I ricchi tedeschi della Germania comprano grosse fette del Ticino di Nicola Adelfi

I ricchi tedeschi della Germania comprano grosse fette del Ticino - ATTRATTI DA UN PAESE GARBATO E TRANQUILLO =- I ricchi tedeschi della Germania comprano grosse fette del Ticino E' un assalto sistematico e ben organizzato: acquistano terreni boschivi, falde di montagna, nascono nuove società immobiliari, si costruiscono ville, si creano colonie straniere di villeggiatura - La preoccupante immigrazione finisce coll'alterare i caratteri, le abitudini antiche, la mentalità stessa della Svizzera italiana (Dal nostro inviato speciale) Lugano, 10 novembre. All'improvviso le luci e le ombre acquistano nettezza, il panorama s'ingentilisce, i paesini prendono un'aria antica e familiare; le parlate si fanno più vivaci, gli occhi brillano, i lineamenti dei volti sono più elaborati: e la gente parla ad alta voce nelle piazze, ride, gestisce. E' il Ticino; siamo dunque ancora nella Svizzera, ma è già l'Italia. E' tuttavia una Italia pulita, agiata e cordiale, senza analfabeti, senza gravi problemi sociali, senza le passioni politiche; e dove la morale manzoniana resiste tuttora, tenendo a bada da una parte il puritanesimo calvinista di certe regioni interne della Svizzera e dall'altra parte il materialismo sfacciato e aggressivo ch'è tipico del nostro tempo. Sicché, vien fatto di pensare che Renzo e Lucia, se tornassero in vita, solo nelle campagne ticinesi /direbbero col non s .ntirsi spaesati. Ma fino a quando il Ticino potrà conservare le sue grazie italiane e la sua assennatezza manzonianat C'è molto pessimismo in giro, e si tinge di collera o di melanóonia a seconda dei temperamenti. Vi dicono che il Ticino è in vendita; a grossi bocconi, se lo stanno mangiando i tedeschi. Basta girare un giorno solo in macchina per convincersene. E' un assalto sistematico, insistente, condotto con grossi pacchi di marchi e di franchi; e i ticinesi vendono, vendono, vendono. Dappertutto incontrate cartelloni che si rivolgono al compratori tedeschi nella loro lingua: Villa zu verkaufen, Bauland zu verkaufen. Dappertutto, nei locali pubblici, il forestiero viene interpellato in lingua tedesca; e solo quando si fa conoscere per italiano, i ticinesi si ricordano della loro lingua natia. «Tessìn fest in unserer Hand », " Il Ticino è saldamente nelle nostre mani", leggo nella rivista Star Revue di Amburgo. La Deutsche Allgemeine Zeitung di 11 : Il i ] l 1111 ! 11111111 ,■>.:<<-: mI II 1111111 ) M11M1111111 Francoforte in un solo giorno del luglio scorso portava cinquantotto inserzioni per la vendita di proprietà immobiliari nella Svizzera, per la maggior parte situate nel Ticino. Una ditta ' tedesca nei suoi avvisi pubblicitari sollecita i ritardatari ad acquistare « le ultime particelle di terreno ancora disponibili sul lago di Lugano ». Solo a Bellinzona sono circa novecento le domande avanzate da cittadini tedeschi per ottenere il permesso di dimora nel Ticino. La persona che probabilmente ha più approfondito questo problema è il prof. Guido Calgari del Politecnico di Zurigo. Ascoltiamolo: « Carona, la culla delle più gloriose famiglie della tradizione comacina, è ormai un solo mercato di gente tedesca. La vendita di terreni boschivi nel Luganese ha assunto un ritmo sfrenato; a Vernate tutti i boschi che erano ancora nelle mani di contadini sono passati a società anonime che sfrutteranno la zona per una edilizia intensiva; a Bissone, tutti i boschi privati sopra il paese vennero venduti a scopo di costruzione... Si compra nei paesi, fuori dei paesi, sulle falde dei monti più pittoreschi, nelle valli anche più remote. Ogni settimana, da tempo ormai, nascono società nuove, immobiliari, che acquistano terreni, costruiscono villette e case di vacanza, offrono le proprietà sui giornali della Svizzera alemannica e della Germania>. Il denaro, si sa, è il più gran corruttore che esista al mondo e quasi nessuno si salva. « Architetti, giovani e vecchi; avvocati, giovani e vecchi; uomini politici di tutti i partiti; uomini d'affari; impresari, gente che ha un mestiere e gente che non ne ha mai avuto si dedicano alla speculazione, o la sfiorano; ex giardinieri, ex panettieri, ex camerieri si trasformano e vanno in giro con le mappe catastali dei comuni ticinesi ». In un solo comune, a Cornano, sono stati venduti in pochi mesi M11111111111M1111111 i 111111111111 i i 11M111 ! 