Minuziosa ricostruzione nella villa di Ginevra della serata in cui il bimbo di 21 mesi fu ucciso

Minuziosa ricostruzione nella villa di Ginevra della serata in cui il bimbo di 21 mesi fu ucciso Setto J3G3TSOMMG su ano ve possono aver coMMMjsiuto ì" afro ce delitto Minuziosa ricostruzione nella villa di Ginevra della serata in cui il bimbo di 21 mesi fu ucciso E' provato che nessuno entrò dall'esterno nell'edificio: l'assassino è certamente tra i genitori ed i nonni della vittima, il cameriere italiano, la cuoca e l'istitutrice - Il padre del piccolo sembra il maggiore indiziato: ha torbidi precedenti (Nostro servizio particolare) Ginevra, 11 novembre. Il giudice istruttore Dunand ha proceduto oggi alla ricostruzione delle circostanze in cui fu trovato ucciso la sera del 3 ottobre scorso, il piccolo Nicola D'Espine, di 21 mesi. Alla ricostruzione, che ha avuto inizio alle 20,50 (ed è durata più di tre ore), sono intervenute le nove persone che quella tragica sera si trovavano nella villa di Grand Saconnex: i genitori del bambino ucciso, i coniugi D'Espine,il nonno materno con la terza moglie (cioè i coniugi Sarasin), gli ospiti R. e M. Cramer, il cameriere Mario Breno, la cuoca e la nurse. Il quadro è stato ricomposto con precisione minuziosa: è stata persino servita la medesima cena che il 3 ottobre Pierre D'Espine aveva fatto preparare per i suoi ospiti. I preparativi per la ricostruzione del dramma sono avvenuti nella massima segretezza: soltanto pochi minuti prima che le nove persone implicate nell'oscura vicetida arrivassero alla villa è trapelata qualche indiscrezione. Così alcuni cronisti e fotografi hanno potuto correre in fretta e furia alla villa, ma all'ingresso sono stati bloccati da una fila di gendarmi. Gli avvocati di Mario Breno e di Pierre D'Espine sono stati ammessi nella villa, ma hanno dovuto impegnarsi a non fare alcuna rivelazione alla stampa. Pochi minuti dopo le 23 il giudice istruttore Dunand e i suoi collaboratori hanno lasciato il Grand Saconnex facendo immediatamente ritorno al Palazzo di Giustizia di Ginevra. Essi si sono rifiutati di fare qualsiasi dichiarazione ai giornalisti. E', imminente l'arresto dell'assassino t Per ora una sola cosa è certa: poiché.la tesi della morte accidentale è stata esclusa dai risultati dell'auto psia, e gli investigatori hanno stabilito che nessuno ha potuto penetrare dall'esterno nella villa, l'assassino del piccolo Nicola deve essere per forza di cose cercato fra le nove persone che la sera del 3 ottobre scorso erano al Grand Saconnex. Il padre, Pierre D'Espine, che ha trentadue anni, si trova in una posizione delicata. A suo carico sono emersi elementi piuttosto gravi. Pochi giorni dopo il crimine, l'arresto di Pierre D'Espine parve imminente, ma poi la sua posizione migliorò leggermente. Nel corso dei numerosi interrogatori subiti, egli ha tuttavia ammesso di essersi recato, fra le 22 e le 23, quando il bambino fu colpito a. morte, nella stanza del figlio. Materialmente egli avrebbe dunque avuto la possibilità di compiere il delitto Mancherebbe però il movente, dal momento che le voci secondo cui Pierre D'Espine avrebbe assicurato per una forte somma il bambino non sarebbero esatte. Un altro grave indizio a carico di Pierre D'Esoine è costituito dal fatto che egli attese due giorni e mezzo prima di denunciare il fatto alla po lizia. Per di più, si è potuto accertare che poche ore dopo la morte del suo bambino Pierre D'Espine si recò in un tabarin di Ginevra, dove rimase fino alle ore piccole in allegra compagnia. Infitte, il suo passato presen ta alcuni putiti oscuri: un paio di anni or sono egli si rese colpevole di un ammanco di alcune centinaia di migliaia di franchi svizzeri nella tanca in cui è occupato; ma la cosa non ebbe un seguito penale perché il suocero coprì la somma sottratta. Più recentemente il D'Espine è stato protagonista, con un giovanotto, di un increscioso episodio in un luogo pubblico. Il padre del bambino ha smentito a parecchie riprese tutte le voci messe in circolazione sul suo conto; contro due giornali svizzeri, che l'avevano indicato come il probabile omicida, ha persino presentato denuncia per diffamazione. Alla moglie del D'Espine, Caterina Sarasin, si rimprovera di avere condotto una vita assai indipendente dal marito. All'indomani della morte del suo bambino, la donna si è incontrata con alcune amiche, senza mostrarsi troppo addo lorata. Si è anche affermato che Caterina D'Espine-Sarasin avrebbe espresso a suo tempo il desiderio di separarsi dal marito perché innamorata di un altro uomo. Si tratta tuttavia di una voce che finora non ha potuto essere confermata Il nonno materno del bimbo il celebre radiologo Raimondo Sarasin, è un uomo violento: alcuni anni fa, in Francia, su¬ bì una lieve condanna per avere percosso un adolescente. Il prof. Sarasin, che ha una sessantina d'anni, è sposato per la terza volta. La sua ultima moglie, Geneviève, è più giovane della figlia Caterina. Pure il radiologo si sarebbe rifiutato — almeno in un primo tempo — di rivolgersi alla polizia. Non ci soffermeremo a lungo sul cameriere Mario Breno, che fu arrestato il C ottobre scorso sotto l'accusa di assassinio; otto giorni dopc venne rimesso in libertà, ma continua ad essere formalmente incolpato. Il giorno del suo arresto egli fu sospettato di avere colpito a morte il bambino per ven detta, essendo stato licenziato una settimana prima. Pierre D'Espine considera tuttora il domestico come l'assassino di suo figlio, e l'altro ieri si è co stituito parte civile contro di lui. Essendo provata l'innocenza dei due ospiti Cramer, rimangono la nurse, Josianne, e la cuoca, Elena. Gli agenti hanno lungamente indagato sul loro conto, anche perché le due donne non sono state in grado di fornire un soddisfacente alibi. J# f# " LanfmrnctcsolbbfgemuF

Persone citate: Caterina D'espine, Caterina Sarasin, Cramer, Mario Breno, Pierre D'espine, Raimondo Sarasin

Luoghi citati: Francia, Ginevra