Domenica i 285 abitanti di un paese ligure avranno un'eredità di 800 mila lire ciascuno

Domenica i 285 abitanti di un paese ligure avranno un'eredità di 800 mila lire ciascuno Qualche volto lo «zio d'Americo» non è soltanto una favola Domenica i 285 abitanti di un paese ligure avranno un'eredità di 800 mila lire ciascuno La fortuna, 228 milioni di lire, è stata lasciata da un emigrato di San Marco d'Urri che riessano più ricorda - Egli però non ha mai dimenticato il paese lontano - Il più vecchio beneficato ha 87 anni, il pia giovane dodici mesi (Nostro servizio particolare) Chiavari, 3 novembre. Tutti gli abitanti di un borgo dell'Appennino ligure hanno ereditato in massa da un compaesano emigrato negli Stati Uniti che prima di morire aveva voluto beneficare, la. gente del suo lontano villag-] gio. Sono 285 persone, a eia-' scuna toccano circa 800 mila lire. Domenica prossima, fra concerti di bande, discorsi delle autorità e spari di petardi, l'eredità verrà divisa e consegnata alla popolazione, nessuno escluso, dall'ultimo nato (una bimbetta di un anno) al più anziano (una contadina di 87 anni).. Il paese è San Marco d'Urri, frazione del comune di Neirone; dista una quarantina di chilometri da Chiavari e si trova dentro l'aspra valle di Fontanabuona, fra montagne e boschi di castagni. A nord di ,S<ni Marco si alza il Monte Caucaso, in questi giorni già innevato. La zona e povera e il paese è poverissimo. I contadini s'industriano alla meglio, i vecchi resistono tenacemente nelle loro case, i giovani cercano con amarezza lavoro altrove, e non sempre lo trovano. L'eredità dello «aio» d'America è giunta come una benedizione: mai soldi, anche pochi, sono caduti nel punto giusto. Lo strano di tutta questa storia è che il munifico benefattore è uno sconosciuto. Si chiamava Leopoldo Saturno (cosi dicono i funzionari della'Banca incaricata di distribuire il denaro). Ma nessuno a San Marco l'ha mai sentito nominare. Tanto che, quando si sparse la notizia dell'eredità, a San Marco fu accolta con risate e alzate di spalle. « E' una burla di pessimo gusto — si commentava —. Non uniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiii cana del borgo, che ha anco è bello scherzare con faccende di soldi ». Qualcuno, incredulo ma animato da un filo di speranza, fece ricerche. L'eredità esisteva davvero. Ma allora, chi era questo signor Saturno? La signora Colomba Perazzo, de- ra una memoria agile e fresca, affermò che in vita sua non aveva conosciuto nò sentito parlare di un Saturno. D'altra parte bastava sfogliare i registri comunali e quelli della parrocchia: del cognome di Saturno non vi erano tracce. Il mistero è tuttora fitto. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii La gente ricorda che verso la metà del secolo scorso vi fu da San Marco un esodo quasi generale; i contadini, vendute le loro cose, si erano imbarcati per gli Stati Uniti. Ancor oggi a Reno, nel Nevada, vivono cinquecento nipoti e pro-\ nij'oti degli emigranti liguri dell'entroterra di Chiavari. Probabilmente Leopoldo Saturno è uno di questi. Si pensa (per giustificare l'assenza del suo nome negli annali di stato civile del municipio e della chiesa) che Saturno fosse un orfanello, ospite di un istituto di Genova, e che una famiglia di San Marco l'avesse adottato. Cresciuto, si unì agli emigranti, si stabilì in America e fece fortuna. Secondo un'ipotesi non si sa quanto attendibile, in California il signor Saturno avrebbe acquistato vaste estensioni di terreni, con raro e felice intuito, poiché nel sottosuolo sarebbero stati scoperti ricchi giacimenti petroliferi. La « Banca d'Americay di Genova, che ha il compito di spartire l'eredità, mantiene un « segreto d'ufficio » sulla figura del benefattore. Dice soltanto che Leopoldo Saturno morì lasciando parte dei suoi beni ai due figli Joseph e Victor; ed il resto, S28 milioni di lire, per legato testamentario ai compaesani di San Marco d'Urri. Non si sa neppure quando e dove egli morì: se due anni fa, novantenne, a Reno — come credono di sapere alcuni — oppure vent'anni fa a San Francisco. I 285 abitanti della sperduta frazione gli son grati lo stesso: ammantato di mistero, Leopoldo Saturno resta, per loro, un personaggio mitologico, colui che in punto di morte si ricorda della sua gente e la fa partecipe della sua fortuna. Chi ha accolto con un po' di malumore la notizia sono gli abitanti del capoluogo, Neirone, e degli altri paesi della valle. Perche — si son chiesti — noi slamo esclusit San Marco, in fondo, è una frazione del nostro Comune. Non vi è un errore nel testamento f La risposta è stata che i soldi vanno soltanto a quelli che sono nati a S. Marco. Anche, quindi, al parroco che è nato nel villaggio ma da tempo è trasferito in una chiesa lontana; anche ai giovani che lavorano a Chiavari o lungo la Riviera. La famiglia più fortunata fa capo al signor Michele Lercari, di 86 anni. Lercari era fra gli irriducibili che sostenevano trattarsi di uno scherzo idiota. Incasserà 7 miliOTii e 200 mila lire: in casa sono 9 persone a toccare l'eredità. L'erede più giovane del paese è Orietta Perazzo, ha compiuto un anno da pochi giorni. Orietta, la famiglia Lercari, il prete e tutti gli altri, si troveranno domenica mattina in piazza. Con una cerimonia quanto mai solenne e sentita, prenderanno consegna ciascuno di un pacchetto di 25 azioni della « Banca d'America », per 800 mila lire (un reddito annuo di 50 mila lire). Non è una gran somma, ma i montanari di questa frazione, che quattrini ne hanno sempre visti pochi, non dimenticheranno il gesto del benefattore. Forse gli dedicheranno anche una lapide: < A Leopoldo Saturno - chiunque egli sia - i 285 eredi, riconoscenti ». g. n. . ] ' La popolazione di S. Marco d'uni ,'er.lc3gia ballando l'annu-icio dell'eredità (Tel.