Nel tunnel del San Bernardo superato il tratto più difficile di Gino Nebiolo

Nel tunnel del San Bernardo superato il tratto più difficile Vinti i gravi astaeoii per la grande galleria Nel tunnel del San Bernardo superato il tratto più difficile Già scavata una lunghezza di 550 metri - L'opera sarà sicuramente completata entro il 1961 - 1 lavori proseguono in questa stagione (Val nostro inviato speciale) Aosta, 9 novembre. La neve è comparsa più di una volta, nei giorni scorsi, sulle montagne attorno al Gran San Bernardo. E' incominciato l'inverno. I carabinieri hanno lasciato il loro posto di frontiera ed hanno traslocato con la sbarra a Saint Rhémy. Da questo paese fino al valico, per almeno sei mesi, resteranno soltanto i frati dell'Ospizio, i doganieri italiani e gli operai del traforo. Fra un paio di settimane per raggiungere il cantiere (uno dei più alti d'Europa, a 1875 metri) non basteranno le catene alle gomme, occorrerà farsi precedere dallo spartineve. Qui l'inverno è polare, temperature a —20°, bufere e valanghe. Ma i tecnici che lavorano al tunnel si augurano che queste due prossime settimane vengano presto, anche se porteranno l'isolamento quasi completo. Entro quindici giorni i martelli pneumatici dei minatori incontreranno finalmente la roccia buona e il lavoro potrà procedere spedito. Come per il traforo sotto il Monte Bianco dal versante italiano — ma in misura ben peggiore —, sino ad oggi gli operai del Gran San Bernardo hanno dovuto combattere contro un terreno infido. Dalla scorsa primavera, quando fecero brillare le prime mine, la natura si è mostrata ostile. Ogni cinquanta metri, invece ohe nel granito compatto, si imbattevano in falde di carbone, vero carbone combustibile, e di grafite molliccia che al contatto con l'aria si trasformava in fango. Impossibile andare avanti in quelle condizioni: le perforatrici pneumatiche affondavano nella parete senza riuscire a forarla; la montagna si muoveva letteralmente, premeva contro le armature di legno sino a schiantarle; si sono avute piccole frane e altri intoppi quasi quotidiani. I piani prevedevano avanzamenti di una decina di metri giornalieri: ma come rispettarli? I materiali più potenti ed efficaci riuscivano inutili. Era necessario reagire nell'unico modo suggerito dalle pessime circostanze: procedere dapprima in stretto cunicolo anziché sull'intera fronte della galleria; in un secondo tempo allargare lo scavo, armare subito le pareti e mentre le travi di sostegno scricchiolavano sotto la pressione della volta, gettare di mano in mano il calcestruzzo. Un'opera che soltanto uomini coraggiosi e tècnici provetti potevano compiere. Nonostante tutto,, il tunnel dalla parte italiana ò.^ggl prò-! fondo 550 metri, di ; cui due terzi già completati 'di cemen to. Sono metri guadagnati faticosamente ad uno ad uno, andando avanti di tre o quattro metri al giorno. Ma adesso gli ingegneri incominciano a sperare. «Sentiamo odore di roccia buona », dicono indicando il tubo di una lunghissima sonda, simile alle sonde per le ricerche di petrolio. Appoggia ta alla parete, è stata spinta ad una profondità di una sessantina di metri. I campioni di terreno che ha portato alla luce rivelano la presenza, a quella quota, di formazioni cri stalline che vanno sempre più migliorando verso l'interno della montagna.. Forse in due set timane i minatori arriveranno al granito puro. Non appena raggiunta la «progressiva» favorevole, sarà montato un « Jumbo », un carro-ponte di metallo sul quale potranno agire simultaneamente quindici minatori. L'avanzamento avrà il ritmo desiderato, ' non inferiore agli 8-10 metri giornalieri. E ciò significa che i 2 chilometri e 893 metri del tronco assegnato al cantiere italiano verranno aperti senza ritardi, entro il 1961. Intanto, anche sul versante svizzero il tunnel si sta sviluppando: la roccia trovata fino ad ora dalle maestranze del cantiere della Cantine d'en Haut, presso Bourg Saint Pierre, è ottima e ne sono stati scavati in pochi mesi oltre 500 metri. Gli elvetici procedono rapidi grazie alla possibilità di impiegare i carri-ponte. Il tronco loro assegnato è lungo 2 km. e 960 e confidano di ultimarlo alla giusta scadenza. In tutto il tunnel del Gran San Bernardo sarà lungo 5 chilometri e 853 metri. Se le avversità hanno rallentato il ritmo dei minatori; all'esterno della galleria non s'è perduto tempo. Il traforo sotto la montagna non è che una parte della grande impresa alpina, anche se la più importante e difficile; come è noto, ad esso è collegata la costruzione di un raccordo autostradale lungo 10 km. e largo 9 m., che eliminando curve disagevoli e pendenze sfavorevoli, unirà l'imbocco del tunnel alla c statale 27 » verso il paese di St. Oyen. L'arteria è progettata in modo da essere sicura, ampia, veloce; in parte sorgerà su viadotti aerei, in parte sarà necessario coprirla nei tratti più soggetti agli innevamenti e alle valanghe. Costerà 3 miliardi, quanti il tronco italiano 'ella galleria. Nell'estate sco. . la strada ha preso consistenza, già ne sono stati edificati alcuni tratti: appena fuori del traforo, nel mezzo di una stupenda pineta e verso il vallone di Ronc. Sarà completata nel lflBl. Dopo pochi mesi, le avanguardie dei 300 mila veicoli previsti per il primo anno di esercizio, inaugureranno la nuova via alpina fra Italia e Svizzera. Gino Nebiolo

Persone citate: Bourg Saint Pierre, Ronc

Luoghi citati: Aosta, Europa, Italia, Svizzera