Il processo Roisecco rinviato al 9 dicembre per una serie di importanti testimonianze

Il processo Roisecco rinviato al 9 dicembre per una serie di importanti testimonianze Dopo una nuova udienza piena di colpi di scena Il processo Roisecco rinviato al 9 dicembre per una serie di importanti testimonianze Il comm. Sacerdoti, sottoposto ad un secondo lungo interrogatorio, rischia un'incriminazione per falsa testimonianza - Una frase del presidente: "Lo vedremo se tei è stato veramente truffato,, (Nostro servizio particolare) Genova, 27 novembre. La conclusione del processo Roisecco sembra lontana nel tempo, mentre il dibattito è cosi incerto e difficile da destare perfino il dubbio che la signora genovese non sia stata, almeno in parte, la truffatrice che si crede. Altri dubbi rimasti in sospeso, destinati a riproporsi in tutta la loro gravità quando il processo sarà ripreso, il 9 dicembre: di quale natura furono gl'interventi che avrebbero agevolato l'attività della Roisecco, quanta parte di verità esiste nelle sue affermazioni, in quale misura è accettabile la buona .fede delle sue vittime, cioè dei presunti truffati. In questa prima parte del processo, terminato stasera, sono mancati i colpi di scena che sembravano imminenti, come ai li m i iti it: ili i il i li : i i<uii i iiii): i n i in i in ili >i u i il la convocazione dell'on. Gonclla. ministro di Grazia e Giustizia. Era stata richiesta la sua citazione a testimonio, con obbligo di venire a Genova davanti ai giudici, ma il Tribunale non ha deciso nulla in merito. Oggi si era profilato un altro colpo di scena: l'arresto del comm. Sacerdoti (truffato dalla Roisecco) per falsa testimonianza. Nell'udienza della mattina il P.M. aveva esclamato: « Chiedo di far appartare il teste che mi riservo d'incriminare . per falsa testimonianza ». Il comm. Sacerdoti, finanziere romano notissimo, sembrava perduto. Nella breve sospensione seguita alla richiesta del P.M. lo abbiamo visto per un momento smarrito: una lacrima gli scendeva sul viso solenne, dominato da un naso molto pronunciato e da un paio di mas- il ili in i in i < i m i< 111 [in li 1111 il il i in 11111111111 m i !ii i « .sicci occhiali affumicati. Poi il comm. Sacerdoti si è ripreso e la sua lotta è continuata fino a sera, sfiorando diverse volte il disastro, trovando all'ultimo istante la battuta per la salvezza, ricorrendo ad improvvisi « Ecco, ora ricordo » seguiti ad altrettanti « Non ricordo », ripetuti rosi concordemente da tutti, imputati e testimoni, da far dire al presidente De Vita; « Faremo la somma di tutti i non ricordo pronunciati in questo processo ». L'incriminazione. alla fine, non c'è stata. Si poteva pensare agli inizi che si trattasse di uno scandalo con largo sfondo politico; ora sembra piuttosto un insieme di piccoli scandali maturati in una cerchia di persone che cercavano di trarre dall'etichetta democristiana i maggiori vantaggi possibili. Si pensi al gran numero di finanziatori così esosi (interessi del eoo o 700%) da ffifer paura di compatirti; ai gran numero di € vittime» che non denunciano i truffatori pur avendo sofferto perdite di decine di milioni; ai personaggi infittenti che molti credono di aver individuato, ma che restano accuratamente nell'ombra. L'udienza di oggi doveva chiarire la posizione'del comm. Sacerdoti, raggirato a Roma col pretesto di finanziare la campagna elettorale della d.c. nella primavera del 'SS. Ma Sacerdoti è stato talmente, óonfuso, incerto, reticente, da attirarsi una minaccia di nicriminazione: dopo' quasi 5 ore di interrogatorio, due in mattina; ta e tre nel pomeriggio, siamo rimasti più o meno al punto di prima. Si trattava di conoscere nei dettagli la famosa operazione dei cento milioni, versati da Sacerdoti alla Roisecco il 10 marzo t953 contro la garanzia di un assegno in bianco firmato dal banchiere torinese Guglielmone e riempito con la cifra di duecento milioni, nonché di una lettera dcll'allora segretario della d.c. Gonella. Assegno e lettera erano falsi; la