Vecchia Bologna di Paolo Monelli

Vecchia Bologna — OLI EDITORI DEL CARDUCCI — Vecchia Bologna Bologna, 30 novembre. Per la casa editrice Zanichelli che celebra in questi giorni il suo centenario conviene davvero usare quell'espressione cara alle vecchie dame, e dire che nasce bene. E' la creazione di un modenese liberale, che da ragazzo va a bottega da un legatore, poi da un libraio, finché apre una libreria per contcTproprio sotto il portico del collegio a Modena; e cospira per la libertà e stampa un giornaletto rivoluzionario e raduna nella sua bottega opere clandestine e patrioti, ed è perseguitato dalla polizia ed arrestato e bandito. E nel 1859, scappato il duca oltre il Po, per incarico del dittatore Farini stampa, ed inizia così la carriera di editore, due volumi di « Documenti risguardanti il governo degli austroestensi in Modena dal 1814 al 1859»; opera che come si disse delle Mie prigioni del Pellico fece più male all'Austria di una battaglia perduta. E nata in questo modo la libreria, o la casa editrice, che l'una e l'altra non si sono mai disgiunte (Nicola Zanichelli la portò nel 1866 a Bologna, e nonj poteva scegliere posto più adatto, sotto il portico del Pavaglione, cioè dell'Archiginnasio ove ebbe sede dalla fine del secolo XVI il glorioso studio), nata come rifugio di cospiratori, continuò ad essere cenacolo, e fucina di idee, e convegno di personaggi d'ogni genere; e specialmente dopo che lo Zanichelli divenne l'editore e l'amico e l'ospite del Carducci, fu, come ha detto Giovanni Spadolini nella orazione celebrativa, « il luogo d'incontro di tutta la cultura italiana, e il punto di riferimento di un'intiera e mirabile stagione della vita nazionale ». C'era un campionario civilissimo di tutta Bologna ieri ad ascoltare il discorso dello Spadolini, una eletta di cittadini d'ogni classe e sentimento ed età, insieme ai molti accorsi di fuori, professori e cultori delle scienze delle arti delle lettere, editori e scrittori, librai e tipografi e parlamentari e monsignori, ed il capo dello Stato, Giovanni Gronchi, venuto in forma privata, interrompendo un suo viaggio da Milano a Roma. E poiché mezz'ora pri ma dell'inizio della cerimonia la sala ad essa destinata era già gremita (gremita di gente e di memorie, come avviene in queste nostre nobilissime città; la sala si chiama « delle scienze matematiche », ma anche dello Stabat Mater perché l'anno 1842 Donizetti vi diresse lo Stabat Mater di Rossini; e le pareti sono gravate da marmoree pano plie di stemmi, come del resto le altre sale ed il cortile del palazzo, le armi degli studenti che d'ogni parte d'Europa venivano a questo rinomatissimo studio, eletti agli annui ed onorifici uf fici di consigliere per nazione, o di priore per facoltà), poiché dunque la sala si è subito colmata, i sopravvenuti si sono messi a sedere in profondissime righe nelle logge intorno al cortile, fiduciosi negli altoparlanti (che al solito tradirono l'aspettazione). E nello stesso modo che convenivano nella libreria, la secon da metà del secolo scorso,- uo mini di diversa parte, di appas sionati contrasti, repubblicani e monarchici, garibaldini e codini con l'etichetta di moderati,' pezzi grossi della destra caduta e della sinistra trionfante, tutti intorno al poeta Carducci a cui il padron di casa cedeva il posto d'onore e portava su di cantina un lambrusco ardito e frizzante — nello stesso modo per questa cerimonia che intorno alle vicende della gente zanichella, come la chiamava il.Carducci, ha rievocato costui e il Panzacchi e Severino Ferrari e gli altri poeti e poetini che l'editore stampava tutti, imparzialmente con i preziosi caratteri elzeviri, sono convenuti, e non solo per dovere d'ufficio o di carica, ma con amabile solidarietà, liberali e comunisti, radicali e democristiani, agrari e industriali, tipografi e incisori; ed il vescovo monsignor Baroni in rappresentanza dell'Arcivescovo, con un manto rosso, proprio del rosso dei garofani che inalberavano alla giacchetta i primi socialisti, era seduto accanto al comunista sindaco Dozza (per cui l'antico motto « Bononia docet » è diventato « Bononia dozzat »). E attenti e commossi artieri e operai, e gentiluomini di antica prosapia di cui gli antenati son nominati nella Secchia rapita, e venerande dame che avevano assistito ai funerali del Poeta, « Mo pensi bene, lui che aveva cantato l'Ave Alaria nella chiesa di Polenta e