L'Italia non teme un giudizio imparziale di Ferdinando Vegas

L'Italia non teme un giudizio imparziale L'accordo De Gasperi - Gruber sull'Alto Adige L'Italia non teme un giudizio imparziale La presa di. posizione della d.c. di Bolzano sul problema dell'Alto Adige giunge molto opportuna a fare il punto della situazione dopo gli ultimi,, importanti sviluppi; il documento è in un certo modo la risposta, un po' ritardata ma perciò più meditata, alle decisioni prese_l'altra domenica dal congresso della Siidtiroler Volk. spartei. E' bene, innanzitutto, che una così serena e moderata risposta venga proprio dal partito italiano ■ che è il più vicino ideologicamente alla s.v.p., anche se grandi sono le differenze che, nella comune rispondenza ai principii ispiratori del Cattolicesimo, intercorrono tra i clerico-conservatori della s.v.p. e il composito amalgama della d.c. italiana. Il punto dolente dell'intera questione, emerso ormai chiaramente, è costituito dal fallimento dei negoziati italo-austriaci in corso a Vienna fin dal febbraio del '58. Nel linguaggio diplomatico le trattative figurano come sospese, ma ognuno sa che di fatto esse si sono arenate su un contrasto di principio che non si vede come potrà essere superato: il contrasto sulla costituzione di una provincia autonoma di Bolzano, richiesta dagli austriaci e negata dagli italiani. Poiché tutta la disputa, sfrondata degli elementi di contorno, si riconduce a questo nocciolo essenziale, non sarà inutile spiegare ancora una volta di che cosa si tratti e,ribadire quella che è la nostra opinione in merito. Per i sud-tirolesi ed i lo ro sostenitori d'oltre Bren nero l'autonomia garantita al gruppo etnico tedesco dall'accordo De Gasperi-Gruber del 1946 non s'è veramente realizzata, perché annegata nella più ampia autonomia della regione Trentino-Alto Adige. Essendo in questa gli italiani in maggioranza, secondo i sud-tirolesi le loro giuste aspirazioni verrebbe' ro egualmente soffocate, sia pure da Trento anziché da Roma; a Roma, comunque risalirebbe la responsabilità politica ultima della « snazionalizzazione » dei sud-ti rolesi. Il ragionamento sembra a prima vista persuasivo, ma in effetti non tiene conto di due eleirenti fondamentali: primo, che resta ancora da dimostrare se l'interpretazione sud-tirolese dell'auto' nomia è pertinente alla lèi tera ed allo spirito dell'accordo; secondo, ed è un ar gomento sostanziale e capi tale, che nella provincia di Bolzano un terzo degli abi tanti sono italiani, ai quali si vorrebbe così imporre uno status di minoranza che nulla giustifica, e, peggio an cora, nessuno garantirebbe, se non la discrezione della maggioranza tedesca. Perciò l'Italia, nelle trai tative di Vienna, si è rifiutata di .accedere al principio dell'autonomia d'ella provin eia di Bolzano: come era suo buon diritto, ed anzi dovere, secondo abbiamo già detto e fermamente ripetiamo. La risposta sud-tirolese e austriaca è venuta con le note manifestazioni e dichiaraziO' ni sulle quali è meglio non tornare; infine il congresso della s.v.p. ha esplicitamente intimato all'Italia la scelta fra concedere oggi l'autono mia o trovarsi domani da vanti alla richiesta dell'auto decisione. Strano congresso, osserviamo di passata, di un partito che si fa paladino della democrazia e comincia con l'antidemocratica ed inurbana esclusione dalle se dute dei giornalisti di lingua italiana ! Per nulla strano, invece, data la perfetta intesa fra tirolesi a sud ed a nord del Brennero, ci sembra il fatto che le posizioni più spinte siano state assunte non dal Dolomiten di Bolzano, ma dal giornale di Innsbruck, come le Tiróler Nachrichten Secondo questo foglio, nell'Alto Adige sarebbe in corso « la disperata lotta di un popolo coloniale per il lavoro in casa propria contro il padrone coloniale » : un'affermazione tanto fuor di luogo ebe affoga da sé nel ridicolo. Venendo a cose più serie, il dilemma posto dal congresso della s.v.p. non ha senso, né per l'autonomia, come si è visto, né per l'autodecisione, circa la quale è ora di uscire una buona volta dall'equivoco. La sltss.t parola * autoJecisiune » cumiene una carica senàmemale per ìoi italiani. In particolare, riaffiorano tutti i ricordi del Risorgimento, nel quale invano chie- f demmo agli austriaci di ripassare le Alpi per tornare fratelli. E ora, a posizioni rovesciate, ci rifiutiamo di essere coerenti ai valori più alti' della nostra storia? Il fatto è che la situazione è oggi del tutto diversa da quella dell' '800 e anche del 915: il principio di nazionalità deve cedere di fronte alle superiori esigenze della pace e, comunque, nessuno vuole snazionalizzare i sudtirolesi; ma non possiamo neppure accettare che questa sorte subiscano i 120130 mila italiani dell'Alto Adige. Per tutti questi motivi, ragionevole ci sembra la proposta della d.c. di Bolzano: se a Vienna non si riesce a trovare un accordo, si vada pure alla Corte dell'Ada, che un tribunale imparziale. Ferma restando la base ben chiara dei nostri accordi, dica la Corte per tutte le questioni tecniche e pratiche se, dove e come noi abbia mo mancato nell'applicazione del patto concluso tra De Gasperi e Gruber. Ferdinando Vegas

Persone citate: De Gasperi, De Gasperi - Gruber, De Gasperi-gruber, Gruber, Volk