Esce dal carcere dopo 5 anni l'impresario della "città-giardino"
Esce dal carcere dopo 5 anni l'impresario della "città-giardino" La pena diminuita grazie al condono Esce dal carcere dopo 5 anni l'impresario della "città-giardino" La sua iniziativa cominciò nell'agosto del 1948 - Due anni dopo avvenne il fallimento, che gettò nella disperazione molte famiglie - Era stato arrestato a Milano nel dicembre del 1954 Vittorio Carosso, il protagonista della clamorosa vicenda della « Città-giardino », ha lasciato ieri le « Nuove » dopo aver scontato la pena inflittagli dai giudici torinesi: 8 anni, di cui 3 sono stati condonati. Il Carosso fu arrestato il 3 dicembre 1954 a Milano. L'eco della vicenda del fallimento Carosso è ancora viva a Torino non tanto per l'ammontare delle somme Ingoiate dal dissesto, quanto perché il fallimento dell'impresa mise in gravissimo difficoltà decine e decine di modeste famiglie che avevano sacrificato tutti i loro risparmi al sogno, fatto brillare davanti ai loro occhi dal Carosso, di possedere una casetta. La storia delia c Città-giardino » cominciò il 5 agosto 1948, quando il commendator Vittorio Carosso costituì la < Stecg ». Il programma di tale società era grandioso: la costruzione nella zona oltre Santa Rita (precisamente vicino a via Guido Reni) di una « Cittàgiardino » comprendente 500 ville, alberghi, ospedale, negozi, piscine e parco di divertimenti. Le condizioni di acquisto apparivano molto vantaggiose (anche ragguagliando le cifre al valore attuale della moneta) : un acconto variante da 160 a 600 mila lire all'atto della stipulazione del contratto, secondo li numero dei vani richiesti, 11 resto con lunghissima rateazione a mezzo di cambiali. Pagato il tutto il committente sarebbe divenuto proprietario. I prezzi di questa vendita <a riscatto » erano bassissimi: una villetta descritta come magnifica e dotata dei più moderni impianti, doveva costare poco più di un milione ed flllllllllIlPlllllllllIIIIIIIIIIIIilllIltiriltlllllllllIlll una di ben 14 vani appena 3 mi 1 loii I e 800 mila lire. Grazie ad un abile e grandioso lancio propagandistico nel giro di pochi mesi 365 committenti aderirono: erano tutti gente modesta, impiegati, operai, piccoli commercianti, artigiani, molti fidanzati in attesa delle nozze. L'11 aprile 1949 Carosso consegnava le chiavi delle prime villette nel corso di una solenne cerimonia alla presenza delle autorità civili e militari. I 365 com mittenti furono invitati a costituire una cooperativa per ottenere finanziamenti statali, mentre Carosso svolgeva un'attiva propa- [lIIIIIIIIIIIIIIIIlllIlilllIllIIIIIIIIIIlililllItlllllMIIIIII vita ». ganda anche in altre città fra cui Novara ed Asti. Ma ben presto i soci videro che i lavori procedevano a rilento, che le ditte appaltatrlci non venivano pagate se non con minimi acconti. Fu presentata una denuncia alla Procura. La dichiarazione di fallimento della « Stecg » (Società torinese edilizia città giardino) fu pronunciata il 2 febbraio 1950 e contemporaneamente fu spiccato mandato di cattura contro il Carosso. Il «deficit», probabilmente superiore ai 150 milioni, non fu mai accertato con precisione. Nel gennaio 1953 il Tribunale condannò Carosso, contumace, per bancarotta fraudolenta e truffa continuata e la Corte d'Appello confermò la sentenza nel novembre '54. L'impresario era sempre latitante ma già 11 capo della « Mobile » dott. Maugeri aveva scoperto che egli era a Milano: sotto falso nome svolgeva attività, sèmpre nel campo edilizio. Cinque anni fa il sedicente « ingegner Gallina » era smascherato e tratto in arresto. Ora la pena è stata espiata e la vicenda definitivamente conclusa: ieri mattina Vittorio Carosso, compiute le ultime formalità, ha lasciato la Questura, ormai libero. Ad attenderlo erano alcuni congiunti Si è schermito dai fotografi, -non ha voluto fare alcuna dichiarazione. A chi lo accompagnava ha detto: «Avevo voluto realizzare una grande cosa, per il benessere di centinaia di famiglie. I tempi forse non erano maturi, le impreviste difficoltà mi hanno travolto. Dopo tante amarezzo, riprendo da capo a lavorare per rifarmi una IIIIIIIIllllIIIIIIlllTIIIIillIIIIIlIIIIflllIMIIITIIIllII L'impresario Carosso
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