c'eran dietro al carro tutti quei masso.ii con i simboli s il diavo!" P^fnmprrn ». F. alrri che ricordavano di aver veduto il Carducci, gli ultimi anni della sua vita, uscire ogni tanto dalla retrobottega della libreria, fatto tardo dalla paralisi, piccolo, imbronciato, a guardare i clienti dal sotto in su; cosi lovecbamvlntrvlèdsGgiMpsZdtnlcdsupgblre vidi un giorno, ero scolaretto, entrato nel negozio con un compagno per comperare un libro di esercizi latini; l'autore aveva un nome tedesco, Ostermann, se ricordo bene e ci divertivamo a ripetere quelle sillabe ostiche ad alta voce; e la nostra smodata allegria lo metteva sempre più di cattivo umore, finché mugolò qualcosa e ci voltò le spalle e arrancò verso la stanzetta accanto. Una cerimonia più intima si è avuta sabato, nella stessa sala dell'Archiginnasio, quando il presidente della Casa editrice, l'ing. Giovanni Enriques, ha consegnato una medaglia d'oro a tre illustri autori della casa: Mario Missiroli, che pubblicò qui i suoi primi scritti polemici; Oscar Chisini, matematico illustre,'di cui Zanichelli ha stampato un fondamentale trattato di geometria analitica e proiettiva; e Manara Valgimigli, filologo eccellente, traduttore dei lirici greci, commentatore delle Odi barbare del Carducci; che si è commosso fino alle lacrime, e sì che è uomo a cui i molti anni non pesano, camminatore di montagne e d'infiniti corridoi di biblioteche con lo stesso passo lento e sicuro; si è commosso ricordando agli intervenuti che gli ultimi anni del secolo scorso, in questa stessa sala, assistette alle feste fatte al Carducci per non so quanti anni d'insegnamento in questa Università, «ero giovinetto, e timido, e mi vidi venire incontro... » e qui gli venne un groppo alla gola e non riusciva a metter fuori il nome del poeta; finché si è rimesso, ed ha ricominciato dire, « sì, dicevo, mi sono visto venirmi incontro... » e di nuovo il nome non gli veniva, finché sorridendo della sua stessa com mozione ha ripreso, « be', mi avete capito, mi sono visto venire avanti " lui " lo rivedo ancora come vedo voi, e sì che sono passati più di sessant'anni ». E tornava alla memoria dei bolognesi più vecchi la Bologna saggia .e gaudente del principio del secolo; che non nveva anco- deedmcpvgcfdfgvgppddpera cominciato a traboccare ol-ltre le vecchie mura, aveva case |Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii di mattoni rossi strette insieme e portici oscuri e vicoli angusti, e vaste piazze aduggiate da grandi chiese barocche, e corti dominate da torri del Duecento; città dotta e campagnola che parlava il latino della glossa e il vernacolo aspro della campagna; e l'odore d'incenso delle chiese e delle processioni e delle feste di parrocchia, gli « ad dobbi », si mescolava a quello forte degli stallatici, a quello grasso deiie osterie. Città prò vinciale, ma con maniere di gran dama. E così per nuovo parroco o per prima Messa o per laurea o per il felice esito di un'operazione chirurgica su donna nel travaglio del parto perché tutti i cittadini partecipassero al giubilo, si attaccavano ai canti delle vie centrali so netti celebrativi, a lettere nere ed oro, stampati, o accuratamente manoscritti. (Questi annunci al pubblico sono anche di oggi. Proprio stamane ho visto attaccato ad una colonna del portico del Pavaglionc un grande cartello co.n le parole : « Orfeo Beccari, picchia tua madre perché t'ha fatto così brutto »). Ma c'erano ancora ospitali famiglie patrizie che ricevevano sontuosamente nei palagi aviti poeti e scienziati, oratori e ministri, e stranieri illustri; il suo principale giornale, // Resto del Carlino, aveva una terza pagina che era la più moderna, la più ardita di idee rispetto a quelle dei giornali più diffusi della nazione; e nella sua Università insegnavano dotti di fama mondiale; e assistendo sul confine alle lotte politiche di Romagna coltivava ancora le grandi ideologie del secolo XIX, la concezione liberale e borghese del progresso inteso come evoluzione razionale e riformista. Città savia e sodisfatta, campione, come ha detto lo Spadolini, « di un'Italia domestica e borghese, ligia a regole d'ordine, di misura e d'equilibrio su cui vivevano gli epigoni del Risorgimento e su cui poteva prosperare la democrazia in marcia; ancora nemica di ogni awen- l1"™ e di °Sni superomismo», | Paolo Monelli ngacafifiriiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiii