identica a quella venuta ieri a mancare a Milazzo. Oppure un governo di centro-sinistra, con i 32 voti democristiani, gli 11 socialisti, i 9 cristiano-sociali e CI voto del solo deputato so¬ cialdemocratico: 53 voti in tutto, ai quali potrebbero essere aggiunti i voti di due o tre dei « transfughi ». Oppure ancora un governo di centrodestra: 32 democristiani, 2 liberali, 8 missini, 3 monarchici, 9 cristiano-sociali, oltre ai soliti « recuperabili », e quindi ben 54 voti. E, infine, un governo di centro: 32 democristiani, 2 liberali, 1 socialdemocratico e 9 cristiano-sociali, più un « recuperabile ». La prima e l'ultima soluzio- ne non sembrano probabili. Una semplice ripetizione della « formula . autonomistica » viene giudicata possibile stasera soltanto dai comunisti, et pour cause. D'altra parte un governo di centro, con una maggioranza d'un sol voto, apparirebbe estremamente pericoloso, tanto più che uno dei deputati democristiani, Grimaldi, è a letto in seguito ad un infarto. Il medico gli ha proibito di uscire di casa per molte settimane ancora. Forse egli potrebbe farsi portare martedì in barella al Palazzo dei Normanni per prendere parte all'elezione; ma certamente non si potrebbe fare stabilmente conto sul suo voto. Per le altre due formule, centro-sinistra o centro-destra, bisognerà per ora contentarsi di registrare le prese dì posizione del gruppi interessati) notando soltanto che tutte due le formule si fondano sulla partecipazione dei democristiani, finora all'opposizione, ed escludono i comunisti che hanno appoggiato Milazzo. Teoricamente l'uno e l'altro esperimento potrebbe svolgersi anche senza i voti dei cristiano-sociali, ma sì ritornerebbe ad una maggioranza instabilissima D'altra parte la soluzione della crisi è urgente: il bilancio non approvato porta ad una paralisi pressoché completa. Ieri, quando l'on. Stagno d'Alcontres annunciò che il governo regionale era stato messo in minoranza, non un solo grido di gioia risuonò in Sala d'Ercole, teatro in molte altre occasioni di chiassose manifestazioni. Il grande silenzio era un silènzio di meraviglia: non soltanto i gruppi della maggioranza, anche quelli dell'opposizione, apparivano sbalorditi, colti di sorpresa. Chi sono i due «uomini senza volto», i due deputati regionali che hanno approfittato del voto segreto sul trilanciò per mettere palla nera nell'urna e provocare, con la caduta di Milazzo, forse anche la fine della «formula autonomistica? ». La ricerca è diffì¬ cile, somiglia a quella che si avvale della matita di un disegnatore e del racconto dei testimoni per dare un viso all'autore dì un misfatto. Ed è diffìcile anche se i nomi sussurrati nei corridoi del Palazzo dei Normanni non sono molti e corrispondono quasi tutti a quelli di deputati già conosciuti per frequenti e repentini passaggi di partito in partito. Ma nessuno si arrischia a metterli per iscritto, sicura sarebbe la smentita. Già stasera da Catania Majorana della Nicchiare, anche a nome del nipote Paternò di Roccaromana, ha negato di aver tolto a Milazzo l'appoggio promessogli. «Noi lottiamo a viso aperto» ha detto, confermando, però, di aver inviato a Milazzo una lettera per esprimergli le sue perplessità a 'causa della nomina di uomini della "sinistra" nei Consorzi agrari, nelle Camere di Commercio e in altri posti di sottogoverno. Chi sono allora l due franchi tiratori o, per usare un'espressione della politica siciliana, le due coscienze che sono entrate in crisi? Gli ex monarchici? Il democristiano già passato a Milazzo? O addirittura due socialisti? Inutile domandarselo, per ora non sarà possibile saperlo. A Milazzo resta l'amara constatazione di esser stato colpito con la stessa arma adoperata in due precedenti occasioni per far cadere altri governi. Enrico Altavilla Milazzo si reca alla riunione dei cristiano-sociali (Tel.)

Persone citate: Bino Napoli, Corrao, Grimaldi, Lanza, Majorana, Stagno D'alcontres