Ex-detenuto di Regina Coeli racconta la morte dell'Elisei

Ex-detenuto di Regina Coeli racconta la morte dell'Elisei Ex-detenuto di Regina Coeli racconta la morte dell'Elisei (Nostro servizio particolare) Roma, 7 dicembre. ig.fr.) Le polemiche sul caso di Marcello Elisei, il giovane detenuto morto in una cella di segregazione delle carceri di Regina Coeli per una polmonite tossica non diagnosticata, non accennano a diminuire. Un giornale romano del pomeriggio, lo stesso che giorni fa pubblicò il drammatico documento di sei detenuti 1 quali affermavano di avere visto l'Elisei mentre veniva duramente percosso dalle guardie carcerarie, pubblica oggi il racconto non meno drammatico di un altro detenuto appena uscito dalle carceri di via della Lungara Costui, che si chiama Luigi Festa, avrebbe già fatto tale racconto all'avv. Marignoli, legale della famiglia Elisei. Il Festa dunque sarebbe uno dei testimoni oculari dell'agonia del giovane. Era ricoverato da tempo all'infermeria quando nella stanza di fronte alla sua portarono Marcello Elisei, che aveva la fpbòre a 40". «Era un ragazzone dall'apparenza robusta, — dice il Festa — ma quel giorno stava tutto abbandonato, con la testa penzoloni, appoggiato con tutto il peso agli infermieri Aveva il colorito alterato dal la febbre, rosso, quasi conge stlonato». Era il pomeriggio di giovedì 26 novembre. Verso sera l'Elise! cominciò a lamentarsi pietosamente con mono tonia esasperante, tanto che nessuno degli altri detenuti in infermeria potè dormire quel la notte. Invocava Dio e la mamma. Chiamava gli infermieri di turno perché gli faces sero qualche cosa La mattina del venerdì il Festa chiese all'infermiere notizie del ragazzo: «Ha sempre la febbre — sarebbe stata la risposta — ma quanto agli strilli finge ». Poi lo stesso infermiere passò con la siringa e disse: «Adesso gli faccio questa, così vedrai che sta zitto ». «Da allora — dice il Festa — non lo sentimmo più lamentarsi ». Gli fu detto che era stato trasferito in cella di punizione. E la domenica mattina si sparse nelle carceri la notìzia della morte: « Ci dissero che il ragazzo che 3i lamentava era morto, ma io non ci volevo credere L'avevo visto, era un ragazzone grande e grosso, non il tipo delicato che non regge a una febbre. Pensavamo tutti che fosse stata una forte influenza o anche qualcosa di più, ma sempre roba da guarire con i sulfamidici ». Le inchieste intanto continuano e hanno ora a disposizione nuovi elementi di esame, con la testimonianza del Festa

Persone citate: Luigi Festa

Luoghi citati: Roma