Si vanno spegnendo in Europa le luci dei più famosi cabarets

Si vanno spegnendo in Europa le luci dei più famosi cabarets Si vanno spegnendo in Europa le luci dei più famosi cabarets In Germania resistono una diecina di «variétés», ma conducono vita grama - La colpa è della tv, ma soprattutto del locali di spogliarello, sempre gremiti anche'nelle piccole città - La gente assiste a troppi miracoli della tecnica, si dice, per apprezzare ancora acrobati e giocolieri (Dal nostro corrispondente) Bonn, 10 novembre. Le luci del varietà si spengono: i più famosi teatri tedeschi di varietà e i cabarets più gloriosi di Berlino, di Monaco e di Amburgo, che un tempo richiamavano folle di entusiasti, stanno chiudendo l'un dopo l'altro. Sono finiti quasi per naturale consunzione TAllotria e il Delhi Palast di Amburgo, l'Apollo di Dusseldorf, il Casanova di Essen. Stanno per chiudere il Metropoi di Mannheim e il Ronacher di Vienna dove furoreggiarono, fra gli altri, Marlene Dietrich, Josephine Baker, Marika Ròkk e Grock, l'impareggiabile clown scomparso recentemente, che tenne di buon umore una intera generazione di europei. La prestigiosa Scala di Ber lino, che reggeva la concorrenza dei più celebrati variétés parigini e crollò fra Ve rovine dell'ultima guerra, non verrà più ricostruita; i piani per riedificarla sono sfumati definitivamente. Sono rimasti in Germania una decina di variétés del vecchio stile ma, a quel che ne dicono gli impresari, menano esistenza gra ma. Resisteranno forse per poco tempo ancora, che anche la loro sorte sembra certa. Il teatro di varietà, che contrassegnò un'epoca, è condannato a finire. E' colpa del tempo se le luci del varietà si spengono, ma non tutti tra coloro che vi hanno dedicato l'esistenza sono disposti a concederlo. Patetica incredulità: c'è stata proprio in questi giorni a Dusseldorf una riunione degli impresari tedeschi di varietà e si è cercato di stabilire le cause della crisi. I pareri sono risultati discordi: la colpa della crisi, ha detto qualcuno, è del cinema e della televisione, j Macché, si è affermato da aZ-| fri, quelli che ci rovinano so rccscstoelfalsgbsrtaltcno i tabarins: <Oggi la pente;vuol vedere soltanto spoglia- relli e ballerine nude: i taba-:rins, che spesseggiano un po''dappertutto coi loro monoto- ni spettacoli di nudo, sono la Irovina nostra e di quanti si ostinano a mantenere gli spettacoli su un livello di dignità artistica, nei confini del buon gusto e della morale ». Convaliderebbe questa tesi il fatto che di frequente, anche nelle piccole città della Germania di 50-80 mila abitanti, non mancano tabarins e luoghi pubblici di quel particola- j | re genere. E poi — si dice ancora — non esistono più i vecchi teatri di varietà (li ha distrutti la guerra) capaci di ac. cogliere ogni sera migliaia di spettatori; quelli nuovi sono troppo angusti. Poi mancano grandi nomi: dove sono più oggi i Groclc, i Don Colleano e i Rastelli che affascinavano le platee con le loro esplosiva facezie, le pericolose esibizióni] acrobatiche, i virtuosismi equilibristicif Ma anche se ci fosse ancora Rastelli, che sorreggeva per miracolo di equilibrio ben sette .palloni sulle dita, sui piedi e sulla nuca, e ancora una nuova Marlene Dietrich, chi tra gli impresari avrebbe tanti soldi per pagarli? Yvette Guilbert ai suoi tempi guadagnava mille marchi per sera e Grock non si esibiva per meno di 80 mila marchi il mese alla Scala di Berlino. Gli incassi ' degli impresari di varietà sono assai più modesti oggi perché la gente ci pensa su due volte prima di pagare quindici marchi — le nostre duemila lire press'a poco — per vedere clowns e acrobati, canzonettiste e prestigiatori. Il problema è tutto qui, anche se l'unanimità degli impresari non vuole ammet ierlo; risce altri divertimenti e se paga due o tremila lire per uno spettacolo è per ascoltare il virtuoso del jazz o l'asso della canzone. Una volta di sabato e di domenica famiglie intere di Berlino facevano la coda alle casse della Scala e del Wintergarten: oggi i genitori vanno al cinematografo e i figli alla partita di calcio e si ritrovano assieme soltanto davanti allo schermo del televisore. Le prodezze dei grandi artisti del varietà commuovono ben poca gente ormai, i lazzi e le spiritosaggini dei clowns e dei comici lasciano indifferenti. E se «stmctdotc'Jgpfii■cil pubMÌco"Kqgrp^è}e-\f_, j, aT—Zzì, ' ;"" acrobata rischia ogni sera * rompersi il collo per ecci:tQ>"e t nervi del pubblico, la 'pente quasi non se ne accorge, - Oli impresari del variété I hanno condotto la loro inda à l e , - gine sui gusti e le reazioni degli spettatori, specie di quelli giovaiii. Scoraggiante è stato il parere di un ragazzo di sedici anni, che aveva avuto occasione di assistere alle vure di un giocoliere /ajnooO che faceva roteare contemporaneamente per l'aria una quantità di dischi, di anelli e di altri oggetti del mestiere. « Se vedessi questi piatti sospesi in aria per impulsi elettronici, il numero sarebbe per me -molto più attraente »: ecco forse un altro interessante motivo in margine alla crisi del varietà. La gente assiste oggi -a troppi miracoli della tecnica, la sua fantasia è accesa, .dai continui prodigi del'JgSwtón^ffl, c7ie sfida, capovolge, scopre e distrugge leggi e princìpi.. Le prodezze umane, fiel singolo individuo, anche se '• rappresentano il risultato di sforzi eccezionali, di anni di disciplina e di sacrifici, ' non impressionano più. Esaltano invece i mezzi tecnici che sono anch'essi il prodotto di penoso lavoro umano, un lavoro ■collettivo, spersonalizzato e quasi anonimo. Alla gente in fondo interesserebbe poco conoscere i nomi degli scienziati russi che hanno sparato un razzo sulla Luna, né tanto meno .la storia delle loro fatiche. RI. C.

Persone citate: Casanova, Josephine Baker, Marlene Dietrich, Palast, Rastelli, Yvette Guilbert