Arrestato in aula per falsa testimonianza l'industriale che denunciò il consigliere

Arrestato in aula per falsa testimonianza l'industriale che denunciò il consigliere Colpo di scena al processo per lo scandalo delVautosilo di Genova Arrestato in aula per falsa testimonianza l'industriale che denunciò il consigliere La deposizione riguardava non il ricatto dell'imputato ma precedenti affari trattati con altre persone Domani processo per direttissima - La causa contro il consigliere comunale riprenderà fra otto giorni (Dal nostro corrispondente) Genova, 5 dicembre. Colpo di' scena, stamane, al processo per concussione contro il consigliere comunale neofascista Benvenuto Aimi e l'impresario edile Richiamato Salesi. L'industriale Gerolamo Chiappori, che aveva denunciato i due attuali imputati e che è parte lesa nel dibattimento, è stato arrestato in aula per falsa testimonianza. Il processo è stato sospeso e rinviato al H dicembre; lunedì mattina il Chiappori sarà giudicato per direttissima. La clamorosa vicenda giudiziaria ebbe inizio nell'ottobre scorso, con una denuncia presentata dal Chiappori, consigliere delegato della società « autosilo Dante ». Il gigantesca garage doveva essére costruito nel sottosuolo dell'omonima piazza; il Consiglio comunale doveva approvare la delibera relativa all'approvazione dell'importante opera pubblica che comportava una spesa di 800 milioni. Secondo la denuncia, poco tempo prima che il Consiglio comunale affrontasse la discussione del problema, il consigliere Aimi si sarebbe presentato al Chiappori facendogli questa proposta: o tu affidi l'appalto delle opere murarie al mio amico impresario Salesi, o io, in Comune, faccio bocciare la pratica. In Consiglio, maggioranza e minoranza si equilibravano perfettamente: io contro ifl; il voto del neofascista era quindi determinante. Il Chiappori, sempre secondo la denuncia, cercò di temporeggiare. Tra i due seguirono diversi colloqui, che vennero registrati con magnetofoni nascosti nella sala. L'industriale offrì 10 milioni per non essere ostacolato, ma non ottenne nulla perché il consigliere pretendeva l'appalto; infine si rivolse alla polizia e l'Aimi venne arrestato il 16 ottobre proprio mentre il Chiappori, fingendo di cedere al ricatto, gli niiiiiiitiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii consegnava un impegno scritto. Come' si è giunti, ora, all'arresto della parte lesa, di colui che con la sua denuncia aveva sollevato lo scandalo? Fin dall'inizio del processo la vicenda non è apparsa del tutto chiara. Più, volte, nel corso delle sue deposizioni, il Chiappori è stato richiamato dai magistrati ed invitato a dire la verità. Il P. M. è anche insorto dicendo: « Chiappori ha detto il falso ». Si è così appreso' dell'antica amicizia che legava imputato e parte lesa fin dai tempi della marcia su Roma, quando il primo era simpatizzante fascista, e il secondo squadrista. Il Chiappori ha anche ammesso di aver realmente offerto all'Aimi i dieci milioni, per non essere ostacolato in Co¬ iiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii mune. Questo è in netto contrasto con quanto egli affermò in istruttoria: che, cioè, l'offerta rientrava nella messa in scena organizzata per temporeggiare. Basandosi su questi elementi, la difesa insinuò il sospetto che, in un primo tempo, i due vecchi camerati fossero d'accordo a concludere l'< affare » (t una normale operazione del malcostume moderno » commentò il P. M.) ; ma che poi lutto andò a monte perché il consigliere neofascista aumentò le sue pretese. Fatto sta che, fin dall'inizio, i giudici del Tribunale ebbero l'impressione che il Chiappori non dicesse tutto il vero, che nascondesse qualcosa. Nell'udienza di ieri, si è avuto un nuovo episodio significati- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiii i vo sebbene non abbia niente a che fare con la vicenda dell'autosilo. E' stata data lettura di una lettera accusatoria nei confronti del Chiappori che, per dirla con le parole del presidente offre «una descrizione tutfaltro che commendevole della parte lesa ». La missiva è firmata dai signori Ezio Bertozzi e Paride Capurri, i quali, con le testimonianze del colonnello Wladimiro Abrate, lamentano che sette anni addietro, messisi in società con il Chiappori per importare dalla Germania e rivendere in Italia un prodotto insetticida, sarebbero stati ad un certo momento estromessi dal Chiappori il quale, scavalcandoli, avrebbe trattato direttamente con produttori. In quest'atmosfera il processo è ripreso stamane, per l'escussione dei firmatari della lettera. L'udienza è iniziata tardi perché il natrono di parte civile, l'avv. Ugo Maria Fatila, è stato colpito da un attacco di influenza. Il col. Abrate, chiamato a deporre ha confermato i particolari espressi nella lettera al Tribunale: egli non conosceva il Chiappori, ma udì il Bertozzi e il Capurri rimproverarlo, insultarlo e li vide stracciare i documenti relativi alla loro società. Chiappori, convocato nuovamente dinanzi al presidente, nega che questo sia av venuto. €Ma non la insultarono t », chiede il presidente. «Può anche darsi — rispon de l'industriale — ma io non vi ho dato peso ». « E' vero che Bertozzi e Ca purri stracciarono i documenti relativi alla vostra societàt :>. « Non è vero ». Chiappori è deciso e secco nel rispondere su questo particolare, ma viene subito smentito dagli interessati. « Allora — conclude il presidente — la faccio arrestare per falsa testimonianza. Sarà il Pubblico Ministero a decidere se procedere all'immediato processo nei suoi confronti ». / brigadieri Nanni ed An gioy, del nucleo dì Polizia giudiziaria — quegli stessi che nascosti nell'ufficio di Chiappori, arrestarono l'Aimi il 16 ottobre scorso — prendono in consegna l'industriale e lo trasferiscono nelle guardine della loro sede. Pochi minuti dopo, il Pubblico Ministero richiama in aula il Chiappori e gli contesta il reato di falsa testimonianza. Fra i battibecchi e gli scontri dei patroni (alla notizia dell'incriminazio ne del suo cliente l'avv. Failla è corso in aula febbricitante) il Tribunale . alle 1S,S0, dopo oltre un'ora di camera di con- siglio, decide che il processo a carico del Chiappori venga celebrato lunedi 7 dicembre, nega la libertà provvisoria all'industriale — che raggiunge l'Aimi sulla panca degli imputati — e rinvia al giorno H il processo al consigliere comunale e al geometra Salesi. c. rn. L'industriale Gerolamo Chiappori (a sinistra), arrestato in aula, col suo legale (Tel.)

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