I consumatori chiedono che si pubblichino i nomi

I consumatori chiedono che si pubblichino i nomi La campagna epntro le Iro^il I consumatori chiedono che si pubblichino i nomi Sarebbe auspicabile che l'autorità giudiziaria comunicasse periodicamente l'elenco dei sofisticatori colpiti dalla legge - Le attuali norme sull'alimentazione sono talmente aggrovigliate che consentono troppe scappatoie L'opinione pubblica segue con crescente interesse la campagna contro le frodi alimentari. Tutti, consumatori e negozianti, chiedono che i responsabili delle sofisticazioni siano colpiti con estremo rigore e che si dia la più'ampia pubblicità ai nómi dei colpévoli. Quasi tutti pensano che 1 nomi non compaiono sul giornali per un eccesso di prudenza. La realtà h che non sempre vengono comunicati. Le norme in vigore prescrivono che possono prendere visione delle sentenze soltanto coloro che « dimostrano di avere un legittimo interesse a conoscerle»; ad esemplo, avvocati, imputati. Parti lese. ecc. Per i singoli casi bisogna presentare ogni volta una domanda scritta con l'indicazione del nome e cognome dell'imputato. ' L'autorizzazione viene concessa a giudizio del magistrato. Questa procedura è complicata da un puntò base: bisogna conoscere in precedenza i nomi dei sofisticatori condannati. In mancanza del nome, bisognerebbe èssere autorizzati a consultare gli archivi! della Pretura dove queste sentenze sono raccolte insieme, con migliaia d'altre per ammende di ogni genere. E questo permesso, chiesto tempo fa da «La Stampa», non è stato concesso. Senza dubbio-un buon mezzo per combattere le frodi sarebbe rendere pubbliche tutte le denunce e tutte le sentenze. Sarebbe auspicabile che periodicamente le autorità comunicassero alla stampa l'elenco delle sentenze con l'indicazione del sofisticatoli colpiti dalle leggi. Il carcere o le péne pecuniarie spaventano: La pubblicità del reato commésso spaventa ancora di più. E' assurdo avere un'arma cosi semplice a disposizione e non usarla in modo adeguato nell'Interèsse e per la tutela della salute dei consumatori. L'altro punto su cui insistono 1 lettori riguarda le leggi. Esistono? SI, ma sono talmente confuse, molteplici ed aggrovigliato ohe perdono gran parte della loro efficacia e offrono infinite scappatole. L'articolo 440 del Codice Penate, ad esempio, dice: € Chi contraffa, in modo pericoloso alla salute pubblica, sostanze alimentari destinato al comi punito con. la reciti! a 10 anni». La Cassazione con una sentenza del 26 marzo 1962 però ha anche-stabilito che «non basta che una sostanza sìa inadatta ad una buona e normale alimentazione, ma occorre anche che possa, esercitare una janwBwBHUlHiìlMMB mlemo organico jrel suo-complesso e sii determinate funzioni dell'uomo»: Come si vede l'applicazione dell'articolo 440 è difficile. Esistono poi altre leggi che addirittura consentono l'uso alimentare del «rettificato B» cioè, dell'olio ottenuto dalle sanse, spesso in putrefazione, trattate con solfuro di carbonio e tetracloruro di benzina. Nel grassi alimentari la situazione e altrettanto .confusa, per non dire pericolosa. Le norme, divenute rapidamente antiquate di fronte ai progressi della entmloa, consentono ormai troppi abusi. Il Parlamento ha all'esame una nuova legge sulla sofisticazioni. E' necessario che le procedura sia sveltita al massimo in modo da non pèrdere tempo e dettare pochi articoli chiari, di facile interpretazione, con pene giuste ed esemplari. Chiudere un occhio su chi specula sulla salute del consumatori è una colpa. Il problema verrà discusso anche in Consiglio, in seguito a un'interrogazione presentata dai consiglieri Dosio, Lamberti e Passoni. tmzmczdsndontesgltcoMcuuSZfWfPJSf JfflIJ tmdLcnasalcpnlsvecdvdlcpficpsvptDmldAndmi iiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiii

Persone citate: Dosio, Lamberti, Passoni