La signora dice che divideva gli utili con alcune personalità che la aiutavano

La signora dice che divideva gli utili con alcune personalità che la aiutavano Seconda udienza a Genova al processo del "mezzo miliardo,, La signora dice che divideva gli utili con alcune personalità che la aiutavano Grazie alle raccomandazioni di alti esponenti romani otteneva le licenze di importazione - Partite di grano, zucchero, olio e ferro comprate a prezzo bloccato e rivendute sul mercato libero - L'imputata si è rifiutata di fare i nomi dèi suoi antichi protettóri (Nostro servizio particolare) Genova, 19 novembre. Il processo alla signora genovese imputata dì truffe per mezzo miliardo sta diventando un grosso romanzo. La principale imputata, Ebe Zippati in Boisecco, non è la sola protagonista e non è neppure la \ diabolica, astutissima tessitrice di inganni che si credeva di conoscere. Oggi è quasi sembrato vederla vittima di macchinazioni pia grandi che hanno dato enormi benefici finanziari a personaggi romani nell'ombra, o per lo meno non imputati. Non c'è nulla dì chiaro nella vicenda Boisecco: ma va affiorando la sensazione che la dinamica signora non fosse altro che il perno di una grossa macchina affaristica fondata su traffici illeciti, sa concessioni di favore e su mercanteggiamenti di permessi governativi, ottenuti da personalità che ricavarono lauti guadagni e che la signora Boisecco non vuole nominare. L'imputata lo ha detto chiaramente: le sue operazioni erano fondate sull'apporto di alcuni finanziatori e sull'appoggio di personalità politiche. L'utile delle operazioni veniva diviso fra la Boisecco, i finanziatori e queste personalità. L'imputata è arrivata a precisare che gli appoggi romani niiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiimii erano valutati come contante. Dal 1948 al signora fece molti affari del genere, ottenendo licenze di importazione per merci che allora scarseggiavano. Grazie a quelle licenze si importava grano o zucchero, ferro o olii minerali, a prezzo bloccato, rivendendo poi le merci sul mercato Ubero. Gioco molto redditizio: su un quintale dì grano si guadagnavano 17008500 lire nette. Lo ha precisato la stessa signora Boisecco, la quale ha anche raccontato di aver ottenuto licenze speciali per importare 5 mila quintali di zucchero in una sola volta. In un'altra occasione, fece'domanda per importare 65 mila quintali di grano: l'utile sarebbe stato di oltre 1S0 milioni, da dividere con ohi aveva anticipato il denaro per l'acquisto e con chi aveva concesso i permessi speciali a Boma, « Perché si era incamminata in questo genere di affari pur avendo una esistenza più. che agiatat ». Ho fatto questa domanda direttamente alla signora Boisecco, nell'intervallo dell'udienza che si è chiusa poco prima delle 14. La signora ha socchiuso gli occhi, ha guardato il marito, seduto accanto a lei su una panca in un corridoio del Tribunale, poi mi ha detto: « Anche se lei fosse ricco a miliardi, respingerebbe la possibilità di compiere affari tali da guadagnare molto in pochissimo tempo t ». « Ma erano affari illeciti ». « Ohi può distinguere il lecito dall'illecito in questo genere di coset », ha ribattuto con doloroso candore la signora, scuotendo la testa. E il marito, un corpulento tipo dì commerciante, assai meno « ricercato » della moglie, propenso ad esprimersi in dialetto genovese con abbondante uso di parole anche troppo pittoresche, ha detto per concludere: « In sette anni non ho capito nulla. So soltanto che prima aro ricco ed ora sono rovinate, che certe persone prima erano sttnza il becco di un quattrino e ora sono ricche ». Neppure sugli episodi minori si riesce a far luce. Oggi un commissario di p.s. di Genova, chiamato come teste su interrogatori avvenuti alcuni anni fa in merito alla vicenda Boisecco, non ha potuto far altro che annunciare al Tribunale che gli incartamenti sono finiti al macero. Dal 1948 al '51 gli affari erano andati bene; poi qualcosa non funzionò più. a Boma, fino al crollo del 1958, quando la signora si ridusse a far circolare assegni falsi a firma del denaroì1951 la I a o a l ìsenatore Guglielmone e lette I re false a nome dell'onorevole Gonella. Nell'udienza di oggi si è parlato molto di un primo episodio sfortunato: quello della mancata licenza d'importazione di 65 mila quintali di grano russo a beneficio del mulino di un certo signor Borneto. Questi diede alla Boisecco 40 milioni; la signora doveva provvedere a Boma. Non si è capito bene perchè la signora si facesse dare tanti milioni in anticipo, quando non si sapeva neppure se la domanda sarebbe stata accettata. Alla precisa richiesta del presidente ha risposto seccamente: «Non intendo chiarire*. E' parso di comprendere che quei milioni andassero alle personalità romane che dovevano appoggiare la t pratica-». Ma la «pratica* ebbe esito negativo: la Boisecco restituì i 40. milioni più 40 milioni per premio o « penale », facendoseli prestare da altri. Perché mai si fosse adattata a pagare con tanta disinvoltura una penale pari all'importo del denaro restituito non si può capire: l'imputata ha detto soltanto che l'intermediario che l'aveva messa in contatto col signor Borneto, l'avvocato genovese Anchise De Bernardi, la minacciò di denuncia. « Denuncia per quale reatot — ha domandato il presidente —. Come potè De Bernardi ricattarlat ». E la signora ha risposto: «L'avvocato De Bernardi era nostro amico, sotto la sua pressione io versai guei 40 milioni » Le spiegazioni sono tutt'altro che convincenti. Ci fu un giro di centinaia di milioni in cui entrarono l'avvocato De Bernardi a Genova, i «potenti ignoti» romani, un professionista romano, il prof. Spinedi, oggi comparso in aula come coimputato e personaggi romanzeschi come un certo Ervin Chatz, apolide, trafficante d'armi ed altro. Così lo definisce la Boisecco, che però lo protesse, ottenendo per lui ripetuti permessi di soggiorno in Italia. \ Naturalmente la Boisecco non ha voluto rivelare quali personalità avessero protetto l'apolide contro il volere della polizia, che lo mise subito in un campo di internati appena le fortune della signora declinarono. Chatz aveva fornito 200 milioni alla Boisecco, milioni avuti chissà da chi. La signora era intanto finita in una clinica, guardata a vista da quattro agenti, spediti da Boma, dai «potenti ignoti» (il romanzo è in parte giallo) Il primo colpo venne alla 1111111 iiiihiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiii 1» Boisecco da una denuncia dell'on. Bonomi, presidente della Federconsorzi, accortosi della sua illecita attività presso l'ente, dove si commerciavano sotto banco quantità di grano fantasma. Infatti su ogni partita di grano importata in Italia si calcolava ufficialmente un « caZo » del S per cento in realtà immaginario. Quel 2 per cento era trattato dalla Boisecco in collaborazione con personaggi romani sempre ignoti. Bonomi denunciò la signora ai primi del 'BS e la polizia romana la fermò, si istruì un procedimento a suo carico, poi tutto fu messo a tacere grazie all'intervento dei «soliti potenti ignoti». Il gioco è stato cosi spiegato dall'impuiata: «Io trattavo con un ministro Pinco Pallino, un altro ministro Pinco Pallino cTie non ero al corrente scopriva i miei affari. Ecco tutto », Mario Fazio aiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Il prof. Francesco 8pinedi n 1111 i limimi iiiiiiiiiiniiiii iiiiiiiiii

Luoghi citati: Genova, Italia