La burocrazia ha speso 100 milioni per chiarire lo scandalo dei miliardi

La burocrazia ha speso 100 milioni per chiarire lo scandalo dei miliardi La burocrazia ha speso 100 milioni per chiarire lo scandalo dei miliardi I Infine tutti gli imputati sono stati assolti in Cassazione - Ora le frodi sa- ' • ' i i . /• ' ranno esaminate dagli organi amministrativi, ma jorse è troppo tardi \ Anche^^ST^cU. sazione „ han^0 ft] gJcuro da ogni perico]0 sott0 il pro¬ ni0 della legge penale stabilen do cioè che, non possono essere \perseguiti perché il fatto loro i attribuito non è previsto dalla j legge come reato, i cento e più protagonisti della vicenda passata alla cronaca come « lo scandalo valutario » rimangono sotto l'incubo di una non meno grave minaccia: quella cioè delle sanzioni amministrative. Esaurita per loro l'avventura penale se ne sta per iniziare un'altra che li porterà irrimediabilmente davanti alla Commissione consultiva per le infrazioni valutarie istituita dal maggio 1938 presso il Ministero del Tesoro. Essi potrebbero essere condannati a pagare una multa pari a cinque volte l'evasione valutaria accertata. Ossia, poiché all'incirca venti milioni di dollari sono filtrati illecitamente attraverso la frontiera finendo nelle banche straniere, la multa potrebbe complessivamente ammontare a circa sessanta miliardi di lire. Tuttavia i protagonisti dì questa vicenda non sono disposti ad accettare supinamente le decisioni della Commissione consultiva. Gli avvocati Giuseppe Merla, Giuliano Vassalli, Adolfo. Gatti, Annibale Angelucci, Carlo D'Agostino, Alfonso Favino, Remo Pannain, Ottorino Petroni già si preparano a sostenere la seconda battaglia insistendo magari sul fatto che sarebbe ormai scaduto il termine della prescrizione quinquennale. ■ Penalmente l'imputazione era quella di truffa allo Stato. Il sistema usato dai protagonisti è stato ricostruito dall'accusa in tutti i dettagli: vi era qualcuno, che per conoscenze sue particolari riusciva ad ottenere facilmente la concessione di. licenze d'importazione alle quali erano legate assegnazioni di dollari da acquistarsi al cambio ufficiale per la merce che sarebbe dovuta venire in Italia. Vi erano altri che provvedevano a falsificare le bollette doganali in modo che risultasse arrivata in Italia quella merce che non era stata mal acquistata ma che, in teoria davano la possibilità di trasferire all'estero dollari in quantità rilevante; vi erano infine coloro ì quali sfruttavano la situazione ed il lavoro compiuto dagli altri per portare all'estero i propri patrimoni. Non vi è truffa — hanno detto sostanzialmente ieri sera i giudici della Cassazione in contrasto con le opinione già espressa in precedenza dal Tri¬ i bunale e dalla Corte di Appello — perché l'attività compiuta dagli imputati costituisce solanto una violazione ad una egge valutaria del 1938, ma non già della legge penale. Quindi gli imputati semmai debbono rispondere della loro attività soltanto in sede amministrativa. Tutto questo significa pràticamente che lo Stato ha speso nutilmente circa cento milioni di lire net tentativo di perseguire penalmente i responsabili. Non si deve dimenticare che durante la istruttoria proungatasi per tre anni i magistrati hanno compiuto numerosi viaggi a Milano, Genova, Torino, Savona e Padova; che sono state eseguite 19 perizie calligrafiche e 24 ispezioni bancarie; vi è stato un processo n Tribunale prolungatosi per quindici mesi ed uno in Corte di Appello per un mese. 8- g-

Persone citate: Alfonso Favino, Annibale Angelucci, Carlo D'agostino, Gatti, Giuliano Vassalli, Ottorino Petroni, Remo Pannain

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano, Padova, Savona, Torino