Il camoscio rifugiatosi nella dogana è guarito ed è stato messo in uno zoo
Il camoscio rifugiatosi nella dogana è guarito ed è stato messo in uno zoo Scolari di tutta Italia hanno chiesto sue notizie Il camoscio rifugiatosi nella dogana è guarito ed è stato messo in uno zoo Inseguito da un cane, l'animale si era trascinalo con una zampa rotta sino alle prime case di Modane (Nostro servizio particolare) Bardonecchla, 4 novembre. Da qualche giorno ai doganieri italiani di Modane arrivano lettere di ragazzi, brevi letterine scritte su fogli strappati ai quaderni di scuola, in cui si chiedono notizie e fotografie del < povero camoscio ferito ». « Ho letto sul giornale e sentito alla radio — dice l'alunno Piero Fontana, della terza elementare dì Castel San Giovanni, provincia di Piacenza — la storia del camoscio rincorso sulla montagna da un cane e che'entrò spaventato nella vostra dogana per ripararsi e aveva una zampina rotta e voi gli avete salvato la vita. Rispondeteci presto se è vivo, come sta, se è ancora spaventato, che cosa fa adesso. Se potete, mandateci anche una bella fotografia che rappresenti il nostro sfortunato amico, vogliamo conservarla perché ci ha fatto tanta pena e noi gli vogliamo bene >. Le lettere giungono un po' da ovunque, da scolari di Asti, da Cuneo, da Milano, da bimbe di Genova, da Venezia, una da Siena, altre persino da Bari e da Cosenza. I doganieri ne sono molto toccati: rispondono ai fanciulli che « il piccolo camoscio è perfettamente guarito, sta in ottima salute e si trova adesso assieme ad alcuni suoi compagni nel parco di Chambéry, capoluogo della Savoia, in Francia ». Mal camoscio è stato tanto fotografato. E forse è il primo della sua specie ad accettare la vicinanza dell'uomo senza scomporsi e senza tentare la fuga. E' riconoscente a chi lo ha tolto da una situazione pericolosa. Probabilmente preferirebbe ritornare in libertà sulle Alpi, ma anche ora, in una confortevole prigionia, sembra trovarsi a suo agio. La notte del 14 ottobre fu scovato dal cane segugio dì un cacciatore, un cane tenace che non si lasciò disperdere nel labirinto delle montagne. Il camoscio, una femmina di 6 o 7 anni, aveva già avuto amari incontri con i cacciatori. Una fucilata sparatagli In passato gli aveva rotto una gamba posteriore. Il proiettile era rimasto nell'osso, la ferita con il tempo s'era rimarginata ma la gamba era fuori posto, la bestia correva penosamente trascinandosela appresso. Per tutto un giorno il cane latrò sulle sue tracce e, nell'ansia di sfuggirgli, il camoscio aveva sbagliato un salto, era caduto e si era fratturato un'altra gamba. Di solito i camosci, per lo più i maschi preferiscono morire piuttosto che lasciarsi catturare. Si danno casi di animali che, feriti e inseguiti, si lanciano a capofitto da una rupe, si schiantano volontariamente in un burrone. Ma spesso, anche con una gamba spezzata da un colpo di fucile, corrono e saltano con 1 compagni di branco come se nulla fosse. Questo di Modane ha preferito correre e rischiare. Quando ha perduto i contatti con il branco e quando si è trovato fuori del suo ambiente naturale, non più sull'alpe ma fra le case di un paese, si è spinto verso l'uomo: confidava forse che, almeno in quella circostanza, lo avrebbe trovato solidale con lui. E infatti non sbagliò. Entrò addirittura dentro un magazzino doganale della stazione ferroviaria, dove vi erano due o tre doganieri italiani. Il cane gli era ormai vicinissimo. Rannicchiato in un angolo, insanguinato, spossato e tremante, il camoscio sembrava chiedere pietà. I doganieri allontanarono il segugio, raccolsero la bestia ferita, chiamarono un veterinario. L'animale lasciava fare, continuava ad avere fiducia. Il sanitario gli mise le stecche alla gamba spezzata e gli diede da mangiare. Adesso tutto è finito, come nei racconti per le scuole elementari, nel modo più esemplare. I ragazzi che hanno scritto ai bravi doganieri, custodiranno fra le pagine del loro quaderno la fotografia del « povero amico»: tranquillo e mansueto, sembra già avere dimenticato la sua brutta avventura. Il camoscio, ormai guarito, è ospite del parco zoologico di Chambéry nHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiit iiiiiiiimiiiitiiiimiiiimiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiimiiiiii mina
Persone citate: Piero Fontana
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