11! IM111111 il 66 mila metri quadri di terreno; SS mila sono stati acquistati per conto di una grande ditta tedesca che intende costruire colonie di villeggiatura per i suoi impiegati. E commenta Calgari: « Come si vede, ci troviamo . di fronte a un'immigrazione organizzata, diretta da un grande gruppo industriale e spalleggiata da mezzi massicci, contro i quali ogni ipotetica resistenza dei nostri piccoli comuni si rivela disperatamente inane*. Ma per quali motivi i tedeschi ricchi stanno sciamando verso il Ticino? Anzitutto per sottrarsi al fisco del loro paese. In secondo luogo, per vivere e per avere una parte delle loro ricchezze in una regione dove l'amabilità italiana si accompagna alla sicurezza e tranquillità svizzere. Sono motivi più che eccellenti per i tedeschi, ma intanto il Ticino va perdendo il suo carattere italiano. Da Ascona a Brissago le rive del Lago Maggiore sono per l'ottanta per cento di proprietà di stranieri; e le case di Ascona appartengono agli stranieri nella stessa percentuale. Un giornale svizzero di lingua tedesca, il St. Galler Tageblatt, ci informa che dei 3100 abitanti di Ascona, i ticinesi sono appena 535. A Orselina, a Ronco, a Muralto, a Minusio, ad Agra, a Melide, a Bissone, a Castagnola i ticinesi sono in minoranza. In altri comuni, come Chiasso, Carabbia, Morcote, Soregno, Paradiso, Pambio, Noranco, Giornico, i ticinesi rappresentano la metà o poco più della popolazione. Quanti e dove sono i comuni che hanno tuttora una popolazione decisamente ticinese? Secondo il giornale di San Gallo, potrebbero contarsi sulle dita di due mani, e sono piccoli villaggi situati nel fondo di una valle o arrampicati sul costone di un monte. E pare che i tedeschi, come i ricchi della favola, siano piuttosto fastidiosi. La tradizione ticinese era di tenere aperti al viandante gli accessi alle rive dei laghi, i prati, i boschi, i sentieri; e tutti potevano goderne per passeggiate, gite, o sia pure per accorciare un cammino. Invece, i tedeschi non appena diventano proprietari, intendono servirsi pienamente dei loro diritti e mettono cancelli, staccionate, fili spinati e poi dappertutto cartelli con su scritto Verboten. Ma c'è di peggio. Ci sono i costumi dei nuovi arrivati: i tedeschi tendono a denudarsi il più possibile, uomini e donne; vogliono accordarsi tutti i piaceri, e commenta il prof. Calgari: « Promiscuità, abitudini di altri paesi, prepotenza del denaro che offende decoro e ritegno, trionfo del lusso, della vita facile, dei facili guadagni conducono al sovvertimento di quell'antica mentalità lombarda e cattolica ch'era la tradizione spirituale della Svizzera italiana ». Ahimè, il pericolo è grave, le minacce sono imminenti, e già mi pare di udire Lucia rivolgersi a Renzo con i suoi occhi di velluto c. dirgli: « Marito mio, (orse ri torcherà sloggiare anche di qui ». Intanto, l'esempio dei « ricconi dell'era hitleriana e della prosperità adenaueria- nay, (così una rivista di Locamo, Svizzera italiana, definisce i tedeschi di qui), viene sempre più seguito da € commendatori » di Milano, di Biella e di Bergamo, da olandesi e scandinavi; e di pari passo, i ticinesi, venduta la loro roba, si mostrano propensi a lasciare il Cantone natio e a trasferirsi nelle città del nord, Zurigo; Basilea, Berna. CoT>K'riàùÌtato che mentre fino a qualche decennio fa i ticinesi erano 150 mila, oggi si sono ridotti a 136 mila, e viceversa i forestieri, che erano poche migliaia, sono diventati 53 mila, n problema è dei più gra¬ IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII vi, e come tale viene sentito da tutti gli svizzeri, non importa di quale lingua. Gli svizzeri sanno che la loro nazione in tanto ha una fisionomia originale, in tanto esprime un messaggio mondiale, in tanto ha saputo conservare la sua neutralità in un'Europa di continuo sconvòlta dalle guerre; in quanto risulta dalla^convivenza di genti diverse: francesi, tedesche, italiane e romande. Se uno dei quattro pilastri viene a mancare l'equilibrio di tutto l'edificio svizzero potrebbe esserne compromesso. Nicola Adelfi IIIHIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIV

Persone citate: Bellinzona, Bissone, Galler, Gallo, Guido Calgari, Paradiso, Ronco