La posizione del governo rafforzata dall'accordo tra Moro e Fontani di Vittorio Gorresio

La posizione del governo rafforzata dall'accordo tra Moro e Fontani Mjìi nuova direziona democristiana ed il ministero Segni La posizione del governo rafforzata dall'accordo tra Moro e Fontani 1 partiti di centro si dichiartiuo soddisfatti - "Il segretario della d.c. - affermano i repubblicani - ha saputo mostrarsi degno della fiducia che molti ripongono nella sua cauta ma progressiva azione,, - Un passo delle destre presso Segui per "chiarimenti sulla situazione,, - Delusione dei comunisti, che speravano in una crisi - Oggi il Consiglio dei Ministri discuterà la legge contro i monopoli Roma, 20 novembre. La prima conseguenza dell'accordo raggiunto fra i democristiani per eleggere la nuova, direzione del loro partito è che il governo attuale ne risulta consolidato. Nessuno può ancora dire come riuscirà a funzionare la direzione della d.c, mista, composita e variegata nella formazione assunta ieri; nessuno oserebbe parimenti affermare che la crisi del partito di maggioranza è stata in tal modo finalmente superata, ma quello che è acquisito è che una crisi di governo non ci sarà. Nell'opinione di un grandissimo numero di cittadini, è questo il dato dìù importante. La d.c. non è apparsa, nel corso di quest'anno, sotto una luce molto favorevole. E' stata in crisi, praticamente, per tutto il 1959, da quando l'on. Fanfani cedette sotto l'aggressione dei « franchi tiratori » e si dimise da presidente del Consiglio e segretario del partito. La crisi ebbe una punta molto acuta in occasione del consiglio nazionale convocato a metà marzo nei locali della « Domus Mariae » sulla via Aurelia antica: fu allora che la corrente di « Iniziativa democratica », già obbediente a Fanfani, si scisse in due tendenze. I fedeli a Fanfani rimasero in minoranza e gli altri diedero vita ad una corrente nuova, chiamata dei « dorotei » perché i ribelli si erano adunati in un convento di suore Dorotee, a Roma, sul Gianicolo. Quando la crisi di un partito giunge a produrre larghe scissioni — e oltre che larga, quella dei dorotei fu clamorosa — si paga un prezzo caro, che è, però, prezzo giusto. Alle prime occasioni politiche maggiori seguite alla scissione del Gianicolo, la d.c. fece dolorose esperienze, perdendo le due battaglie elettorali della Val d'Aosta e della Sicilia, rispettivamente concluse con la vittoria di un fronte popolare valligiano e del movimento isolano di Silvio Milazzo. Mai come allora parve che la cattiva sorte del partito di maggioranza stesse per ripercuotersi sulla stabilità del governo. Di settimana in settimana, per tutti i mesi dell'estate, sì scontava come prossima l'inevitabile caduta del ministero Segni. La crisi di un governo può venire considerata co me un caso di natura non necessariamente drammatica quando i margini di manovra per la costituzione di una nuova maggioranza siano sufficientemente larghi in un regime parla mentare che funzioni cor rettamente. Non era quest?., però, la situazione italiana, e la sola logica alternativa alla permanenza di Segni al potere fatalmente appariva lo scioglimento delle Camere con elezioni politiche generali anticipate. Il ricorso al Paese non sarebbe stato, comunque, un provvedimento gradito a nessuno; meno che ad altri, proprio al Paese considerato nel suo complesso come fonte della sovranità. Con la buona coscienza di avere liberamente votato nel 1958, gli italiani non avrebbero compreso il motivo che li faceva tornare alle urne, a così breve scadenza. Con ogni probabilità, la d.c. sarebbe stata severamente giudicata, e punita per aver fatto cattivo uso del mandato a governare che una grande maggioranza di elettori le aveva conferito. L'on. Moro ha provato per tutti questi mesi l'angoscia grave del Cireneo. Si trovava a dirigere un partito che non era più tale, essendo diventato in realtà simile affatto ad una federazione. Un nuovo costume ed un nuovo linguaggio vi erano stati introdotti, ed i vari leaders de"e diverse correnti trattavano fra loro con la mentalità e secondo i metodi propri dei capi di partito differenti. Si avevano consultazioni, prese di contatto, regolari negoziati, esattamente come quando ci si accorda pc for¬ mzutsdcdenuchcmnnpnms mare un governo di coalizione e si va alla ricerca di una maggioranza parlamentare, o come quando si discute fra gli stati maggiori di eserciti alleati, ciascuno conservando i privilegi e i diritti della propria distinta e irrinunciabile personalità nazionale. Come sono soliti nei loro ultimi minuti di lavoro, anche stavolta i democristiani hanno concluso la disputa con un accordo di compromesso. E con molta emozio ne e commozione si sono fi' nalmente proclamati i componenti della nuova direzione de. Anche il cittadino medio ha potuto sospirare di sollievo, restando in ogni modo poco edificato dallo spettacolo che in questi giorni e in questi mesi il mag giore partito italiano ha da to di se stesso. E> _t„.„ „,•(.„. ». • stato evitato il peggio, non ci sarà una crisi di go verno, non si avrà bisogno di indire elezioni politiche anticipate: ma altre scadenze premono, comunque. Ed i problemi politici italiani non sono solamente problemi di partito. Vittorio Gorresio iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Fanfani, Fontani, Moro, Segni, Silvio Milazzo

Luoghi citati: Roma, Sicilia, Val D'aosta