Primo e cordiale colloquio di Segni a Londra con Macmillan sull'Europa e la distensione di Ferdinando Vegas

Primo e cordiale colloquio di Segni a Londra con Macmillan sull'Europa e la distensione ■* I Mite n ss a ]3M*Gjp ara. azione alla con.te**ex%xa al vertice Primo e cordiale colloquio di Segni a Londra con Macmillan sull'Europa e la distensione li Presidente dei Consiglio dichiara: «La più stretta collaborazione con il governo britannico costituisce uno dei punti fermi della politica italiana» - La «tenacia inglese» ha delineato per la prima volta dal '45 un riavvicinamento tra Est ed Ovest - Esaminati i problemi del disarmo ed i rapporti fra Mercato Comune e Zona di libero scambio - Le consultazioni continuano oggi - Pella s'incontra con Selwyn Lloyd Dicembre: il mese degli incontri = «dicembre di- aè cominciato a L'intenso prlomatico » pieno ritmo, sin dal primo giorno del mese; come scrive il Times, « i movimenti degli statisti occidentali si incrociano di continuo come in. una quadriglia ». Ieri Segni e Pella sono arrivati a Londra, per incontrarsi con Macmillan e Selwyn Lloyd; quasi alla stessa ora un altro aereo posava, sull'aeroporto di Parigi, Adenauer e Von Brentano, che a loro volta si sono incontrati coi colleghi francesi e con lo stesso De Gaulle. Sempre nella capitale francese, infine, è in corso la sessione annuale dell'assemblea dell'Ueo (Unione Europea Occidentale), che raggruppa i sei Paesi della « Piccola Europa » e la Gran Bretagna: un avvenimento che, per il momento in cui si svolge, esorbita dal tradizionale piano dell'ordinaria amministrazione e si collega strettamente agli incontri angloitaliani e franco-tedeschi. Questi incontri infatti hanno in comune i due argomenti fondamentali e generali: la preparazione della « sommità » occidentale (ancora a Parigi, il 19 dicembre), in vista dei futuri negoziati con i sovietici, e la composizione delle divergenze esistenti fra i maggiori alleati europei, Francia, Germania e Gran Bretagna. I due argomenti ovviamente si intrecciano, proprio nel punto più delicato, l'atteggiamento verso la distensione e la « sommità » fra occidentali e sovietici; comunque questo tema è stato per il momento risolto, avendo Francia e Germania ottenuto il massimo rinvio possibile di tale «sommità», fino alla fine del prossimo aprile. Non è quindi il caso di riprendere ora il discorso sulla fiducia inglese nella riuscita della politica distensiva e sulla contrapposta sfiducia francotedesca. Attualmente, invece, il punto dolente delle relazioni fra Parigi è Bonn, da un lato, e Londra, dall'altro, è costituito da un problema interno degli alleati europei: il contrasto fra i sei membri del Mercato comune e i sette della Zona di libero scambio, alla testa dei quali sta appunto la Gran Bretagna. E' un contrasto sorto non per deliberata volontà dell'una o dell'altra parte, ma per gli sviluppi imprevedibili di una iniziativa in sé ottima, quella di organizzare unitariamente le economie dei Sei; solo che tale iniziativa ha urtato interessi che la Gran Bretagna, non del tutto a torto, ritiene vitali e quindi meritevoli di energica tutela. Da ciò, dopo il fallimento delle lunghe trattative per trovare un accordo fra i Sei e i Sette, la rottura e ora la ritorsione dei Sette, quindi il pericolo gravissimo d'una spaccatura dell'Europa occidentale, che non potrebbe limitarsi al solo piano economico, ma fatalmente si rifletterebbe anche sul piano politico. Il viaggio di Segni e Pella a Londra ha precisamente come obbiettivo specifico, primo in ordine di importanza, quello di appianare le difficoltà fra la Gran Bretagna e i Sei, facendo leva sulla posizione particolarmente favorevole nella quale si trova l'Italia riguardo all'una e agli altri. Legato da solidissimi vincoli comunitari agli altri membri delle organizzazioni europee (Mec, Ceca, Euratom), il nostro Paese è egualmente in ottimi rapporti, economici e politici, con la Gran Bretagna; basti solo osservare che nessun argomento contenzioso italo-inglese figura nell'agenda dei colloqui londinesi. D'altro canto l'Italia ha accettato, pur con cautela, la linea distensiva coraggiosamente tracciata da Macmillan, checché si vada ancora dicendo del « triangolo » Parigi - Bonn Roma in funzione di remora al .progetto distensivo; an che in questo caso sarà sufficiente ricordare il significato radicalmente innovatore della visita di Gronchi a Mosca. Per tutti questi motivi dunque i nostri governanti sono in grado di svolgere a Londra una preziosa opera di mediazione, da veri amici, nell'interesse comune nostro, degli inglesi e di tutti gli amici europei, appartengano ai Sei o ai Sette. Già a Parigi, nell'assemblea dell'Ueo, Pella ha cominciato questo compito, affermando che la Gran Bretagna fa parte dell'Europa; e gli ha risposto, con parole identiche, il rappresentante inglese. Acquisito da entrambe le parti questo punto capitale, ogni sospetto dovrebbe svanire e un accordo diventare possibile ; proprio l'Ueo può offrire la sede ideale dell'incontro, se la si saprà trarre dal letargo e farne il ponte vitale fra la Gran Bretagna ed i Sei. Né solo l'Italia dà opera a superare il contrasto fra Mercato comune e Zona di libero scambio; anche la Germania, sia per le tendenze liberistiche di Erhard sia per i suoi interessi economici, agisce nello stesso senso. Negli incontri fra De Gaulle e Adenauer, quindi, l'intesa franco-tedesca deve superare il primo ostacolo del diverso atteggiamento della Francia, che sembra essere la più tenace assertrice dell'esclusivismo del Mercato comune; un secondo e forse più grave ostacolo è dato dalla nota presa di posizione francese per il riconoscimento del confine dell'Oder-Neisse. Così l'« asse » Parigi-Bonn si presenta molto meno monolitico di quanto comunemente appaia ; e questo è sostanzialmente un dato positivo, come tutto ciò che evita blocchi particolari all'interno dell'Alleanza Occidentale. Ferdinando Vegas Macmillan (a sinistra) e Selwyn Lloyd accolgono Segni e Pella sulla soglia del n. 10 di Downing Street (Tel.)