Roisecco prese i cento milioni, corse a Genova per pagare alcuni dei, suoi tanti creditori e scomparve per riapparire in una clinica dopo un tentativo di suicidio. Il presidente De Vita voleva sapere come mai Sacerdoti, finanziere espertissimo ed accorto, accettò quell'assegno di Guglielmone e quella lettera di Gonella benché ci fossero tutti i motivi per avere sospetti gravissimi: la lettera era stata malamente scritta a macchina, su carta non intestata, l'assegno isul Credito Italiano, sede di Torino) era senza data, in bianco. Per un finanziere era possibile accertare l'autenticità della firma di Guglielmone in mille modi, ma Sacerdoti non lo fece; egli avrebbe potuto telefonare all'on. Gonella, oppure all'on. Restagno segretario amministrativo della d.c. e suo conoscente, per accertarsi della verità di tutto quanto gli diceva la Roisecco, ma non lo fece. Avrebbe infine dovuto insospettirsi di questo: perché la Roisecco o la d.c, avendo un assegno a firma di Guglielmone, su una banca come il Credito Italiano, non lo incassava semplicemente presso il Credito Italiano stesso, ricorrendo invece a lui, Sacerdoti, pagandogli ben venti milioni di interessi per dieci giorni t Una risposta ohiara non e arrivata Sacerdoti ha detto, però, che quegli assegni in bianco si trovavano numerosi presso la d.c al tempo delle elezioni Il dialogo fra il presidente e Sacerdoti è stato condotto su questo tono. Presidente — I cento milioni che le erano stati richiesti dovevano essere spesi direttamente nella campagna elettorale della d.c. o impleyat: in operazioni commercial:. ! cui profitti anda- no ali? rio? Sacerdoti — Io pensai che dietro le quinte la d.c. avesse realizzato gli affari di grano già.prospettati dalla Roisecco Per questa convinzione feci la bestialità di dare i cento mi¬ lioni. Ad un uomo della mia età e del mio passato esser caduto in una tale truffa avvelena la vita. Presidente — Lei ha detto che si fidava ciecamente dello Splnedl (il consulente della Roisecco. al tempo stesso amico di Sacerdoti). Perché allora ron si accontentò di sentire da Spinedi che le firme di Guglielmone e di Gonella erano autentiche? Perché volle da lui una garanzia scritta? (La domanda divento importante quando si ricordi che Spinedi sostiene a sua volta di essere stato ingannato dalla Roisecco sull'autenticità delle firme, e quando si ricordi che Sacerdoti, forte di quella lettera, si rivalse sullo Spinedi, su tutto il suo patrimonio in azioni e in immobili). Sacerdoti — Sa, si trattava di ben cento milioni... Presidente — Lei si dice tanto affezionato ai suo partito. Come mai pensò di sottrarre alla d.c ben venti milioni di interessi per prestare cento milioni per dieci giorni?. Sacerdoti — Beh, pensavo che il denaro corre, non tutto arriva a destinazione,.. Ad un certo punto il presidente è stato esplicito, dicendo a Sacerdoti: «Lo vedremo, se lei è stato veramente truffato »; . , ■ Quel dubbio, naturalmente, ha reso di ottimo umore la signora Roisecco, i elegante come sempre, anche Oggi rimasta quasi ai margini del dibattimento. Sotto il torchio è stato quasi sempre Sacerdoti, il quale ha perfino detto di aver confuso in un certo affare, studiato con la Roisecco, la som- < 111:1 ■ i 111111111111131111111111111111 ■ 11 ■ 1 ■ 11 ■ 11111111111 ma di cinquanta milioni con una somma di cinquecento milioni. « Già, mi sono sbagliato Mi uno zero», ha detto con calma. La differenza non è davvero da poco, tanto più che la sua partecipazione era di venti milioni, pari ad un modesto li % se si fosse trattato di 500 milioni, in realtà pari al lfi% perché si trattava di cinquanta milioni Sacerdoti ha gridato ad un certo punto: «Protesto con tutta l'anima contro' l'ipotesi che io abbia dato i cento milioni pur sapendo che le firme erano false >. Per il 9 dicembre, giorno della ripresa del dibattito, sono attese nuove importanti testimonianze che, forse, potranno illuminare un poco questa vicenda immersa nella penombra. Mario Fazio

Luoghi citati: Genova, Roma, Torino